Il segretario nazionale Aistom Francesco Diomede in una nota contesta il “comportamento discriminatorio del direttore generale Asm” rispetto ai dispositivi medici non inseriti nel Nomenclatore Tariffario regionale. Di seguito i particolari.
La delibera della Giunta della Regione Basilicata n.307 del 17 marzo 2015, di fatto viola la Costituzione e le leggi in vigore (Convenzione ONU sulle persone con disabilità – art.36, “Patto della Salute” (art.26) approvato dalla Conferenza Stato Regioni, il D.M. Salute n.332/99, che garantiscono la libera scelta dei dispositivi medici (sacche, placche, cateteri, etc.), l’inserimento e la prescrivibilità di quelli innovativi, il non reddito della persona richiedente e, in ogni caso, la riconducibilità di tali dispositivi, inseriti o non nel nomenclatore tariffario proteico nazionale e regionale.
Ma la Regione Basilicata, con tale delibera, a parere dell’ASL di Matera, considera extra tariffario i dispositivi medici non inseriti nel nomenclatore regionale di riferimento, pertanto i malati oncologici e le persone disabili incontinenti con reddito familiare superiore ai 14.000 euro per l’ASL di Matera (n.d.r.: contrariamente all’ASL di Potenza dove la Delibera di Giunta è stata interpretata correttamente) devono pagare di tasca propria tutti i dispositivi medici non inseriti nel Nomenclatore Tariffario regionale.
Tali dispositivi, considerati “infungibili e salvavita” poiché le persone stomizzate e incontinenti non utilizzano sacche, placche, cateteri,etc., per mero divertimento, ma unicamente per recuperare una “qualità e quantità di vita” ed essere reinseriti nella società civile, e questo è l’unico fine del Nomenclatore nazionale e regionale.
Infatti, essere stomizzati o incontinenti significa essere incontinenti 24 ore su 24 e vivere con apposite sacche adesive per la raccolta di feci eurine. Superata la fase post- chirurgica e riabilitativa, lavorare con una stomia (incontinenza uro- fecale) e reinserirsi nella Società civile è cosa semplice a dirsi, ma a non farsi, poiché notevoli sono i disagi. Alla ripresa dell’attività lavorativa, spesso ci si ritrova licenziati o nei casi più fortunati, col cambio di mansioni.
In ragione di tutto ciò l’Associazione Italiana Stomizzati invita l’ASL di Matera a interpretare correttamente la delibera regionale ed a non far pagare i dispositivi medici non inseriti nel nomenclatore regionale di riferimento a coloro che superano un reddito di 14.000 euro, anzi è invitata ad aggiornarlo considerato che i nuovi LEA che dovrebbero entrare in vigore non hanno fondi, pertanto non saranno attivati, almeno per ora.
Il Segretario nazionale Aistom Francesco Diomede
Non si è fatta attende la replica dell’Asm che riportiamo integralmente.
SUI DISPOSITIVI MEDICI LA ASM RISPETTA LE NORME REGIONALI
La ASM di Matera rispetta semplicemente le disposizioni regionali. E’ quanto affermano all’unisono il direttore sanitario aziendale Andrea Sacco ed il coordinatore delle attività territoriali Vito Cilla in relazione ad alcuni commenti rilasciati in questi giorni da esponenti di associazioni dei pazienti. In premessa occorre un minimo di chiarezza. La regione Basilicata, nel consueto impegno e sforzo economico di garantire ai suoi cittadini servizi e prestazioni ulteriori rispetto quelle stabilite a livello nazionale, ha deciso di inserire dispositivi medici innovativi (cateteri speciali, infusori di ultima generazione etc) tra quelli erogabili extra LEA. Ciò, si ripete, al solo scopo di offrire un ventaglio di dispositivi all’avanguardia ai suoi cittadini. Naturalmente, trattandosi di prestazioni non dovute, è stato introdotto un limite di reddito familiare, individuato in € 14.000 all’anno, in modo da aiutare davvero a una condizione economica svantaggiata. La ASM, quindi, non fa altro che far rispettare quanto deciso dalla regione Basilicata, cioè erogare prestazioni extra lea a pazienti con un reddito che non superi i € 14.000 annui. Queste semplici spiegazioni sono già state ampiamente riferite ai cittadini che si sono rivolti agli uffici aziendali. Ma è evidente che il problema non è forse a tutti chiaro. “Comprendiamo le ragioni dei tanti utenti che ne hanno bisogno” dichiarano Sacco e Cilla, “ma in alcuna maniera è possibile strumentalmente sostenere che l’ASM non rispetti in modo pedissequo le norme e le prescrizioni imposte dalla regione Basilicata. Allorquando ci saranno nuove indicazioni a livello regionale, la ASM, come sempre, ne darà immediata e puntuale applicazione. Quello che non possiamo accettare perché parti interessate scarichino sull’azienda responsabilità totalmente inventate”.
Rispetto a questa replica riceviamo e pubblichiamo una nota da parte del segretario nazionale Aistom