La Basilicata si conferma regione “womenfrendly” e aggiunge un altro tassello alle azioni in favore della salute delle donne; sperimenterà, infatti, nei prossimi due anni un nuovo approccio nella presa in carico delle donne con diabete gestazionale.
Il progetto è stato approvato dal ministero della Salute attraverso il comitato scientifico del Ccm (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie) nell’ambito del Programma 2018 e sarà finanziato con 450 mila euro.
I progetti presentati da tutta Italia sono stati trentaquattro ma solo sette hanno ricevuto il finanziamento del ministero. Tra questi, quello proposto dalla Regione Basilicata dal titolo “Presa in carico integrata, peereducation e activation: strategie per un’efficace promozione di comportamenti protettivi tra le donne con diabete gestazionale”.
Si tratta di un approccio innovativo nel management del diabete gestazionale, uno dei più potenti predittori di sviluppo del diabete tipo 2che rappresenta un fattore di mortalità cardiovascolare maggiore nelle donne rispetto all’uomo.
Prevenire il diabete tipo 2 attraverso la corretta individuazione e gestione delle donne con diabete gestazionale rappresenta, quindi, un’azione mirata alla riduzione della morbi-mortalità cardiovascolare, particolarmente importante per la nostra regione che è ancora ai primi posti per mortalità nella popolazione diabetica.
Il progetto prevede una fase di presa in carico delle donne con diabete gestazionale,che può interessare fino al 7 per cento delle donne gravide, mediante un accesso strutturato al programma di screening secondo gli standard assistenziali delle società scientifiche, attraverso un percorso integrato tra le strutture ginecologiche e diabetologiche.
Alle donne verranno offerti interventi di tipo educazionale derivati da analoghi programmi realizzati presso strutture universitarie statunitensi, integrati con le raccomandazioni delle società scientifiche italiane, da parte di personale dei Centri diabetologici e dei Punti nascita.
Qualche settimana prima del parto alla gravida sarà affiancata una “family-peer-coach”, rappresentata da una “mamma esperta”, possibilmente con pregressa diagnosi di diabete gestazionale, opportunamente formata, con il compito di aiutare, attraverso un meccanismo di “contaminazione tra pari”, la gravida e la sua famiglia all’adozione di comportamenti corretti finalizzati alla prevenzione del diabete tipo 2.
A supporto della progettualità sarà sviluppata una webapp con la finalità di informare le donne gravide sia durante la gravidanza che dopo e offrire uno strumento di monitoraggio dei comportamenti protettivi rispetto al rischio di sviluppare il diabete tipo 2; la webapp sarà usata per monitorare gli stili di vita e l’allattamento al seno e rappresenterà la fonte dei dati per valutare gli effetti comportamentali dell’intervento educazionale.
Gli attori lucani della progettualità saranno le Unità operative di diabetologia dell’Asp e dell’Asm e l’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Carlo di Potenza e dell’Ospedale di Policoro.
Franconi: “Con progetto Diabete gestazionale si rafforza sistema prevenzione”
Nel corso di una conferenza stampa presieduta dalla vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi è stata illustrata l’iniziativa in favore delle donne in gravidanza, che avrà la durata di due anni e che coinvolgerà le maggiori strutture ospedaliere lucane.
La Regione Basilicata sperimenterà nei prossimi due anni il programma “CCM diabete gestazionale”, approvato e finanziato – fra i pochi in Italia – dal Ministero della Salute e che sarà sviluppato nelle Unità di diabetologia della Asp e della Asm ed in quelle di Ginecologia degli ospedali San Carlo di Potenza e Madonna delle Grazie di Matera, in collaborazione con strutture sanitarie della Toscana e dell’Emilia Romagna. L’iniziativa è stata presentata oggi, a Potenza, nella sala Verrastro del palazzo della giunta regionale, nel corso di una conferenza stampa presieduta dalla vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi ed alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i referenti del progetto Giuseppe Citro (coordinatore scientifico e responsabile per quanto riguarda l’Asp), Rocco Lovanio Paradiso (Aor San Carlo di Potenza), Pasquale Bellitti (referente Asm). Presenti al tavolo, anche il dirigente del Dipartimento alle Politiche della Persona, Donato Pafundi , la responsabile dell’ufficio Prevenzione primaria, Gabriella Cauzillo, il presidente dell’associazione Fand, Antonio Papaleo ed il vicepresidente dell’Associazione genitori giovani diabetici (Aggd), Gerardo Romano. Il progetto “CCM diabete gestazionale” – per il quale è stato ottenuto un finanziamento ministeriale di 450 mila euro – renderà possibile un approccio innovativo nel fronteggiare una condizione che può interessare fino al 7 per cento delle donne in gravidanza. “La prevenzione è fondamentale. Ed oggi presentiamo un progetto che parte dalla Basilicata, ma che è stato selezionato a livello nazionale perché valutato innovativo e di valore”, ha detto la vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi, che ricopre dall’inizio del suo mandato anche il ruolo di assessore alle Politiche della Persona. “La nostra iniziativa – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo regionale – si inserisce in una serie di azioni di prevenzioni già messe in campo nei confronti della donna. Non per niente, parliamo ormai di Basilicata regione WOMEN FRENDLY. Garantire la salute della donna gestante significa tutelare anche il feto. Le malattie, molto spesso si sviluppano in gravidanza o all’inizio della vita. Ecco perché è necessario garantire la massima attenzione in questa fase. E’ fondamentale, poi – ha detto ancora – la prevenzione del diabete di tipo 2 ma anche di malattie cardiovascolari, che per le donne con diabete sono molto più pericolose rispetto all’uomo”. “Si tratta – ha detto il coordinatore scientifico del progetto, Giuseppe Citro – di un progetto particolarmente importante per la Basilicata, sia per l’elevata prevalenza della malattia diabetica, sia per il preoccupante tasso di mortalità che tale patologia comporta nel sesso femminile. Il nostro intento è quello di garantire una corretta gestione del diabete gestazionale, in modo da prevenire l’insorgenza nelle donne del diabete di tipo 2. Il progetto verrà realizzato in collaborazione con due Asl toscane, con una dell’Emilia Romagna e con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e prevede l’applicazione di una metodologia strutturata e validata dall’università di Boston e specificamente orientata alla terapia educazionale del diabete”. “Recenti dati epidemiologici – ha evidenziato Rocco Lovanio Paradiso, referente per l’Aor San Carlo – indicano che in Italia dal 7 all’11 per cento di donne sviluppano in gravidanza il diabete gestazionale: se consideriamo che in Basilicata nascono quattromila bambini all’anno, le donne che potrebbero sviluppare tale patologia, che comporta rischi sia per la madre che per il feto, sono circa 400”. “L’obiettivo primario del progetto – ha sottolineato Pasquale Bellitti, referente per l’Asm – è la prevenzione: nel 60 per cento delle donne con diabete gestazionale la patologia può infatti diventare stabile. Per questo motivo dobbiamo cercare di mettere a punto tutte le modalità formative, di informazione, di azione attiva o di tipo medico, tese a ridurre quanto più possibile la progressione verso il diabete e quindi verso le complicanze”. Antonio Papaleo, dell’associazione Fand, nel rimarcare “l’importanza del progetto e la particolare attenzione messa in campo dalla Regione Basilicata” ha evidenziato che “finalmente si inizia a parlare con maggiore frequenza della medicina di genere. La prevenzione – ha continuato – è fondamentale, sia per la salute dei cittadini, sia per la diminuzione dell’incidenza sulla spesa sanitaria. Sui Livelli essenziali di assistenza, poi, la Regione ha incrementato il suo punteggio da 146 a 189: si tratta di un segnale molto importante, a testimonianza di un grande impegno”. Il vicepresidente dell’Aggd, Gerardo Romano ha posto l’accento sulla “necessità di informare la popolazione sull’incidenza di tali patologie”, mentre la dirigente del Dipartimento, Gabriella Cauzillo ha assicurato che “nel corso dell’anno sarà data esecutività ad un progetto così importante, garantendo il massimo raccordo fra le diverse unità operative coinvolte”.