“La carenza di medici ha ormai assunto i contorni di una vera e propria emergenza sia nella nostra Regione che in tutto il resto del Paese” così una nota della Segretaria Regionale Sindacato Medici Italiani rende pubblica la richiesta di un incontro urgente con l’Assessore Regionale alla Salute sulle condizioni dei pronto soccorso nella Regione Basilicata.
“Secondo i dati della Simeu (Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza), aggiornati allo scorso novembre 2022, nei Pronto Soccorso italiani mancano circa 4.200 medici. Solo nei primi sei mesi dello scorso anno si sono dimessi 600 medici su scala nazionale, in media 100 al mese. In questa condizione, garantire l’assistenza risulta impresa sempre più ardua, e ciò anche in considerazione del fatto che le richieste di aiuto al Pronto Soccorso sono aumentate (nel 2022, in media del 20% rispetto agli anni precedenti). Alcune delle misure messe in campo negli ultimi anni per tentare di arginare la crisi dei pronto soccorso hanno rappresentato solo un pannicello caldo che, nella nostra realtà non hanno dato risultati significativi e che, probabilmente, cominceranno a dare le prime risposte solo nel medio -lungo periodo: – la revisione della programmazione del numero di specialisti in Medicina d’Emergenza – Urgenza, con un incremento dei posti disponibili nelle aree di maggiore sofferenza; – l’attivazione di procedure concorsuali aperte agli specializzandi del quinto anno, in modo da accorciare i tempi amministrativi per l’assunzione al momento del completamento del ciclo di formazione curricolare.
La nostra Regione non è immune da queste problematiche. Tutte le procedure concorsuali avviate negli ultimi anni non hanno sortito effetti significativi. Ad oggi, in tutta la provincia di Potenza gli organici di Pronto Soccorso fanno registrare numeri veramente critici (12 /24 a Potenza San Carlo; 5/9 a Lagonegro; 5/9 a Melfi; 6/9 a Villa d’Agri e, percentuali analoghe si registrano anche nei Pronto Soccorso della ASM): anche nella nostra Regione, quindi, il Pronto Soccorso è considerato un settore poco attrattivo per le professioniste e i professionisti della Sanità a causa della grande responsabilità e dell’impegno psico-fisico, di tempo e di lavoro richiesti.
Non vogliamo assistere passivamente a questa situazione di criticità, ma si è attivato da tempo per individuare e mettere in campo, insieme ad altre organizzazioni sindacali, una serie di proposte, alcune di natura strutturale, altre a carattere temporaneo, per continuare a garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e impedire l’interruzione di servizi pubblici fondamentali.
A partire dal riconoscimento dell’indennità di lavoro usurante ai lavoratori dell’emergenza-urgenza, medici, infermieri e operatori sociosanitari che prestano la loro attività nei Pronto Soccorso, tale riconoscimento comporterebbe un’indennità economica e pensionistica adeguata e giusta, al fine di diventare un’attività scelta dai professionisti per il valore aggiunto che viene riconosciuto anche dall’istituzione. Ci battiamo per un incremento significativo delle retribuzioni sull’orario aggiuntivo che il personale medico operante nei Pronto Soccorso è costretto a garantire per permettere l’erogazione dei LEA ed impedire così l’interruzione di servizi pubblici fondamentali (durante la recente pandemia tutti si chiedevano se i ristoratori avrebbero garantito l’apertura nelle feste comandate ma nessuno si è chiesto chi gli avrebbe curato l’ictus o l’infarto del miocardio nelle feste comandate!).
Alla luce di tutto ciò, riteniamo utile chiedere d’ incontrare l’Assessore alla Salute alla Politiche sociali Regione Basilicata, per individuare e mettere in atto, al pari di altre Regioni, azioni finalizzate a dare anche in Basilicata maggiore riconoscimento a chi lavora nei Pronto Soccorso considerando la particolare natura di un lavoro che è diventato la prima linea di presa in carico dei cittadini che hanno gravi problemi di salute e non solo”.