Dal 7 aprile 2020 le scuole, in particolare nidi, elementari e prima media, resteranno aperte anche in zona rossa. A questa decisione è arrivata la Cabina di regia che si è riunita questa mattina, come ha annunciato lo stesso premier Mario Draghi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. La chiusura delle scuole di ogni ordine a grado nelle zone con i contagi più alti era stata decisa con il Dpcm del 2 marzo scorso. Il nuovo decreto resterà in vigore fino al 30 aprile 2020.
All’incontro, presieduto da Draghi, hanno partecipato anche i ministri Roberto Speranza, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Dario Franceschini, Mariastella Gelmini, Elena Bonetti, Patrizio Bianchi, il sottosegretario Roberto Garofoli e i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.
Secondo quanto annunciato dal presidente del Consiglio Draghi, le scuole aperte in zona rossa saranno quindi i nidi, le elementari e le prime medie. Resteranno chiuse le classi della seconda e terza media, oltre alle scuole superiori e gli atenei universitari.
“Le scuole riaprono fino alla prima media, il ministro Bianchi sta lavorando perché avvenga in modo ordinato. La volontà complessiva era che, se ci fosse stato uno spazio, lo avremmo utilizzato per le scuole fino alla prima media”, ha spiegato il premier Mario Draghi in conferenza stampa.
“Le evidenze scientifiche mostrano che le scuole sono un punto di contagio molto limitato solo in presenza delle altre restrizioni”, ha ricordato il presidente del Consiglio.
Roberto Speranza ha poi aggiunto: “Le misure adottate nelle ultime settimane ci hanno portato a una diminuzione dell’indice Rt e dell’incidenza dei nuovi contagi”, anche per questo è stata decisa la riapertura delle scuole.
Dal vertice a Palazzo Chigi, tra le altre cose, è emerso che nessuna regione sarà in zona gialla almeno fino al 30 aprile. Le aree del Paese meno colpite resteranno così in arancione, con tutti i divieti connessi. La decisione sarebbe resa necessaria dal quadro epidemiologico che continua a preoccupare il governo.
Per quanto riguarda i cambi colore delle regioni della prossima settimana, è previsto il passaggio del Lazio in zona arancione e della Valle d’Aosta in zona rossa. La Puglia passerà in rosso rafforzato. Si attende però l’ufficialità con la firma dell’ordinanza da parte del ministero della Salute Roberto Speranza.
I cambi di colore
Una Regione diventa arancione, un’altra rossa. È un monitoraggio settimanale con pochi cambiamenti nei colori quello della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute di oggi che ha rilevato un Rt nazionale di 1,08, ovvero in discesa rispetto alla settimana scorsa quando era 1,16. Più interessanti i risultati raggiunti dalle Regioni che già si trovano in rosso. Per ben 8 realtà, più una Provincia autonoma, si prospettano infatti altre due settimane in rosso, cioè fino a martedì 13 aprile.
A veder migliorare lo scenario sarà il Lazio, che entrerà in arancione da martedì. L’ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza che l’ha messa in rosso, come tutte le altre dell’ultimo periodo, è infatti entrata in vigore di lunedì (nel caso specifico il 15 marzo) e non la domenica come quelle dei mesi precedenti. Si voleva dare più tempo ai cittadini per prepararsi al cambiamento e anche concedere ai ristoratori un giorno in più di lavoro, per di più in un festivo. Visto che l’ordinanza dura 15 giorni cesserà di avere effetto appunto il 30, quando quindi potranno riaprire le scuole.
L’incidenza, cioè i casi settimanali per 100mila abitanti, porta in rosso la Valle d’Aosta, che questa settimana supera la soglia dei 250 in base alla quale scatta il peggioramento di colore.
La regola prevede che si debba stare almeno due settimane in un colore prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, a patto di avere dati compatibili con lo scenario meno pesante. Chi è rosso quindi deve passare due monitoraggi con numeri da arancione per essere inserito in quel colore. Ecco perché già adesso si può dire che otto Regioni e una Provincia saranno in rosso anche dopo Pasqua, almeno fino al 13 (un martedì). Questa settimana hanno infatti tutte un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti, che appunto le colloca ancora nello scenario con più restrizioni. Ecco quali sono: Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254). L’unica Regione che la settimana scorsa aveva un’incidenza sopra i 250 e in questa l’ha vista scendere è la Campania. Ha dunque dati da arancione, che se saranno confermati al prossimo monitoraggio la potrebbero portare in quello scenario dal 7 aprile.