Gare centralizzate che spesso ingenerano il meccanismo psicologico dei saldi di stagione (compero anche se non ne ho una effettiva necessità), acquisti di macchinari complessi e di sistemi ecografici a volte effettuati senza un reale fabbisogno, sistemi di imaging sempre più innovativi che richiedono un nuovo “patto professionale” tra clinici, professionisti e operatori: sono questi i temi forti emersi dal workshop “Imaging ecografico oggi: acquisizione e gestione, campi di applicazione ed innovazione tecnologica”, proposto dall’Associazione Italiana Ingegneri Clinici a Matera durante la due giorni di convegno a Palazzo Lanfranchi nelle giornate di venerdì 7 e sabato luglio.
“L’innovazione in ambito di imaging ecografico è un tema complesso”, ha dichiarato a Matera Lorenzo Leogrande, presidente AIIC, ” fortemente competitivo, estremamente delicato per chi vuole assicurare alta qualità diagnostica al SSN, assicurando una gestione equilibrata degli investimenti. Per questo occorre convergere su una dotazione di competenze professionali in grado di gestire il governo delle tecnologie, della loro effettiva qualità, del loro dimensionamento, della loro implementazione”.
La dichiarazione del presidente AIIC è emersa all’interno di uno scenario composito e in fortissimo sviluppo per un settore che registra innovazioni tecnologiche che ormai utilizzano i sistemi di visualizzazione 3d, 4d e addirittura 5d (si tratta di sistemi di imaging in grado di produrre in pochi secondi immagini da molteplici differenti piani di visione), con differenziazione di mezzi di contrasto e con la crescita ormai esponenziale dell’elastosonografia e della fusion-imaging, metodica strumentale che mette in connessione differenti tipologie di acquisizione di immagini radiologiche del paziente.
Lo scenario così dinamico deve confrontarsi anche con il tema critico dell’obsolescenza dei macchinari esistenti, visto che, come sottolineato da Fernanda Gellona, direttore generale di Assobiomedica, in Italia delle circa 32mila macchine per ecografia esistenti, l’età media è di 6,1 anni, con oltre il 50% delle macchine ha più di 5 anni di vita, età massima di riferimento per queste tecnologie di imaging diagnostico.
Innovazioni pronte ad essere implementate, sistemi già esistenti che battono il passo, necessità cliniche sempre più vaste, risorse finanziarie sempre piú risicate: il tutto porta alla necessità di un patto tra professioni per assicurare un “governo nuovo” delle innovazioni a cui le gare al ribasso o le gare centralizzate non sembrano in grado di dare risposte efficaci.
Ecco allora il possibile “patto tra le professioni” lanciato a Matera di cui AIIC e SIUMB (società di medicina basata su ultrasuoni) potrebbero essere i primi promotori: “La collaborazione tra ingegneri clinici e radiologi ė sicuramente il primo passo per un nuovo punto di vista con cui guardare il sistema delle tecnologie avanzate in ecografia”, ha infatti dichiarato Stefania Speca, docente di radiologia e presidente SIUMB a margine dei lavori.
Nella foto Lorenzo Leogrande e Stefania Speca