Secondo la segretaria regionale Fials Luciana Bellitti, “dall’inizio dell’anno si sta consumando in Basilicata l’ennesima “rivoluzione” dell’assetto organizzativo della sanità con l’intento di determinare una migliore efficienza dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali.
La scrivente organizzazione sindacale FIALS convocata dagli enti istituzionali artefici della nuova costruzione del “pianeta sanità “, è fortemente preoccupante dai contenuti enunciati da una bozza (e nient’altro), in quanto ravvedono elementi di ulteriori “tagli” ai servizi sanitari.
Il piano di riorganizzazione prevede due aziende sanitarie, un’ azienda sanitaria ospedaliera regionale con sede a Potenza e un’ azienda sanitaria territoriale regionale di cui a tutt’oggi non si conosce la sede (probabilmente si sta cercando un equilibrio di carattere politico tra i due ambiti provinciali).
Alla prima azienda confluiranno tutti gli ospedali per acuti e avrà nell’ospedale San Carlo di Potenza il polo di riferimento regionale di elevata specializzazione, invece, alla seconda azienda aderiranno tutti i presidi territoriali regionali (presidi di Venosa, Tricarico, Pescopagano ecc.), dando attuazione, cosi’, al modello distrettuale con l’effettiva implementazione dei distretti della salute”.
Nei due incontri tra le organizzazioni sindacali e il comitato tecnico regionale deputato ad elaborare il nuovo sistema sanitario , in applicazione delle recenti disposizioni legislative nazionali Luciana Bellitti “ha immediatamente evidenziato alla controparte pubblica i seguenti aspetti:
a) quali sono le effettive ragioni che determinerebbero la suddivisione di attribuzioni dei compiti delle due future aziende regionali? Secondo la Bellitti, si possono prevedere due sole aziende sanitarie nei due ambiti provinciali, attuando, in tal senso, il modello di rete sanitaria di Basilicata, tenendo, all’interno, sia gli acuti e sia i post acuti;
b) in base alla bozza di programmazione è prevista una riduzione dei posti letto (99 per gli acuti e 23 per i post acuti), celebrando, cosi’, l’efficientismo del modello organizzativo, che tradotto, in un linguaggio più’ comprensibile equivale a “Tagliare”;
c) al fine di dare attuazione alle disposizioni in tema di orari di lavoro e di riposo degli operatori sanitari, di cui alla legge n.161/2014, con conseguente assunzione di personale per un costo di molti milioni di euro, la bozza ha previsto fino al 2020 una riduzione di personale sanitario per circa 17 milioni di euro; quindi, per rispettare la normativa disattesa dal 2003 si è pensato a ridurre gli organici e contestualmente, ci appare, anche i servizi (poco personale, pochi servizi);
d) l’analisi economica dei presidi ospedalieri, ad eccezione dell’ospedale di Matera, mette in evidenzia che i costi superano in maniera significativa i ricavi con percentuali oscillanti dal 27% al 42% e pertanto ci chiediamo se saranno sanzionati coloro (l’alta dirigenza) che hanno determinato tali deficit e non procedere alla ben nota “razionalizzazione” delle risorse umane e finanziarie”.
Pertanto, Bellitti chiede una discussione reale e non di comodo agli attori istituzionali sul nuovo piano regionale di Basilicata e nel contempo, una politica seria di “sfoltimento” delle liste di attesa e un potenziamento della rete di emergenza – urgenza 118 al fine di evitare, in un settore delicato e strategico, di “tirare a campare” poiché, ad esempio, in alcuni PTS si chiede ad altro personale sanitario di far fronte alla carenza di personale assegnato ab origine, quest’ultimo con preparazione adeguata e specifica, evitando la tesi “bisogna saper fare tutto e in ogni circostanza”.
Infine e non per ultimo, la Fials – conclude Bellitti- invita la Regione a riscrivere in una maniera più puntuale e precisa la politica sanitaria della riabilitazione data l’alta percentuale di anziani in Basilicata”.