“Il Nomenclatore Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica deve essere modificato perché non tiene conto delle reali voci di costo delle prestazioni, così come prevede la normativa”.
È quanto dichiarano in una nota congiunta FederAnisap, Aiop, Aris e FederLab. “Chiediamo, quindi, al ministro della Salute, Roberto Speranza, di essere convocati – aggiungono le associazioni – per discutere insieme su come intervenire sui servizi oggetto del Tariffario nazionale, soprattutto tenendo conto che lo stesso Tariffario ha subìto dei tagli irragionevoli per finanziare i Lea che non avevano avuto, quando sono stati individuati, copertura finanziaria e che, quindi, non erano stati attivati”.
Le associazioni rilevano, inoltre, che ancora una volta è stata intrapresa un’operazione tecnico-finanziaria rispetto alle risorse disponibili, senza tenere conto che delle prestazioni sanitarie usufruiscono i cittadini e ad erogarle sono aziende di diritto pubblico e privato, il cui equilibrio finanziario è presupposto indispensabile.
“Allo stesso tempo – affermano le quattro associazioni – chiediamo alla Conferenza Stato-Regioni di intervenire, per evitare che venga adottato un Tariffario che, se non verrà cambiato, avrà degli effetti sia sull’offerta quantitativa sanitaria delle Regioni, già in grave affanno, sia sulla vita delle aziende che sull’occupazione. Purtroppo il Governo si prepara a varare un decreto che, ancora una volta, non viene elaborato in base alle metodologie previste e attraverso un confronto con la componente di diritto privato del SSN e gli ordini professionali, che sono investiti direttamente dagli effetti devastanti del provvedimento”.
FederAnisap, Aiop, Aris e FederLab, quindi, ammoniscono: “Non si possono accettare tagli indiscriminati alle remunerazioni dei servizi, decisi senza un coinvolgimento diretto dei soggetti interessati. L’emergenza pandemica, in ogni caso, non può essere una giustificazione per dare il via libera, senza un vero dialogo tra le parti, a un dispositivo essenziale per il settore sanitario, nella sua componente di diritto pubblico e privato, come il Nomenclatore Tariffario”. La nota rilancia l’allarme già rilevato dall’Ordine nazionale dei Biologi. “Il nuovo nomenclatore tariffario, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, si appresta a varare, se adottato, porterà alla distruzione l’intero comparto della patologia clinica”. Lo dichiara, in una nota, Pietro Miraglia, vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi che, insieme ad Anisap, nei giorni scorsi, ha diffidato il Ministero della Salute dal procedere alla pubblicazione del nuovo nomenclatore “senza la previa partecipazione, ai lavori, delle associazioni e degli Ordini di categoria”. Il dispositivo, infatti, secondo Miraglia “paventa tagli nell’ordine del 30% medio ed, in prospettiva, ancora più grandi, rispetto alle attuali remunerazioni per le prestazioni di diagnostica di laboratorio. Il che pone il paradosso che le spese sostenute per l’acquisto dei reagenti siano superiori ai rimborsi riconosciuti! Insomma: una vera e propria condanna alla chiusura per la quasi totalità delle strutture private convenzionate”. Per il vicepresidente dell’ONB “l’augurio è che questo tariffario, che non esito a definire ‘capestro’, tra l’altro elaborato senza alcun tavolo di confronto con associazioni di categoria ed Ordini professionali, sia presto corretto o, meglio ancora, cassato. Ne va, infatti, del posto di lavoro di migliaia di professionisti sanitari”. Da qui l’appello lanciato da Miraglia “a tutti i presidenti di Regione affinché mettano il loro veto all’adozione di un dispositivo che, se pubblicato, manderà sul lastrico buona parte delle strutture di laboratorio di analisi, soprattutto nel Sud Italia”.