“Risuona molto stonato il campanello di allarme suonato dalle organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil attraverso un comunicato stampa. Non perché si voglia negare di essere in emergenza come, del resto lo sono tutte le regioni italiane, a prescindere dal colore che le viene attribuito. Ma perché non è suffragato da dati, numeri e decisioni, e sembra piuttosto spinto da pressioni che non hanno nulla a che fare con il difficile periodo che stiamo attraversando”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone.
Partiamo dai dati. E prendiamo quelli di fonte ministeriale elaborati dalla Fondazione Gimbe, tanto cara alle organizzazioni sindacali. La Fondazione Gimbe ci dice che la Basilicata è l’ultima regione in Italia nel rapporto numeri positivi ogni 100 tamponi con il 12,1 percento. La Basilicata è la seconda regione in Italia come numero di tamponi effettuati ogni 100 mila persone, 2390 al giorno, rispetto ai 2471 della prima, la Regione Lazio. L’indice di trasmissione del virus (RT) siamo passati da 1,99 di 15 giorni fa a 1,64 fino ad arrivare a 1,46 della settimana 9-15 novembre.
C’è stato un momento in cui era molto alto, 1,99, a causa della diffusione in alcune rsa che sono strutture private non accreditate al Ssr. E tuttavia abbiamo eseguito tamponi di massa in tutte le case di riposo, nelle case alloggio, nelle Rsa, nei centri di riabilitazione, e negli istituti penitenziari. Quando i sindacati dicono che il tracciamento è inesistente, quindi, dicono una bugia.
E rispondiamo punto per punto alle principali questioni poste dai sindacati.
Assenza di programmazione: Già in estate abbiamo approvato la delibera 434 del 2 luglio con cui abbiamo programmato una serie di iniziative valorizzando le 3 T: Testare, Tracciare, trattare.
I sindacati dicono che sono stati trasferiti alla Regione dal ministero della Salute, 30 milioni di euro. Anche questo è falso: alla Regione sono stati trasferiti 7 milioni di euro che sono serviti per il personale e per l’adeguamento di strutture. Poi chiedono quando entreranno in funzione gli ospedali di Venosa e Chiaromonte. Ricordo che l’ospedale di Venosa (100 posti letto) è già in funzione insieme a quello di Stigliano (30 posti letto). Mentre a Matera si stanno facendo lavori per aggiungere altri 30 posti letto nel reparto di Pneumologia del Madonna delle Grazie. Il ritardo è dovuto ad alcune attrezzature che dovevano arrivare dal Giappone. I nuovi posti letto, programmati già da questa estate, saranno pronti entro fine mese.
I sindacati tornano a chiedere un commissario. A tal proposito ricordo ancora una volta che il commissario c’è già ed è il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
In merito poi alla carenza di personale richiamata da Cgil, Cisl e Uil, ricordo che abbiamo anticipato di un mese la seduta di laurea per infermieri per metterli a disposizione del Ssr. Ma qui, come i sindacati dovrebbero sapere bene, c’è una grande difficoltà a reperire professionalità. D’altronde non è un caso che alcune regioni si siano rivolte alla protezione civile e altre, come la Campania, sono addirittura ricorse alla pubblicità sulla tv. A tutto questo si aggiunge una carenza di personale dovuta a una scarsa programmazione che arriva da lontano.
Concludendo, nessuno nega che siamo in una fase emergenziale, come del resto tutte le altre regioni italiane. Ma risolvere oggi, in queste condizioni, un problema che arriva da lontano diventa difficile se non impossibile. Ricordo che questo governo regionale, che si è insediato un anno e mezzo fa, non si è mai seduto ai tavoli delle riforme sanitarie degli ultimi 20 anni, e oggi sta provando a raccogliere i cocci di un sistema fortemente frammentato, con una medicina territoriale abbandonata a sé stessa.
Risulta poi stonato il campanello di allarme quando i sindacati prima proclamano una manifestazione di protesta e poi ci presentano le loro proposte. In qualsiasi altra parte del mondo si sarebbe fatto il contrario, ovvero presentare le proposte e poi, eventualmente, decidere di organizzare una manifestazione di protesta.
Ho molto rispetto del ruolo e della funzione svolta da Cgil, Cisl e Uil – conclude Leone – ma credo che in questo momento di particolare emergenza, nessuno, e dico nessuno, possa sottrarsi alle sue responsabilità”.