Il Settore della Specialistica ambulatoriale è un settore complicato, vario, che presenta diverse problematiche a cominciare dalla difficile operazione di assegnazione dei Tetti di spesa. Per questo chiediamo non solo un confronto istituzionale, ma l’immediata costituzione di Tavoli Tecnici distinti per branca dove si possano affrontare e risolvere non solo le grandi questioni ma anche le problematiche che le strutture affrontano quotidianamente. Lo ha detto Antonia Losacco, presidente dell’Aspat nell’audizione oggi alla Quarta Commissione Consiliare.
Losacco, accompagnata dalla vice presidente Aspat Maristella D’Alessandro, ha ricordato che nella passata legislatura si sono fatti dei tentativi per porre rimedio ad alcune disfunzioni e va riconosciuto che, per alcuni versi, sono state ridotte le distanze con alcuni privilegi del passato, ma le risorse sono insufficienti e il Settore è sommerso da contenziosi vari che non permettono un’assegnazione precisa dei budget e un sereno rapporto tra le parti. Il peso maggiore è rappresentato dalla carenza di una programmazione relativa al calcolo dei fabbisogni e relativa assegnazione dei tetti di spesa, al fine di garantire la continuità assistenziale per tutto l’anno.
Dal 2015 tutti i provvedimenti sono stati impugnati e annullati dal Tar Basilicata, l’ultima dgr n 432/2019, per la quale il presidente Zullino aveva chiesto la revoca in autotutela è stata anch’essa impugnata.
Questo scenario di incertezza dovuto appunto alla mancata programmazione – ha detto Losacco – perdura da anni e i tre indicatori su cui deve poggiarsi la composizione di un Tetto contrattuale: Fabbisogno, Appropriatezza e Controlli sono tutti disattesi.
Noi auspichiamo un’integrazione con il Sistema Sanitario Pubblico come punto di arrivo, come punto di partenza, ci acconteteremmo della parità di trattamento nel Sistema Ambulatoriale Unico tra strutture ex art.26 ed ex art 25. Nella nostra regione, purtroppo accade, che le prime vengono trattate con mani di velluto e le seconde con mani di acciaio.
Tra l’altro, in Riabilitazione, credo sia arrivato il momento di fare chiarezza sulla distinzione inesatta tra queste strutture (ex art 25 ed ex art 26).
Gli attuali modelli, richiedono necessariamente una revisione, a partire dalla prescrizione, alla presa in carico del paziente e alla definizione di percorsi diagnostico terapeutici condivisi, ciò alla luce delle ultime Linee Guida Ministeriali.
Losacco inoltre ha portato all’attenzione della Commissione il fenomeno dell’abusivismo in riabilitazione o meglio casi di sospetto esercizio irregolare dell’attività sanitaria di fisioterapia da parte degli Studi professionali, la cui attività non risulterebbe conforme a quanto previsto dalla vigente normativa regionale e nazionale. Probabilmente – ha detto – una legge regionale che definisca con chiarezza i limiti operativi degli Studi professionali aiuterebbe a non danneggiare le strutture regolarmente autorizzate ed accreditate sottoposte a rigorosi controlli, non generare confusione in capo agli utenti, non falsare la fotografia degli effettivi fabbisogni regionali nella delicata materia delle prestazioni di fkt.
La vice presidente Aspat Maristella D’Alessandro ha evidenziato : ” Non siamo un “vero” privato” ma strutture accreditate che svolgono una funzione di integrazione con il pubblico. Anche per questo la “navigazione a vista” in assenza di programmazione non aiuta. Rivendichiamo Linee Guida e soprattutto regole precise insieme alla certezza del fabbisogno reale”.
Ott 10