FISIOTERAPIA: FENASP; E’ NECESSARIO UN TAVOLO DIPARTIMENTO-POLITICA-ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA.
Ancora una volta un consigliere regionale di cui ho molta stima e rispetto, solleva una questione che, evidentemente, conosce molto superficialmente e non approfonditamente.
Da tempo FeNASP Basilicata ha chiesto alla regione di chiarire ruoli e funzioni delle strutture di fisioterapia, recupero e rieducazione funzionale esistenti e operanti da tempo sul territorio regionale, in quanto una serie di provvedimenti, di delibere e di leggi, hanno creato un groviglio tale che il momento sta diventando oltre che dannoso anche pericoloso. E’ lo stesso clima di confusione che si sta purtroppo registrando anche in questa fase di discussione del Piano Regionale Integrato della Salute che sembra arrivato al traguardo.
Credo sia doveroso un passo indietro.
Il DPR 1997 è l’ultimo atto, in ordine di tempo, di una legislazione Nazionale volta a riordinare la normativa tecnica del settore sanitario. E’ un atto di indirizzo e coordinamento rivolto alle Regioni e alle Province autonome e l’importanza risiede nella necessità di fissare i requisiti minimi validi su tutto il territorio Nazionale delle strutture sia pubbliche che private.
Per lo Stato vige infatti la necessità di tutelare i cittadini in egual misura e in qualunque regioni essi si trovino, indicando i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi, a cui le regioni devono attenersi per legiferare in merito alle autorizzazioni e all’accreditamento delle strutture sanitarie.
La legge regionale 28/2000 aveva lo scopo di recepire il DPR del 97, tale scopo,purtroppo, è solo dichiarato è non è stato del tutto applicato.
Il Consiglio regionale al fine di assicurare coerenza e legalità, dopo anni di denunce da parte delle Associazioni di Categoria, dovrebbe prioritariamente, occuparsi della revisione della L.R. 28/2000 per renderla conforme ai dettami del DPR del 97.
Relativamente alla figura professionale del fisioterapista va evidenziato che l’elenco delle professioni sanitarie è lungo e che se si pensa di liberalizzare attività e professioni, lo si deve fare per tutte le figure: infermieri, ostetriche, logopedisti, fisioterapisti, ortottisti, terapista occupazionale, tecnico della riabilitazione psichiatrica, tecnico di laboratorio, tecnico di radiologia, tecnico ortopedico, tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, etc.
Va detto inoltre che queste attività inciderebbero sui fabbisogni di prestazioni e che per assicurare appropriatezza, efficienza, sicurezza etc. devono essere contingentate e quindi sottoposte ad autorizzazione.
La FeNASP Basilicata, ancora una volta sottolinea la drammaticità della situazione e chiede non solo al Consigliere Navazio con cui intende confrontarsi anche nel merito dell’articolato della sua pdl, ma a tutti i Consiglieri di buona volontà, nel senso che hanno voglia di ascolto e di confronto, oggi due elementi in politica piuttosto rari, di sollecitare e promuovere un tavolo con il Dipartimento Sanità, con le Commissioni competenti e con le Associazioni di Categoria per favorire un adeguamento-aggiornamento della L.R. 28/2000, oltre che delle troppe e confuse delibere nonché lo snellimento della eccessiva burocratizzazione in sanità.
Se si pensa di stravolgere le regole in nome di una pseudo liberalizzazione di attività e professioni, si deve prima di tutto riorganizzare la stratificazione della normativa che riguarda le strutture di fisioterapia e rieducazione funzionale operanti sul territorio da anni, con la semplificazione, l’interpretazione univoca e l’applicazione autentica delle stesse a partire dal DPR del 1997 e fino al recepimento delle nuove linee guida 2011.
Per evitare gravi conseguenze prima si procede e meglio è, non solo per gli operatori che operano nelle strutture di fisioterapia riabilitativa ma per gli utenti ai quali dare certezza di sicurezza e qualità di prestazioni e servizi.
Antonia Losacco, Presidente FENASP Basilicata