Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederAnisap: “Inaugurare in regione un nuovo corso di relazione e programmi su laboratori e specialistica ambulatoriale”. Di seguito la nota integrale.
La situazione della specialistica ambulatoriale ed in particolare dei laboratori di analisi, efficacemente segnalata dal Presidente regionale ANISAP Roberto Cicchetti, si inserisce in una cornice nazionale che richiede massima attenzione ed impegno. Da una parte il ddl concorrenza che, riformulando la norma attuale, stabilisce che “nel caso di richiesta di accreditamento da parte di nuove strutture o per l’avvio di nuove attività in strutture preesistenti, l’accreditamento può essere concesso in base alla qualità e ai volumi dei servizi da erogarsi, nonché sulla base dei risultati dell’attività eventualmente già svolta, tenuto altresì conto degli obiettivi di sicurezza delle prestazioni sanitarie”. Nel ddl è poi previsto che le strutture da accreditare siano individuate “mediante procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, previa pubblicazione da parte delle regioni di un avviso contenente criteri oggettivi di selezione, che valorizzino prioritariamente la qualità delle specifiche prestazioni sanitarie da erogare”. Ma non basta, si stabilisce infatti che “la selezione deve essere effettuata periodicamente tenuto conto della programmazione sanitaria regionale e sulla base di verifiche delle eventuali esigenze di razionalizzazione della rete in convenzionamento e, per i soggetti già titolari di accordi contrattuali, dell’attività svolta.” E anche i costi saranno oggetto di valutazione comparative per l’accreditamento mentre le strutture accreditate saranno comunque tenute a “pubblicare nel proprio sito internet i bilanci e i dati sugli aspetti qualitativi e quantitativi dei servizi erogati e sull’attività medica svolta dalle strutture pubbliche e private”.
Dall’altra c’è tutta la partita Piano nazionale resilienza e ripresa con le risorse per la sanità da programmare.
Di qui una azione di forte presenza ed interlocuzione a livello nazionale da parte di FederAnisap con l’impegno diretto del Presidente Mauro Potestio che io e l’altro Vicepresidente Vicario Walter Rufini affianchiamo a sostegno di un costante dialogo con il Ministero su tutte le problematiche del settore.
Il punto di partenza è che occorre una seria programmazione ed una altrettanto seria gestione dei fabbisogni sanitari dei cittadini di questa regione e delle altre specie del Sud. Occorrono, pertanto, obiettivi concreti e misurabili da conseguire con l’utilizzo di risorse adeguate, previa una verifica puntuale delle effettive necessità e della distribuzione territoriale dei servizi. Occorre, una volta e per tutte, la definizione di ciò che deve fare il pubblico e di ciò che deve fare il privato con eliminazione di sprechi e inutili sovrapposizioni di servizi e prestazioni.
Va superata la cronica insufficienza di risorse a disposizione e dei budget assegnati alle strutture accreditate. Va affrontato il problema del nomenclatore tariffario e delle tariffe non congrue rapportate al tipo e al livello qualitativo delle prestazioni richieste e rese, così come bene ha fatto il Presidente Anisap Cicchetti a richiamare l’attenzione sul punto. E a tal proposito corre l’obbligo di sottolineare che le varie sentenze del TAR Basilicata hanno di fatto reso nulla tutta la normativa regionale in materia di budget alle strutture accreditate e, in assenza di altre determinazioni conseguenti alla decisione del TAR, non ci sarebbero limiti ai tetti di spesa, se non quelli imposti dalla domanda dell’utenza, né le strutture si possono sottrarre alla fornitura di prestazioni laddove richieste spontaneamente dai cittadini.
La “vicenda Polimedica”, subito ripresa da Sanità Futura, e da ASPAT (sigla a cui aderiscono le strutture di FKT) ha “scoperchiato” una situazione che non può essere continuamente rinviata perché è utile fare il punto sulla specialistica ambulatoriale e sulla specificità del ruolo dei laboratori di analisi in questa regione. Le problematiche connesse alla loro attività non possono essere ignorate, sottovalutate, trattate con approssimazione e sufficienza, non solo per l’ampio riconoscimento del loro ruolo, ma anche per il numero di addetti che in questa regione arriva è di circa 750. Quindi, niente indifferenza alle questioni sollevate, ma apertura al confronto ed al dialogo come nei decenni scorsi è sempre avvenuto.
Si avverte forte la necessità di superare questa fase di arroccamento della politica e degli uffici regionali e la necessità di riprendere seriamente un confronto onesto e corretto nel rispetto dei ruoli e delle funzioni: la Regione programma, le ASL realizzano i programmi e i soggetti attuatori erogano servizi. E va richiamata l’attenzione del governo regionale e della dirigenza dipartimentale sulla necessità di risolvere l’annoso contenzioso, sin qui superficialmente e irresponsabilmente trascinato, rimuovendo le vere cause ostative alla soluzione dei problemi del settore, dovute soprattutto a incrostazioni presenti negli uffici dipartimentali. Una parte significativa in tale direzione è stata già fatta con il cambio del Direttore Generale del Dipartimento Salute e siamo fiduciosi che il resto seguirà conseguentemente: solo così si può inaugurare un nuovo corso in questa regione per portare alla ordinarietà lo svolgimento di una nobile attività quale è quella svolta con competenza, efficacia ed efficienza dalle strutture accreditate con il coinvolgimento delle associazioni di categoria.