Le Aziende Sanitarie provinciali (Asp e Asm) si apprestano a dare attuazione ai nuovi tagli previsti dalla legge Finanziaria Regionale 2012 alle strutture sanitarie private accreditate, una norma che non risponde a principi di equità tanto più per le strutture di fisioterapia.
Diverse sono le note inviate all’Assessore regionale alla Salute Attilio Martorano, tutte improntate a logica e buon senso e finalizzate ad evitare dannose disparità.
La fuoriuscita di prestazioni di medicina fisica dai LEA ha generato una modifica sostanziale, arbitraria e unilaterale dei contratti vigenti che ha comportato un grosso danno alle strutture. Tale modifica ha inciso pesantemente sui tetti contrattuali tanto da costringere la maggior parte delle strutture, che devono mantenere un equilibrio economico, a valutare la possibilità di un consistente ridimensionamento del numero degli operatori.
Sapevamo che la legge regionale sul Don Uva non avrebbe risolto definitivamente i problemi del personale, né quelli dell’utenza, eppure la FeNASP Basilicata ha apprezzato l’adozione della stessa normativa (”Rapporti tra aziende sanitarie e strutture private accreditate al SSR in materia di obbligo retributivo nei confronti dei dipendenti”), perchè vedeva la Regione Basilicata schierata a favore dei dipendenti, che rappresentano la risorsa principale delle strutture pubbliche e private accreditate.
Dunque nel prendere atto dell’iniziativa regionale, le nostre rappresentanti nell’audizione alla Quarta Commissione Consiliare hanno spiegato che per le strutture private accreditate e contrattualizzate non c’era nulla di nuovo, in quanto tali obblighi e adempimenti erano già previsti nei contratti vigenti, sollecitavano invece la Quarta Commissione a rivedere quanto stabilito con la L.R. n.17/2011 e L.R.n.16/2012, affinchè si potesse convergere verso l’obbiettivo comune in tema di corretta gestione del personale e proseguire l’attività programmata delle strutture, mantenendo nel tempo lo stesso organico e garantendo le retribuzioni dovute, spiegando anche che alle strutture private non vengono retribuite le prestazioni che sono costrette ad erogare oltre il Tetto assegnato, a differenza delle AIAS e di altri Istituti di riabilitazione.
Evidentemente i nostri dipendenti non appartengono alla categoria dei privilegiati, visto che a nulla sono servite le tante richieste inviate al Dipartimento, né la richiesta alle Commissioni Consiliari, nè l’appello ai sindacati e alla politica più in generale.
Pur non entrando nel merito dell’impugnativa del Governo, la FeNASP Basilicata. si chiede qual’è la ratio che spinge l’assessore e tutto il Governo Regionale ad adoperarsi solo per una parte del sistema e insistere a “punire” chi osserva le regole, chi opera bene, chi paga tutte le cospicue tasse, chi si adegua costantemente ai requisiti stringenti che la Regione richiede in tema di accreditamenti e contratti e continuare, contestualmente, ad “agire” sui cittadini con privazioni assurde ed inutili.
Purtroppo dopo tre anni dall’insediamento dell’assessore Martorano è tempo di fare delle riflessioni. Dopo varie incomprensioni, l’Assessore Martorano, il 18 Ottobre 2012 finalmente afferma di essere stato convinto dalle Associazioni di Categoria sulla necessità di agire per la soluzione delle varie problematiche e si impegna alla definizione delle varie criticità della Specialistica Ambulatoriale e più nello specifico dei Centri di Fisioterapia dando spazio alle priorità attraverso un incontro congiunto con direttori generali quali: LR n. 17/2011 e LR 16/2011;Risparmi di settore; etc…
Sicuramente attribuiamo il mancato seguito ai tanti impegni che gravano sull’assessore specie per la “vicenda Don Uva”, ma chi ha responsabilità Istituzionali e si impegna a fare delle cose, deve poi onorare gli impegni assunti.
Il tempo passato dall’incontro che abbiamo avuto con l’assessore Martorano, rimane solo un ricordo.
Il silenzio impera, gli sprechi continuano, la speculazione delle strutture di fisioterapia perdura, la punizione verso i cittadini utenti che scelgono noi prosegue (si ricorda che i cittadini che scelgono le nostre strutture sono costretti, diversamente da quanto avviene nelle altre strutture di riabilitazione che erogano le stesse prestazioni a tariffe più alte a pagare l’esoso ticket), la necessità di riordino dei servizi riabilitativi rimarrà forse solo un sogno.
La FENASP Basilicata, a nome degli associati, rinnova la propria disponibilità a collaborare e difendere le strutture di fisioterapia e con esse gli assistiti, i posti di lavoro e le risorse professionali, una disponibilità che però necessita di interventi concreti ed immediati per superare lo stato di disagio più volte denunciato. Il malato di asma non può rimanere troppo tempo senza ossigeno, altrimenti muore!
E’ questo ciò che vuole la politica?
La buona sanità territoriale va difesa tutta, senza discriminazioni.
Di qui l’ennesima sollecitazione all’adozione delle più opportune iniziative in materia, affinchè l’atteggiamento di autosufficienza di “qualcuno” non prevalga sull’interesse del cittadino-assistito e di chi fa buona sanità.
Antonia Losacco, presidente FeNASP Basilicata