““In concomitanza con l’avvio della fase 2 alcuni Governatori delle Regioni del Sud – tra i quali quelli di Puglia, Campania, Calabria e Sicilia – hanno firmato ordinanze per la riapertura delle strutture sanitarie della specialistica ambulatoriale per rafforzare l’attività di cura e di prevenzione ai pazienti no Covid-19 e contribuire alla sicurezza contro il contagio. Dobbiamo purtroppo registrare che lo stesso non è avvenuto in Basilicata nonostante il Governatore Bardi condivida la posizione dei suoi colleghi, non solo di Regioni del Sud, che chiedono più autonomia nelle scelte delle riaperture delle attività”. Ad affermarlo è Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederAnisap, con delega al Mezzogiorno che, esprimendo rammarico, aggiunge: “forse, scontiamo ancora una sorta di prevenzione verso il privato accreditato. Le nostre strutture, poliambulatori e laboratori di analisi, come sanno bene gli utenti a cui si sono rivolti sino a due mesi fa con fiducia e per bypassare le liste di attesa, sono parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale. Le Regioni Lombardia e Veneto per prime hanno avvertito l’esigenza di siglare intese operative con Confindustria, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Anisap (Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) per fronteggiare l’emergenza. Da noi invece si continua a far cadere la proposta di contributo al monitoraggio Covid-19 e a prestazioni per la salute dei cittadini, costretti a rinviare controlli, visite specialiste e cure riabilitative con conseguenze dirette sulle proprie condizioni di salute”.
Nel dare atto che “la strategia messa in campo dal Governatore Bardi, dall’assessore Leone e dalla Task Force diretta, con grande capacità, dal dirigente generale Ernesto Esposito, ha dato i suoi risultati positivi ed è riuscita a contenere la diffusione della pandemia”, il vicepresidente nazionale FederAnisap evidenzia che “ci saremmo aspettati, proprio per i risultati conseguiti, che la Regione avesse dato la possibilità ai pazienti no Covid di curarsi”.
Secondo Flovilla “è pienamente condivisibile l’invito che il Ministro agli Affari Regionali Boccia ha rivolto ai Governatori di tutte le Regioni a provvedere a rafforzare la medicina territoriale prima di decidere le riaperture di attività produttive. E chi meglio delle strutture di specialistica ambulatoriale svolge funzioni di medicina territoriale più vicina ai cittadini, disponendo di professionalità, tecnologia, strutture, per altro sotto costante controllo, che erogano prestazioni e servizi efficienti e di qualità indiscussa, integrando e sopperendo al “pubblico puro”. Come ogni decisione politica il DPCM sulla fase 2 rappresenta un inevitabile compromesso tra evidenze scientifiche ed interessi di altra natura. In particolare, il Governo ha dovuto necessariamente mediare tra le richieste dei governatori del Nord che spingono per la riapertura delle attività produttive e le istanze di quelli del Sud, contrari alla mobilità interregionale per timore di “importare” contagi. Con queste posizioni, è impensabile che da lunedì prossimo i pazienti lucani per prestazioni della specialistica ambulatoriali o per analisi cliniche, ormai non più rinviabili, debbano raggiungere strutture aperte in Puglia, Campania o in Calabria. Per questo – conclude Flovilla – confidiamo a breve in un provvedimento della Regione per la piena riapertura delle oltre 60 strutture lucane della specialistica ambulatoriale”
Mag 02