La Regione Basilicata, con lo studio affidato alla Fondazione BRB, sta valutando lo stato di salute della popolazione residente in un’area esposta a potenziali fonti di rischio di tipo ambientale
In Basilicata è presente il più grande giacimento europeo di petrolio sulla terraferma, in grado di soddisfare circa il 10% del fabbisogno energetico italiano. La Regione Basilicata ha affidato alla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica la progettazione e la realizzazione di uno studio (Studio Epibas), finalizzato alla valutazione dello stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree interessate da attività estrattiva o attività ad esse correlate.
La Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica, ha tra le sue finalità quelle di promuovere e realizzare programmi di ricerca scientifica in ambito socio-sanitario al fine di migliorare la conoscenza dello stato di salute della popolazione lucana e dei fattori biologici, fisici e sociali che lo determinano; acquisire le conoscenze necessarie a consolidare la capacità di programmazione della Regione in ambito socio sanitario; contribuire al rafforzamento della rete della ricerca regionale, svolgendo anche un’azione di promozione della stessa, favorendo così l’attrazione di capitali anche da parte del sistema industriale e di altri enti di ricerca, oltre che di concorrere all’utilizzo di fondi europei dedicati.
Il Studio Epibas, predisposto in collaborazione con l’Azienda Sanitaria di Potenza (ASP), che si occupa di tutta le le attività cliniche della sorveglianza sanitaria, la cui fase pilota è iniziata il 25 ottobre del 2018, ha interessato fino ad oggi 233 cittadini residenti nei Comuni di Corleto Perticara, Gorgoglione, Guardia Perticara, Grumento Nova, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Pisticci Scalo (per la presenza di un’area di stoccaggio delle acque di reinezione), Sarconi, Spinoso, Tramutola e Viggiano. Gli utenti, contattati telefonicamente o tramite lettera, attraverso l’attività di Sorveglianza Sanitaria Attiva (vera novità dello studio) hanno effettuato, presso il poliambulatorio di Medicina Ambientale dell’Asp, un controllo clinico strumentale, esami del sangue e delle urine e risposto ad un questionario. Dei 233 convocati, al 22 gennaio 2019, sono stati 158 i cittadini valutati con una percentuale di adesione del 68 per cento.Si stima di raggiungere il numero di 2000 cittadini, che potrebbero diventare oltre 2500 in caso di ampliamento dell’area di sorveglianza.
Lo Studio Epibas, oltre alla Sorveglianza Sanitaria Attiva, ha come obiettivi anche quelli di raccogliere dati provenienti dall’attività di monitoraggio ambientale (in corso e programmate) nell’area in oggetto di studio; sistematizzare la produzione scientifica e i dati analitici disponibili; effettuare un’indagine epidemiologica geografica attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera del target, del Registro tumori, del flusso delle prestazioni ambulatoriali specialistiche e farmaceutiche; dei certificati di assistenza al parto; dell’anagrafe sanitaria; del flusso delle interruzioni volontarie di gravidanza; del Registro nazionale delle Malattie Rare.
Partner di progetto è l’Azienda Sanitaria di Potenza; advisor tecnico-scientifico l’Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento Ambiente e Salute; partner di ricerca il CNR, l’Irccs-Crob, l’Università degli Studi della Basilicata e la Fondazione Osservatorio Ambientale della Basilicata.
La Fondazione BRB, a seguito delle numerose richieste presentate dai Comuni dell’area della Val d’Agri compresi nello studio epidemiologico ma non nella sorveglianza sanitaria, ha proposto ad ISS e ASP di condividere la proposta di ampliamento dell’area di studio. L’istituto Superiore della Sanità ha condiviso la proposta; si attende la risposta dell’Asp.
I dati sono stati illustrati questa mattina, giovedì 24 gennaio 2019, durante una conferenza stampa durante la quale sono intervenuti Francesca Antonella Amodio, presidente CDA Fondazione BRB, e Attilio Martorano, presidente Comitato Scientifico e di Coordinamento Fondazione BRB.
Nella foto Francesca Antonella Amodio, presidente CDA Fondazione BRB, e Attilio Martorano, presidente Comitato Scientifico e di Coordinamento Fondazione BRB