Anisap: Ministro della Salute Lorenzin parla finalmente di possibile abolizione del ticket. Di seguito la nota integrale inviata da Flovilla, vicepresidente FederAnisap.
Finalmente il Ministro della Salute Lorenzin parla di possibile abolizione dei ticket. Se vuole però dare un seguito alle sue parole, proceda rapidamente almeno all’abolizione del cosiddetto ‘superticket’ da 10 euro sulla ricetta medica, a distanza di quasi 6 anni dalla Finanziaria 2011 che lo introdusse. E’ quanto afferma il vice presidente nazionale di Feder-ANISAP Antonio Flovilla citando i dati diffusi dall’Agenas: per la compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie dal 2012 al 2015 in Basilicata si è registrato un decremento dell’ammontare dei ticket del 24,2%; per i ticket sulla specialistica ambulatoriale il calo dei ticket è più o meno analogo (meno 24,3%). Siamo in entrambi i casi ad incassi di 10,5 milioni di euro, a conferma della marginalità dei ticket rispetto alla dotazione del Fondo sanitario nazionale e in linea con i dati della Lorenzin: i ticket oggi rendono 3 miliardi di euro l’anno, rispetto ai 113 miliardi del fondo sanitario.
Nel sottolineare che i ticket sanitari, motivati originariamente come strumento di moderazione della domanda attraverso una responsabilizzazione del cittadino a “compartecipare” alla spesa pubblica per la sanità, sono ormai di fatto una vera e propria “tassa” sulla salute, Flovilla evidenzia che il sistema attuale è ormai diventato un “fai da te” regionale inaccettabile, con regole e costi diversissimi da una realtà all’altra. Nascere al Nord, al Centro o al Sud del Paese può voler dire pagare ticket diversi per la stessa prestazione sanitaria pubblica.
Flovilla sottolinea che “ad oggi gli italiani paganti (quelli cioè che non sono esenti dal ticket per reddito o per patologia) spendono ogni anno per visite ed esami, in media, 150 euro a persona che diventerebbero, se la platea dei paganti rimane invariata, 300-350 euro a testa: su una famiglia di due-tre persone inciderebbe per almeno 5-600 euro di spesa”.
Secondo il vicepresidente FederAnisap “dopo l’abrogazione del ticket aggiuntivo aspettiamo dal Consiglio Regionale il mantenimento dell’impegno per la rimodulazione del ticket per la sanità specialistica ambulatoriale. In proposito, siamo sempre in attesa della presentazione da parte della Giunta, secondo quanto previsto con l’approvazione del disegno di legge-collegato alla Finanziaria 2016, alle parti sociali e alla Commissione Consiliare competente di una proposta più complessiva che non si fermi all’abolizione del ticket aggiuntivo, nello specifico della parte relativa alle visite e agli esami diagnostici, con il chiaro obiettivo di ridurre l’attuale compartecipazione dei cittadini, in sintonia con quanto è stato fatto in alcune Regioni virtuose in materia di spesa sanitaria. Per noi va salvaguardato il principio che la partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria deve essere improntata all’equità e a tutela delle famiglie con redditi più bassi. In particolare, in questa difficile situazione di riduzione dei consumi familiari, pensiamo che vadano salvaguardate le famiglie con redditi complessivi tra i 25 e i 30 mila euro l’anno costrette in molti casi a tagliare persino sulle prestazioni di prevenzione della salute. FederAnisap rinnova il massimo impegno a dare un supporto responsabile in questa fase delicatissima sia per effetto della spendingreview che delle continue proposte di tagli legati al nuovo Patto della Salute.
Strettamente connesso al sistema dei ticket c’è quello delle tariffe per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, ferme al 1998 e fortemente penalizzanti specie per le strutture di laboratorio, radiologia e di medicina nucleare. FederAnisap ribadisce la necessità di una rivisitazione della norma anche per lo stridente contrasto, ai limiti della discriminazione, con incrementi tariffati riconosciuti ad altri erogatori privati, la cui spesa complessiva peraltro risulta ancora non quantificata dai competenti uffici regionali (riabilitazione ex art. 26, LN 833/78).