“Concordo con le conclusioni cui perviene Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE: da anni la griglia dei LEA si è progressivamente “appiattita” e non è uno strumento adeguato per verificare la reale erogazione delle prestazioni sanitarie e la loro effettiva esigibilità da parte dei cittadini”. E’ il commento di Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederANISAP, con delega al Mezzogiorno, ai dati diffusi dall’Osservazione della Fondazione GIMBE, al termine dell’esecutivo nazionale della FederANISAP dedicato a fare il punto sui maggiori problemi delle strutture (fondo finanziario, liste attesa, tariffe).
Lo studio GIMBE suddivide le Regioni in quattro fasce sulla base degli adempimenti dei livelli di assistenza dal 2010 al 2017. La regione Basilicata è inclusa in seconda fascia con un livello medio negli otto anni presi in considerazione pari al 75,3%. Solo 11 Regioni superano la soglia di adempimento cumulativo del 75% e, ad eccezione della Basilicata, sono tutte situate al Centro-Nord, confermando sia la “questione meridionale” in sanità, sia la sostanziale inefficacia dei Piani di rientro nel migliorare l’erogazione dei LEA.
Intanto – aggiunge Flovilla – si conferma che lo Stato certifica l’erogazione regionale delle prestazioni con uno strumento sempre meno adeguato per valutare la qualità dell’assistenza sanitaria. Infatti, a fronte dei risultati dell’ultimo monitoraggio (2017) che documenta un trend dei punteggi LEA in progressivo aumento dal 2012 e identifica come inadempienti solo Calabria e Campania, numerosi report indipendenti nazionali e internazionali attestano invece un peggioramento della qualità dell’assistenza, in particolare secondo la prospettiva del cittadino/paziente”.
L’analisi del GIMBE è ancora una volta puntuale perchè in un momento storico per il SSN in cui il Ministro Speranza ha ripetutamente dichiarato che l’articolo 32 è il faro del suo programma di Governo, i dati del report parlano chiaro. Senza una nuova stagione di collaborazione politica tra Governo e Regioni e tra Regioni e strutture della specialistica ambulatoriale accredita e senza un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei LEA, sarà impossibile ridurre diseguaglianze e mobilità sanitaria e il diritto alla tutela della salute continuerà ad essere legato al luogo e regione di residenza delle persone. Per questa ragione ogni possibilità di rispondere efficacemente alla domanda di salute che proviene in particolare da alcune categorie sociali – malati cronici, anziani, famiglie, sopratutto delle regioni del Sud – è affidata al nuovo Patto per la Salute, nel quale si devono individuare condizioni, strumenti ed opportunità per una reale cooperazione tra sistema pubblico e privato accreditato a partire dall’abbattimento delle liste di attesa. FederAnisap , come sempre, è pronto a fare la sua parte.