Per la FeNASP Basilicata l’integrazione pubblico-privato, “invocata” da tutte le associazioni di categoria, deve procedere di pari passo al riordino del settore della Fkt-riabilitazione e di quanto previsto dall’art.8 della LR 17/2011 per realizzare un sistema moderno, efficace ed appropriato il cui obiettivo è rimettere al centro di esso il cittadino-assistito ed i suoi bisogni.
E’ quanto sostiene Antonia Losacco in una nota della FeNASP Basilicata che aggiunge: parlare di integrazione riconducibile al Sistema Sanitario Regionale, significa parlare di ospedale e territorio, ma anche di riabilitazione tenendo in debita considerazione il fatto che la fisioterapia è parte integrante della riabilitazione.
Da anni – continua Antonia Losacco – auspichiamo una riorganizzazione della medicina territoriale, un riassetto necessario per poter mettere in sintonia il momento prescrittivo con quello erogativo che preveda la presa in carico del paziente e valorizzi l’azione delle strutture ambulatoriali accreditate e quindi deputate ad operare come fornitori di prestazioni e servizi. Dunque è sempre più necessario il superamento della “vecchia” distinzione tra le strutture di riabilitazione (ex 26 ed ex 25) che sono da equiparare sul presupposto del possesso dei requisiti strutturali, organizzativi e professionali per consentire a tutte le strutture che ne hanno i requisiti di effettuare prestazioni di riabilitazione a costi inferiori, in quanto patologie ora trattate con percorsi multidisciplinari a costi elevati, sarebbero trattati a costi inferiori. Invece da troppi anni – è scritto nella nota di FeNASP Basilicata – assistiamo ad interventi e comportamenti che non solo non favoriscono l’integrazione pubblico-privato ma che continuano a mantenere in vita un modello vecchio ed obsoleto, non più al passo con gli stessi interventi riabilitativi.
La sanità privata fatta in Basilicata di piccole strutture private – si legge ancora nella nota – è da troppo tempo nel tunnel di una crisi strutturale che mostra ormai segni di cedimento, solo l’alto senso di responsabilità di titolari ed operatori tutti non ha prodotto, obbedendo a vincoli contrattuali, l’interruzione in gran parte del territorio dei servizi e dell’assistenza a centinaia di cittadini. Una situazione che non può ulteriormente procrastinarsi.
La FeNASP invoca più organizzazione e centralità del paziente rispetto alle problematiche esistenti nel sistema all’interno di una strategia di collaborazione che preveda una nuova sanità incentrata sul territorio, valorizzando appieno le strutture esistenti, le cosiddette strutture filtro attraverso un rapporto di sinergia tra il pubblico e privato, una rete efficiente per dare una risposta efficace ed organica al cittadino che necessita di questi servizi al momento opportuno.