“Dobbiamo riconoscere che l’impegno dell’Assessore Martorano sul Don Uva non conosce pausa e risparmio di energia. Ciò gli fa onore. Solo che, a parte la nostra disponibilità, se non altro per esperienza di decenni di attività nel settore della riabilitazione a fornire alcune proposte finalizzate alla riorganizzazione dell’intero sistema della riabilitazione, per ridurre sprechi e migliorare i servizi, continuiamo a ritenere che l’attenzione istituzionale e politica non si possa esaurire al Don Uva o, come pure accade da tempo, ai problemi dei Centri Aias. Prendiamo atto che persino la parte sindacale concentra ogni attenzione sul personale del Don Uva o delle AIAS come se i dipendenti delle strutture sanitarie private accreditate non avessero gli stessi diritti o fossero figli di Nessuno. E’ quanto sostiene la presidente di FeNASP Basilicata Antonia Losacco che nei giorni scorsi ha inviato una lettera aperta al Presidente della Giunta De Filippo, all’Assessore Martorano, alla Giunta e ai consiglieri regionali, oltre che ai parlamentari lucani, per chiedere di superare la “totale disattenzione” verso altri Servizi che svolgono una funzione di evidente utilità e di supplenza del Servizio pubblico a tutela dei LEA.
“I nostri Amministratori – dice Losacco – non possono continuare ad applaudire lo slogan di una Sanità Lucana virtuosa: Servizi buoni a Costi bassi, perchè ciò vuol dire continuare a sfruttare le Strutture che operano correttamente nel Sistema con scarsa remunerazione delle prestazioni, tariffe bloccate dal 1996, tagli lineari applicati su contratti in vigore con leggi di assestamento di bilancio in nome della spendig review, esosi ticket che i cittadini sono costretti a pagare e blocco dei budget fino al 2014. Le argomentazioni esplicitate nei pochissimi incontri avvenuti al Dipartimento Salute della Regione, le reiterate lettere all’assessore Martorano, i numerosi appelli ai politici, tutto improntato a logica e buon senso e finalizzato ad evitare tensioni e a debellare il pregiudizio del privato che abusa, a sostegno invece della necessità di interventi costruttivi purtroppo non ha trovato risposta. E che dire dell’impegno solenne assunto dall’Assessore Martorano, nell’incontro del 18 Ottobre 2012, allo scopo di definire le problematiche della Specialistica Ambulatoriale e più nello specifico dei Centri di Fisioterapia?
Si insiste a “PUNIRE“ chi osserva le regole, chi opera bene, chi paga copiose tasse, chi si adegua costantemente ai requisiti stringenti che la Regione richiede in tema di accreditamenti e contratti e si continua ad “AGIRE” sui cittadini con privazioni assurde ed inutili”.
“FeNASP – aggiunge Losacco – non abbassa la guardia per la difesa e la tutela delle strutture, degli assistiti e dei propri operatori, i Centri di Fisioterapia non possono essere più trascurati o peggio dimenticati, il settore ha bisogno di interventi concreti ed immediati per superare lo stato di disagio più volte denunciato. C’è bisogno di un progetto di reale Trasparenza al fine di realizzare un sistema moderno ed appropriato che preveda un percorso riabilitativo che superi le distinzioni tra servizi e strutture di riabilitazione e la disparità di trattamento tra erogatori, un modello, questo sì realmente virtuoso, che superi la classificazione delle strutture ferma al 1978 che determina uno spreco enorme, in quanto le AIAS e gli ambulatori di riabilitazione ex 26, in molti casi erogano le stesse prestazioni dei centri di fisioterapia a tariffe raddoppiate se non triplicate e senza compartecipazione di spesa (ticket),oltre ad essere retribuite a piè di lista.
Una domanda ci viene spontanea: perchè in questo ultimo settore (gli ex 26) manca una programmazione del fabbisogno previsto dalle leggi in materia e non viene determinato il volume di prestazioni da contrattualizzare e da non superare?
Purtroppo temiamo che vengano adottati altri provvedimenti ad integrazione di tutte quelle delibere, leggi e direttive che hanno creato una situazione intricata che nel recente passato abbiamo definito da “far west”. Poiché noi continuiamo a sostenere che se un Patto sulla Salute deve essere, perché lo sia davvero, ha bisogno dell’ascolto di quanti la Sanità la vivono tutti i giorni sul campo, a questo punto attendiamo che dal Consiglio Regionale ci facciano sapere cosa ne pensano e soprattutto se è politicamente ed eticamente corretto l’atteggiamento che il Dipartimento Salute ha assunto ormai da molto tempo e se continuare a tollerare chi nei fatti ignora i problemi sollevati dalle aziende erogatrici dei servizi per la cura e la salute dei cittadini. Riteniamo – conclude la presidente FeNASP – di essere partner accreditati ed autorevoli e al fine di presentare denunce e proposte, nella prima metà di giugno, terremo manifestazioni denominate “Porte Aperte presso le Strutture di eccellenza private” per coinvolgere utenti, politica, istituzioni, sindacati”.
Mag 11