I consiglieri comunali di Policoro, Gianni Di Pierri e Giuseppe Maiuri di “Policoro Futura”: “L’Ospedale di Policoro è ormai diventato il simbolo più evidente e tangibile della totale disorganizzazione e del malfunzionamento del servizio sanitario regionale”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
L’Ospedale di Policoro è ormai diventato il simbolo più evidente e tangibile della totale disorganizzazione e del malfunzionamento del servizio sanitario regionale oltre che del disinteresse della classe politica lucana per la fascia jonica e per i comuni dell’entroterra che qui fanno riferimento.
Ed infatti da un lato il nosocomio jonico acquisisce giorno dopo giorno un ruolo sempre più ultra comprensoriale, poiché meta di numerosissimi pazienti provenienti addirittura dalla Puglia e dalla Calabria, oltre che dall’intera provincia di Matera e di Potenza, ma dall’altro registra una cronica insufficienza di personale e mezzi, che lo rende del tutto inadeguato allo svolgimento delle sue delicate prestazioni.
E’ da tanto tempo che, insieme a comitati, movimenti e cittadini, tentiamo di catturare l’attenzione della classe politica regionale e locale chiedendo una più equilibrata distribuzione delle risorse ma sembra che la sanità in Basilicata si occupi di mille altre faccende, tutte più importanti della salute dei cittadini.
Un esempio su tutti : nel Pronto Soccorso di Policoro vengono eseguite circa 30.000 prestazioni all’anno, in quello di Matera 33.000; nonostante questa sostanziale uguaglianza però, i medici addetti al Pronto Soccorso di Matera sono più del doppio di quelli di Policoro (14 a Matera contro i 6 di Policoro).
Questa sperequazione comporta che nel Pronto Soccorso di Policoro, di fatto, c’è sempre soltanto un medico, il che rende quasi impossibile poter svolgere serenamente e proficuamente l’attività medica d’urgenza tipica del primo soccorso (soprattutto nei mesi estivi dove la popolazione sulla fascia jonica si triplica e le prestazioni giornaliere sono mediamente circa 150).
Per rendere più chiara la gravità della situazione basti pensare che, nella malaugurata ipotesi in cui due codici rossi arrivassero contestualmente al Pronto Soccorso di Policoro, la struttura ospedaliera non sarebbe in grado di fornire tempestivamente ad entrambi le dovute prestazioni con le conseguenze che tutti possiamo purtroppo immaginare.
D’altronde, a causa della mancanza di personale, nel Pronto Soccorso di Policoro per un verso i tempi medi di attesa dei pazienti si attestano tra le 6 e le 8 ore, con conseguenti disagi e nervosismo per tutti, per altro verso i medici ed il personale infermieristico e sanitario sono costretti a lavorare in condizioni atroci, sottoponendosi a sforzi encomiabili ma disumani – e dunque rischiosi – per onorare il loro servizio.
A ciò si aggiungano, ad esempio, scelte scellerate come ad esempio quella di mantenere – come succede sempre a Policoro – il servizio di guardia medica all’interno dell’Ospedale e non all’esterno, con la inevitabile conseguenza dell’ulteriore saturazione del pronto soccorso dove inevitabilmente confluisce la gran parte dei malcapitati di turno.
O ancora la scelta di istituire e salutare in pompa magna la guardia medica turistica sin dal 1 luglio salvo poi ad accorgerci che la regolarizzazione del servizio veniva effettuata con rituale delibera, solo il 23 luglio, così agendo per 23 giorni senza copertura assicurativa e senza aver effettuato alcun doveroso adempimento amministrativo (fortuna che pare non essere successo nulla di grave in questo periodo).
E gli esempi potrebbero moltiplicarsi a dismisura.
Tutto questo accade purtroppo in una terra, la Basilicata, in cui – a prescindere dagli aspetti penalmente e giuridicamente rilevanti, ed in corso di accertamento, sui quali non siamo legittimati ad esprimerci – il “pianeta sanità” si è sempre notoriamente distinto, negli ultimi decenni, per essere un grande canale di consenso elettorale, una terra di scambi e di favori, un mondo in cui non esistono “pazienti” ma “clienti”, dove si reperiscono soldi pubblici a non finire (i nostri soldi) per pagare stipendi a medici e soprattutto impiegati amministrativi e funzionari di assoluta inutilità (ma dalla chiara appartenenza politica di centro-sinistra), ma mancano risorse finanziarie per potenziare i reparti munendoli di altro personale medico e sanitario.
Siamo profondamente indignati, senza giri di parole. Come cittadini, come utenti, come rappresentanti del territorio.
Ancora una volta, senza sosta e senza tentennamenti, urliamo a gran voce il nostro malessere, chiedendo che si intervenga subito per arginare le croniche difficoltà sopra in minima parte esposte.
Chiediamo che gli impegni da più parte sbandierati e le rassicurazioni forniteci nel consiglio comunale aperto da noi voluto del 1 luglio 2016 vengano portati a compimento.
Chiediamo che la Regione Basilicata e i vertici del servizio sanitario regionale lucano e dell’ASM, prendano atto coscienziosamente della situazione qui prospettata e si ravvedano, iniziando, da oggi in poi e una volta per tutte, a dimostrare che il loro interesse è quello del funzionamento della sanità e dunque della tutela della salute dei cittadini.
Chiediamo una immediata concertazione volta alla più equilibrata distribuzione delle risorse umane e finanziarie che miri a migliorare la qualità del servizio sanitario sul territorio, oltre che ad elaborare un piano sanitario di monitoraggio e prevenzione sui paesi jonici per le peculiarità e le compromissioni ambientali note a tutti.
Questa sarebbe una “politica” sanitaria matura, consona ai tempi e finalmente rispettosa degli esseri umani.
Tutto il resto, in ambito sanitario pubblico, la politica (con la “p” minuscola), i posti di lavoro inventati, i favori, i voti, gli amici e gli amici degli amici…se fosse per noi, da oggi potrebbero tranquillamente farsi da parte.