Fisioterapisti italiani in forma, soddisfatti del proprio lavoro, ma preoccupati per il futuro e pronti a dar battaglia. Sette su dieci, infatti, sono soddisfatti del proprio lavoro e lo consiglierebbero ai giovani. Oltre due terzi investono in formazione e vorrebbero percorsi formativi più approfonditi e specializzati. Ma molti non sono soddisfatti per come viene gestita, a livello politico e istituzionale, la loro professione. Proprio come accade per i titolari dei Centri e delle strutture private accreditate. Fra i nodi, le relazioni con le altre professioni mediche e sanitarie e le problematiche occupazionali. Il 75%, poi, considera prioritario l’ottenimento di un vero Ordine professionale e vorrebbe una tutela contro l’abusivismo, ma molti puntano anche a una definizione europea comune del fisioterapista e allo sviluppo scientifico della professione. Sono questi alcuni dati di un’indagine, presentata in occasione del 55° anniversario della fondazione dell’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi), alla quale guardano con particolare interesse le strutture associate alla FeNASP Basilicata specie per favorire il confronto con contesti di salute molto più complessi e profondamente cambiati rispetto a quelli di vent’anni fa, quando si è avviata la formazione universitaria triennale. In comune tra operatori e imprese c’è una visione integrata dei problemi di salute della persona, e da parte nostra, vale a dire in rappresentanza di tante strutture nello specifico erogatrici di prestazioni riabilitative e di fisioterapia, è essenziale raccogliere i pareri dell’utenza su ogni aspetto della nostra attività. Accompagnare il paziente fino al completo raggiungimento del suo benessere, è da sempre la nostra prerogativa fondamentale, per questa ragione i nostri team di professionisti sono impegnati ad offrire la migliore esperienza di cura. Sono staff completi, scelti non solo per competenza ed esperienza, ma anche per la passione che nutrono per il lavoro e la capacità di instaurare una relazione con il paziente che va al di là del semplice rapporto ambulatoriale. Un approccio e una metodologia finalizzati a dare delle risposte concrete a quanti sentono la necessità di mantenersi in forma e di migliorare la qualità della vita. Condividiamo in particolare tra le ricadute positive individuate dal Ministro alla Salute Lorenzin la riduzione dello spostamento dei pazienti da una Regione all’altra, perché – come continua a ripetere lo stesso Ministro – “spesso il cittadino non sa di avere vicino casa strutture d’eccellenza”. La cosa importante è l’informazione ai cittadini, i quali dovrebbero trovare un quadro chiaro che permette di scegliere una buona struttura dove curarsi , magari vicino casa. Un’altra cosa importante, per ora non attivata, è la possibilità di controllare “gli esiti” dell’attività dei vari reparti, cioè la qualità dell’assistenza. Si dovrebbero utilizzare i dati di Agenas (l’Agenzia delle Regioni) che potrebbero servire ad orientare la scelta dei cittadini, i quali si rivolgeranno alle strutture con i dati migliori.
Lo abbiamo detto all’atto dell’insediamento della nuova Giunta Regionale e lo ribadiamo: la FeNASP Basilicata, condivide l’obiettivo prioritario del Presidente di “rimettere la persona al centro delle politiche per la salute” per ridare fiducia ai cittadini che si curano fuori regione. Riteniamo che, prioritariamente, vada superata l’assenza totale di una progettualità territoriale e di una buona politica sanitaria che favorisca l’integrazione pubblico-privato, quel privato che opera correttamente nell’attenzione alla qualità delle prestazioni erogate con efficienza ed appropriatezza e nel rispetto dei contratti di lavoro soprattutto dei fisioterapisti.