Espedito Moliterni, referente regionale della Società Italiana di Igiene: “I dipartimenti di prevenzione delle Asl: la loro importanza e la necessità di rafforzarli”. Di seguito la nota integrale.
Stiamo assistendo ad una progressiva discesa della curva epidemiologica dell’infezione da SARS COV-2, tanto che l’indice RT si conferma sotto la soglia epidemica, si riducono i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti di medicina e le infezioni diminuiscono in ogni fascia di età. Questo lo scenario nazionale rispetto al quale la Basilicata non si discosta di molto, dal momento che nel nostro territorio il picco è arrivato con due settimane di ritardo e di conseguenza nei prossimi giorni assisteremo ad una decisa diminuzione dei casi di COVID.
Non vi è dubbio che la vaccinazione ha cambiato la storia di questa pandemia, insieme al grande senso di responsabilità della stragrande maggioranza dei cittadini che ad essa hanno aderito.
Ma vi è un valore aggiunto del quale si parla poco, vale a dire il Servizio Sanitario Territoriale, spesso di supporto al grande lavoro che hanno svolto i Sindaci dei nostri Comuni: oltre al personale sanitario dipendente, Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Volontari del Servizio Civile, Medici e Infermieri in pensione volontari, USCA hanno contribuito in maniera determinante al controllo di questa temibile pandemia.
Ma, in tale ambito, una citazione a parte meritano i Dipartimenti di Prevenzione, vale a dire i Servizi delle ASL deputati alla tutela della salute pubblica: protagonisti nelle politiche vaccinali, nel tracciamento dei contatti, nel coordinare le attività di isolamento ed assistenza dei soggetti positivi: una lunga serie di attività essenziali, anche se poco note all’opinione pubblica. I Dipartimenti di Prevenzione sono costituiti da professionisti (ridotti al lumicino) che spesso agiscono nell’ombra, ma che invece meritano una maggiore ribalta e soprattutto una maggiore attenzione, da parte delle Istituzioni preposte, relativamente al loro rafforzamento in termini di risorse umane e strumentali. Se davvero si ritiene, come si sostiene da più parti, che si debba investire nella Sanità Territoriale, non sono ammessi tentennamenti e ulteriori ritardi nell’investire nella sanità territoriale.
Questa pandemia ci ha insegnato che è fondamentale il ruolo dei Servizi territoriali, come il Dipartimento di Prevenzione, non solo per la gestione delle emergenze, ma in particolare per la prevenzione e promozione attiva della salute e sorveglianza sanitaria, attraverso il controllo e il monitoraggio delle matrici ambientali ed alimentari, i programmi di educazione sanitaria, le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e la promozione di azioni rivolte all’ individuazione e alla rimozione delle cause di nocività e di malattie di origine alimentare, ambientale, lavorativa, umana.
Le malattie infettive sono strettamente correlate, per la loro insorgenza e diffusione, ai contesti ambientali, sociali ed economici. Se le nostre Istituzioni non dovessero cogliere questo fondamentale assunto e continuare a non investire nei Dipartimenti di Prevenzione e nella Sanità territoriale in generale, si perderebbe una grande occasione di dare una svolta decisiva alle politiche di prevenzione, anche alla luce delle importanti sfide insite nella transizione epidemiologica ed in quella ambientale che stanno dettando le agende, in termini di politica economica e sociale, dei principali Paesi Occidentali. Non perdiamo altro tempo!