Enzo Scasciamacchia ringrazia il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Matera. Di seguito la nota integrale.
Un buon risultato non può che venire da una struttura sanitaria gestita da personale qualificato e altamente professionale, il resto è solo inutile demagogia. Sono Enzo Scasciamacchia e lo posso affermare da paziente oncologico in fase di monitoraggio e controlli vari, che dopo un bombardamento chemioterapico si è dovuto sottoporre a Cardioversione conseguente alla stessa, definita da una “fibrillazione triale” sopraggiunta, e solo grazie alla professionalità e assistenza dello staff del reparto di cardiologia dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, tranquillamente risolta. Da qui sento il bisogno di ringraziare l’intero staff del reparto ed in particolare il Dott. Donato Caragiulo, il Direttore Giandomenico Tarsia, il dott. Michele Balzano, il Dott. Giuseppe Troito, il Dott. Nicola Bozza, gli infermieri strumentisti Luigi Tataranni e Claudio Mele, ed alla preziosa assistenza delle infermiere che mi hanno assistito con gentilezza, cortesia e senso civico, con grande empatia, consapevoli del mio stato d’animo. Di seguito alcune nozioni sulla Cardioversione: È una procedura medica utile per ripristinare un ritmo cardiaco normale in alcune persone affette da aritmia. Il più delle volte si esegue inviando scosse elettriche al cuore attraverso elettrodi posizionati sul petto. Di tanto in tanto, il medico può eseguire la cardioversione utilizzando dei farmaci per ripristinare il ritmo del vostro cuore. Si parla in questi casi di cardioversione elettrica o farmacologica. Scopriamone insieme rischi e modalità procedurali. Quando si fa La cardioversione può correggere un battito cardiaco troppo veloce (tachicardia) o irregolare (fibrillazione). In particolare si utilizza in presenza di una problematica atriale (che si manifesta cioè a livello di atrio cardiaco): si tratta di situazioni in cui i segnali elettrici che provocano aritmia non riescono ad arrivare alle camere superiori. Si esegue dunque (in ospedale) quando il cuore non ha un battito sufficientemente efficace. Va distinta dalla defibrillazione procedura d’urgenza che si esegue quando il cuore si ferma o va in fibrillazione: questa eroga scariche elettriche molto più potenti, al cuore per ripristinarne il giusto ritmo. La cardioversione è solitamente programmata, ma come la defibrillazione, a volte può essere eseguita in emergenza. Come si fa la cardioversione La cardioversione elettrica come suggerisce il nome si esegue con scosse elettriche, attraverso elettrodi applicati sul torace, in genere in una struttura ospedaliera e sotto sedazione. È molto rapida e rapido è il ripristino del ritmo cardiaco. La cardioversione con farmaci richiede -come è facile immaginare- invece, tempistiche più lunghe. Il medico cardiologo stabilirà di volta in volta la procedura migliore da adottare: una volta avviata la somministrazione di cardioversione farmacologica non sarà più possibile intervenire però con quella elettrica. La cardioversione è una procedura che -sebbene possa essere fatta anche in situazioni d’emergenza- in genere si esegue con una certa programmazione e dunque preparazione. È consigliato evitare di mangiare o bere nelle 12 ore precedenti, mentre occorre chiedere al medico cardiologo che eseguirà il trattamento se è il caso di sospendere eventuali farmaci che si assumono. Abitualmente si esegue anche un ecocardiogramma preventivo (transesofageo) per escludere la presenza di coaguli di sangue a livello cardiovascolare che possono indurre a complicanze anche gravi. Se sono presenti, prima della cardioversione occorrerà seguire una terapia con anticoagulanti. Per la cardioversione si applicano degli elettrodi sul petto, collegati ad un generatore elettrico (defibrillatore) e si esegue una sedazione in modo da non arrecare disturbi al paziente durante la procedura elettrica. Il tutto avviene a livello ambulatoriale e dopo un’ora circa di osservazione si può tornare a casa, senza necessità di ricovero.
Abitualmente, anche in assenza di coaguli si prescrive una terapia anticoagulante e spesso farmaci per la prevenzione delle aritmie. Cardioversione cardiaca, rischi o effetti collaterali Le complicanze nella cardioversione elettrica sono rare ed in genere i medici cardiologi sono in grado di adottare tutte le misure necessarie a ridurre al minimo i rischi del caso. Tra questi comunque troviamo: Coaguli di sangue che si staccano e si spostano all’interno dei vasi sanguigni dando luogo a ictus (va fatta una visita approfondita prima ed eventualmente prima della cardioversione si può somministrare un farmaco anticoagulante, per almeno 4 settimane prima e dopo la terapia elettrica. ) Aritmia: in casi rari, alcune persone che si sottopongono a cardioversione finiscono con avere alterazioni del ritmo cardiaco diverse da quella per la quale si è intervenuti: questo può capitare durante la stessa procedura o anche dopo qualche tempo. Ipotensione o pressione sanguigna bassa (in genere si risolve rapidamente da sola). Ustioni: raramente si possono manifestare dove vengono collocati gli elettrodi, ma si tratta di manifestazioni lievi.