Nel giorno di San Valentino la Residenza per anziani Monsignor Brancaccio ha riaperto ai parenti con un flash mob contro il coronavirus. A 7 giorni dalla seconda dose del vaccino, tutti gli anziani e gli operatori sanitari del Brancaccio hanno salutato il lockdown ormai alle spalle con un lungo applauso a tempo di musica, riaprendo simbolicamente le porte della Residenza. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi e l’assessore alle politiche sociali, Giuseppe Sarli.
In mattinata l’arcivescovo Mons. Caiazzo ha presieduto la celebrazione eucaristica chiesta dagli anziani in segno di gratitudine: all’inizio della pandemia il Vescovo con uno speciale atto di affidamento ha voluto donare alla Residenza la casula indossata da San Giovanni Paolo II durante la visita pastorale del 1991 a Matera, in quell’occasione il Papa volle sostare proprio al Brancaccio. La preziosa reliquia è stata esposta anche durante la celebrazione eucaristica di domenica.
“In questi mesi la Residenza Brancaccio non ha mai registrato al suo interno contagi Covid-19. Un risultato importante frutto dell’incredibile impegno e senso di responsabilità mostrato da tutti gli operatori, delle rinunce anche familiari e personali che hanno fatto per tutelare la salute dei nostri “nonnini”, confermato anche dall’adesione totale, senza eccezioni, alla campagna vaccinale – afferma Luca Iacovone, direttore della Residenza Brancaccio – e allo stesso tempo è il risultato delle importanti misure di sicurezza messe in atto e degli investimenti fatti per la prevenzione e il contenimento delle infezioni da coronavirus. Ma il Brancaccio in questi mesi non è stato solo un luogo chiuso: sì, noi abbiamo dovuto chiudere alla città, ma Matera si è stretta attorno al Brancaccio. Mai come quest’anno il parco qui fuori è stato così rumoroso e animato: spettacoli teatrali, dibattiti pubblici, incontri internazionali, concerti, campi estivi, centinaia di ragazzi, tantissime donazioni da aziende locali e privati, le lettere inviate dai detenuti… gli anziani residenti al Brancaccio si sono sentiti cuore vivo della città, protetti e protagonisti”.
Il direttore sanitario dott. Bartolo Silvestri: “riapriamo alla città ancora con molte cautele, si potrà accedere solo in alcuni spazi e rispettando diverse prescrizioni che abbiamo già comunicato alle famiglie: prima di tornare alla normalità abbiamo bisogno di verificare la risposta immunitaria degli anziani e monitorare l’andamento del dato epidemiologico anche all’esterno della Residenza. Intanto però al Brancaccio non siamo fermi: abbiamo aperto un programma di formazione continua per gli operatori e al contempo stiamo allargando l’equipe di specialisti che a vario titolo e ormai con regolarità visitano i nostri residenti. Consulenze di medicina interna, geriatrica, ortopedica, neurologica, che insieme alla stretta collaborazione con alcuni medici di medicina generale assicurano ormai un livello altissimo di assistenza sanitaria, che ha già permesso in tanti casi di evitare ricoveri ospedalieri soprattutto nei momenti in cui i nosocomi hanno dovuto far fronte all’emergenza sanitaria”.
Il presidente della cooperativa sociale il Sicomoro, Michele Plati: il Brancaccio sta cambiando e non soltanto negli arredi, stiamo infatti completando importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento di tutte le camere e degli ambienti comuni. Ma sta cambiando la funzione sociale, oltre che di presidio sanitario, che svolge nella città: il Brancaccio sempre di più da Casa di riposo si sta trasformando in hub di servizi per la terza età. Il nuovo coronavirus ha accelerato questo processo di cambiamento, dimostrando a tutti che la residenzialità e le grandi strutture non possono essere l’unica risposta ai problemi legati alla terza età. La tecnologia, l’intelligenza artificiale e la domotica sono nostri preziosi alleati in questa nuova sfida per la cooperativa: costruire percorsi graduali di accompagnamento alla terza età per superare il dilemma spesso angosciante “badante o ospizio?” con soluzioni ibride che tengano al centro il benessere psicofisico dell’anziano.