Emergenza dialitica e nefrologica, Aned: “Quali soluzioni? Siamo stanchi di assistere al solito rimpallo delle responsabilità”. Di seguito la nota integrale.
Le esternazioni espresse nei giorni scorsi, riguardo la carenza di personale medico e infermieristico nelle nefrologie degli ospedali di Matera e Potenza e nei centri dialisi pubblici esistenti sul territorio lucano, segnalata da ANED, ci amareggiano moltissimo.
Con nota del 31 maggio scorso, inviata ai vertici regionali e alle direzioni generali delle aziende sanitarie e ospedaliere lucane, avevamo fornito notizie sul concorso bandito, qualche anno fa, dall’azienda sanitaria di Matera per la copertura inizialmente di 1 posto da nefrologo, successivamente portati a 3, e rinviato decine di volte.
Nel 2019 la stessa ASM aveva provveduto ad assumere 2 nefrologi attingendo da una graduatoria non scaduta dell’azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza (soluzione provvidenziale per garantire la quotidianità delle prestazioni e la continuità delle cure).
Purtroppo, sul finire dello scorso anno, le 2 unità mediche decidono di lasciare il servizio. Particolari che, stranamente, relativamente al caso del concorso per nefrologi di Matera, non sono stati citati.
Tuttavia, se i vertici regionali hanno conoscenza di condotte o comportamenti illeciti commessi dal personale dipendente dell’ASM o dai componenti la commissione giudicatrice o da qualche potentato, feudatario, barone, eminenza locale o extralocale, tirino fuori il coraggio, indichino nomi e fatti, presentino denuncia alla procura della repubblica competente.
ANED ha più volte segnalato la carenza, non solo di nefrologi, ma anche di infermieri, dei quali non si parla, non solo a Matera ma in tutte le strutture dialitiche e nefrologiche pubbliche territoriali.
Ma, soprattutto, posto una domanda chiara, semplice, netta:” Esistono in Basilicata uomini e donne di buona volontà, amministratori e gestori della sanità pubblica, che sappiano assumersi la responsabilità di indicarci come intendono coprire i turni di dialisi, delle attività ambulatoriali, dei reparti di degenza e di tutte quelle prestazioni connesse alla dialisi e nefrologia con il poco personale rimasto e senza creare ulteriori e gravi disagi ai pazienti?”.
“In sostanza, come pensano di fronteggiare l’emergenza dialitica e nefrologica, ora non fra sei mesi, considerando che il personale, già gravemente carente, si ridurrà ulteriormente a causa di pensionamenti, trasferimenti, aspettative, assenza per ferie? Quali sono le soluzioni praticabili ora, non fra sei mesi?”.
Siamo stanchi di assistere al solito rimpallo delle responsabilità o al chiacchiericcio inconcludente. Vogliamo risposte concrete!
È in gioco la vita e la salute di noi pazienti ed ogni decisione o inerzia che si assume ricade, nel bene e nel male, sulle nostre esistenze.