Il Rapporto Excelsior-Unioncamere conferma la più grande contraddizione che vive il mercato del lavoro nel nostro Paese: da una parte si prevede per l’anno in corso la perdita di 130.000 posti di lavoro e dall’altra ci sono 100 mila posti di lavoro di professioni introvabili. E tra queste ultime, la sanità e l’assistenza socio-sanitaria sono ai primi posti. Ad esempio c’è una carenza di circa 2.200 fisioterapisti; circa 580 logopedisti; 135 tecnici fisioterapia cardiocircolatoria; 330 tecnici di riabilitazione psichiatrica; 455 terapisti neuro età evolutiva; 110 tecnici neurofisiopatologia; 230 terapisti occupazionali; circa 600 assistenti sanitari. Se si pensa che complessivamente la carenza di personale sanitario non medico è di oltre 8.700 posti tra i bandi che l’Università dovrebbe prevedere per il nuovo anno accademico delle 22 professioni sanitarie (da anni intorno ai 28mila posti) e la richiesta delle Regioni, è evidente che è necessaria maggiore attenzione per la formazione di quei professionisti della salute in grado di dare risposte ai nuovi bisogni di tutela della salute e alla domanda di lavoro di un esercito di giovani che si avvicina con sempre maggiori aspettative alla cura delle persone. Ma anche stavolta alcune Regioni non considerano le proposte che le categorie avanzano autonomamente né avviano gli incontri di consultazione. Se da una parte si distingue in positivo, ad esempio, la Lombardia che per prima ha attivato da 5-6 anni periodiche consultazioni, separate e congiunte, con le categorie e con le Università, altrettanto non si può dire per altre Regioni che non prevedono alcun tipo di consultazione con le categorie, tra cui Lazio e Basilicata.
E proprio mentre si registra una carenza di figure professionali e servizi si fa di tutto per comprimerli. E’ il caso della delibera DG ASM (Azienda Sanitaria Matera) n. 279 del 22/03/2012 avente ad oggetto Organizzazione della Rete dei Servizi Riabilitativi dell’Azienda Sanitaria di Matera e Regolamento accesso ai percorsi riabilitativi. Un atto, si badi bene, che espropria compiti e funzioni proprie della Regione previsti dalla LR 17/2011: “la Giunta Regionale, previa valutazione della Commissione Consiliare competente, con apposito provvedimento,disciplinerà l’attività di riabilitazione, in linea con il nuovo Piano di indirizzo per la riabilitazione 2011 di cui all’Accordo sancito dalla conferenza Stato-Regioni del 10/02/2011, nel rispetto dei criteri di accessibilità,di tempestività, di continuità, appropriatezza, etc..”.
La FeNASP Basilicata, più volte ha denunciato l’inadeguatezza del modello di erogazione delle prestazioni di FKT ingabbiato ormai in un programma di tempi, codici e classificazioni, alienante sia per i pazienti che per gli operatori.
E’ da troppo tempo che si invoca una inevitabile revisione del Sistema, per renderlo più semplice ma al contempo più efficiente, al fine di fornire all’utente risposte appropriate ed efficaci.
Più volte abbiamo sottolineato lo spreco di risorse che è rappresentata dalla differenza pregnante che si continua a mantenere in vita nella nostra regione fra ambulatori di riabilitazione ex art.25 ed ex art. 26, che praticamente erogano nella maggior parte dei casi le stesse prestazioni ma con tariffe diverse. Tutti devono convincersi che questo cambiamento è necessario nell’interesse del cittadino utente, un cambiamento che deve farsi con urgenza e che non è più tempo di divisioni settarie tra riabilitazione ex 26 ed ex 25.
Disponibili per programmare un riordino, e mandare definitivamente in pensione un modo di lavorare del settore della FKT ormai obsoleto, desueto ed a tratti inappropriato, e di ciò siamo convinti noi operatori per prima, ed è per questo che pressiamo, stimoliamo, proponiamo e auspichiamo un modello nuovo per la FKT che non è la Cenerentola della situazione ma, è una branca importante che nel panorama delle tante strategie terapeutiche del variegato mondo della riabilitazione produce prevenzione, cure, ma soprattutto risparmio in termini di spesa sanitaria. Per la pianificazione dei percorsi riabilitativi dipartimentali a livello territoriale, al fine di realizzare un sistema più moderno ed efficiente, si auspica un’ integrazione oserei dire una simbiosi tra pubblico e privato, tra privato e privato assistito e una ampia partecipazione e concertazione tra la politica e le rappresentanze sindacali per formulare insieme una programmazione dei bisogni della salute e nello specifico della riabilitazione.
Tutte le strutture lo chiedono, affinchè si possano erogare cure efficaci ed appropriate, indicatori importanti e fondamentali nell’economia sanitaria. La FeNASP Basilicata ritiene che ancora una volta si stia sprecando una valida occasione di dialogo: la prima mossa è però il ritiro dell’atto di Organizzazione della Rete dei Servizi Riabilitativi dell’Azienda Sanitaria di Matera e Regolamento accesso ai percorsi riabilitativi, perché il confronto e la concertazione ripartano a bocce ferme. La programmazione dei Servizi sul territorio è una cosa seria e impegnativa e non può diventare oggetto di potere o un semplice provvedimento attuativo ad opera di alcune componenti mediche che non perdono occasione per porsi al centro della scena, in barba ad altri colleghi ed operatori che si occupano di Riabilitazione, dei politici che hanno funzioni istituzionali e competenze per attuare la programmazione prevista per legge, eludendo le esigenze di una visione organica valida sull’intero territorio regionale.
Antonia Losacco, Presidente FENASP Basilicata, vice presidente nazionale FENASP