Dgr tetti per strutture specialistica ambulatoriale regionale accreditata, Francesco Toscano (Federlab Basilicata): ci sentiamo con il “cappio al collo”. Di seguito la nota integrale.
Federlab Basilicata si associa alle prese di posizione di altre associazioni di categoria condividendo le criticità evidenziate in merito alla recente delibera di Giunta che determina i tetti per le strutture della specialistica ambulatoriale regionale accreditata. La prima criticità riguarda le risorse assegnate: 25 milioni di euro per il 2023 e la stessa cifra per il 2024 coprono forse il 60% del fabbisogno sanitario reale che è quello riscontrabile dalle ricette mediche con le quali i cittadini si rivolgono alle nostre strutture per le prestazioni di cui hanno bisogno. Un ulteriore elemento critico è al punto 8 della delibera in questione nel quale si scrive di “eventuali ed altre” risorse con un richiamo generico e vago che non dà alcuna certezza. Con le promesse non si danno risposte alle strutture e ai cittadini tenuto conto che ci sono regolamenti sottoscritti per l’erogazione delle prestazioni con cadenza annuale. Nei contratti si chiede alle strutture di garantire l’erogazione delle prestazioni con continuità e regolarità. L’unica certezza che invece abbiamo è quella di spesa per: personale, locali, strumenti, reagenti e materiale indispensabile, bollette energetiche, spese tutte aggravate da un tasso di inflazione che è già al 10%. L’extra-budget invece si risolve in ricavi che sono incerti e indefiniti come prova il corposo e lungo contenzioso con la Regione che dura già da diversi anni.
Ci ha fatto piacere il confronto al Tavolo Tecnico con il direttore generale del Dipartimento Salute dottor Bortolan e dirigenti del Dipartimento da cui ci saremmo attesi comportamenti conseguenti al confronto. Mi preme invece far notare che aver stabilito il budget con cadenza mensile poteva andar bene se ci fossimo trovati di fronte ad un tetto congruo, altrimenti saremo costretti ad erogare prestazioni per soli 15-20 giorni al mese, con una doppia penalizzazione per le strutture: se le prestazioni vengono erogate dopo il 20 del mese si rischia di non avere il pagamento dovuto; se sono negate si rischia di incorrere nell’interruzione di pubblico servizio.
A questo punto ci sentiamo con il “cappio intorno al collo” in una situazione sempre più complicata per le nostre imprese alle quali ancora non è assicurato il pagamento delle prestazioni erogate nell’ultime trimestre del 2022 e non è riconosciuto l’insostituibile ruolo che svolgono per ridurre le liste di attesa.
Invito a trovare soluzioni adeguate e condivise perché tutta questa situazione si riverbera sui cittadini lucani a cui tutti – strutture e rappresentanti politici ed istituzionali – siamo chiamati a dare risposte efficaci in tema di cura e prevenzione della salute, tanto più che registriamo già in questi primi tre mesi 2023 un incremento di richieste di prestazioni.