“Ancora un colpo assestato alle strutture sanitarie private accreditate al SSR (Servizio Sanitario Regionale): con la deliberazione di giunta regionale n. 25 del 15 gennaio scorso si conferma il blocco, fino al 31 dicembre 2014, dei tetti di spesa e si intima alle Aziende Sanitarie di non assegnare gli eventuali risparmi di settore. In sintesi, con una mano si toglie alle stesse strutture e, con l’altra, si rastrella quanto non speso per servizi e prestazioni autorizzati nei singoli settori”. Lo riferisce, in una nota, la presidente di FeNASP Antonia Losacco sottolineando che “la deliberazione, che ha un impatto diretto su piccole imprese in una fase sempre più difficile per pagare normalmente i dovuti salari al personale, sarà impugnata per gli aspetti formali in quanto contraddice atti di concertazione condivisi e previsti in una precedente dgr (n.689/2007) tra le parti oltre che per i contenuti. E’ il caso di chiarire all’utenza che FeNASP, facendosi carico della responsabilità di risparmio, non ha alcuna intenzione di superare i badget assegnati e quindi la spesa di settore ma più semplicemente di contrastare un provvedimento che impedisce, senza alcuna motivazione, di investire da parte del SSR per prestazioni e servizi erogati nell’interesse dei cittadini. Accade infatti che si verifichino casi di centri, ambulatori, strutture che pur avendo avuto assegnato un badget non siano in grado di coprirlo perché gli utenti hanno preferito rivolgersi ad altri che quindi hanno superato il proprio badget e “regalano” al Servizio Sanitario Regionale sino ad alcune decine di migliaia di euro di prestazioni realmente erogate e non pagate. Ciò si aggiunge a quanto denunciato qualche giorno fa e che abbiamo definito “atteggiamento alla Ponzio Pilato”: in risposta ai rilievi mossi e motivati in dettaglio da FeNASP in merito ai nuovi tagli alle strutture sanitarie private accreditate da parte delle Aziende Sanitarie provinciali (Asp e Asm), in attuazione della legge Finanziaria Regionale 2012, una norma che non risponde a principi di equità tanto più per le strutture di fisioterapia, il dirigente dell’Ufficio Pianificazione Sanitaria e Verifica degli Obiettivi del Dipartimento Salute della Regione ci fa sapere che le responsabilità sono tutte del Consiglio Regionale. Siamo dunque in presenza di provvedimenti e comportamenti di aperta ostilità nei confronti di titolari ed operatori di strutture sanitarie private che svolgono una funzione di evidente ed efficace supplenza del servizio pubblico per la tutela e la prevenzione della salute. L’Associazione non può esimersi dallo stigmatizzare la condotta tenuta dal Dipartimento regionale sulle evidenziate problematicità, rimarcando che l’assenza di ogni indicazione in merito si risolve in una colpevole indifferenza, sintomatica di un potere arrogante e del tutto insensibile alle esigenze degli operatori del settore e sollecita, per l’ennesima volta, quindi, l’adozione delle più opportune direttive in materia, che valga finalmente a dissolvere il senso di avvilente rassegnazione che invade chi si pone come interlocutore e non controparte dei pubblici poteri. Si insiste a “ PUNIRE“ chi osserva le regole, chi opera bene, chi paga copiose tasse, chi si adegua costantemente ai requisiti stringenti che la Regione richiede in tema di accreditamenti e contratti e si continua inoltre ad “AGIRE” sui cittadini con privazioni assurde ed inutili”.