Come è possibile innovare il sistema salute in tempi di tagli per la sanità e di passaggio (ancora troppo lento) di governance nella gestione dei servizi sanitari nazionale e regionale? Da questo interrogativo ha preso le mosse a Matera la prima giornata di sessioni di confronto all’interno del IV Forum di Sanità Futura, non a caso, intitolato “Innovasalute”, che si conclude oggi sabato 19 (sala conferenze Hilton Garden, ore 10) con la presenza di due rappresentanti del Governo (il vice ministro Bubbico e il sottosegretario De Filippo) e dei Governatori Marcello Pittella e Michele Emiliano, del rettore Università Bari Antonio Uricchio. Il dato di partenza: la spesa corrente del sistema sanitario equivale a 1.800 euro l’anno per ogni cittadino italiano, mentre quella per gli investimenti è di soli 60 euro. Le prime risposte sono venute da Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura che ha presentato il Progetto Prenota Salute-Villaggio Salute e ha lanciato visioni, idee per un futuro che come sempre inizia oggi. L’innovazione – ha detto – passa per la medicina in rete, le connessioni territoriali, i sentieri di cura, l’outsourcing. E ancora la social care, la telemedicina e i borghi della salute, le imprese sociali. Pregiudiziale – secondo Cataldi – è il modo di osservazione vale a dire non più la sanità circoscritta magari alle cure ospedaliere ma a tutto campo e coinvolgendo tutti gli attori. Per GVM Care & Research, gruppo italiano che opera in sanità, ricerca, industria biomedicale, la ricetta per promuovere la cultura della salute e del benessere tra i cittadini è una sola. La sintetizza Franco Balestrieri (direttore Marketing e comunicazione):efficienza-qualità di cure ed integrazione pubblico-privato. Noi – precisa – non siamo con correnti del pubblico, perchè il diritto dei cittadini alla salute è nella nostra mission. Il cuore del Gruppo è la rete integrata di Ospedali di Alta Specialità, Polispecialistici, e Day Surgery con Poliambulatorio privato: un network di strutture e competenze professionali che innerva numerose regioni italiane .
Una lunga tradizione ha portato GVM Care & Research ad accreditarsi come partner del Sistema Sanitario Nazionale e come polo d’eccellenza – in particolare per il trattamento delle patologie cardiovascolari. La sua capacità di dare vita ad una rete che funge da “trait d’union” fra diverse strutture, specialità e servizi, consente al Gruppo di porre sempre il cittadino-utente al centro di un percorso di attenzioni, in cui fiducia, qualità dell’assistenza, professionalità e valorizzazione della persona. Altro vantaggio non certo irrilevante per il servizio sanitario nazionale – continua Balestrieri – è la certezza di spesa che vuol dire per ogni intervento una tariffa prestabilita precedentemente con il SSN che produce di fatto un risparmio per la sanità pubblica.
Il messaggio di Pietro Quinto, direttore generale Asm: servono un cambiamento culturale perchè l’ospedale sotto casa non ha alcuna utilità e un’alleanza pubblico-privato tenuto conto che a breve “salta il banco” della spesa sanitaria e sarà indispensabile procedere ad una riorganizzazione di servizi e prestazioni con il pubblico che deve occuparsi di alta specializzazione ed emergenza-urgenza e il privato di tutto il resto. Per questo – afferma Quinto – il privato accreditato e di qualità è nostro interlocutore ma se devo mantenere cinque ospedali non ho i soldi per aumentare il budget alla struttura privata.
Poi le risposte politico-istituzionali di alcuni consiglieri componenti la Quarta Commissione (Luigi Bradascio, presidente, Franco Mollica, Paolo Galante, Francesco Pietrantuono, Achille Spada, Giannino Romaniello).
In tema di social care, l’esperienza dell’Ambulatorio sociale di cardiologia a Matera che svolge la sua funzione grazie ad un piccolo esercito di volontari: infermieri e medici sono pronti ogni giorno ad accogliere i cardiopatici che si trovano in difficoltà, extracomunitari, donne in gravidanza e disabili, offrendo gratuitamente visite e prestazioni diagnostiche di notevole livello. Il Presidente della IV Commissione Luigi Bradascio ha ricordato la sua esperienza ‘di cuore’ nel senso che – ha ricordato – ho fondato più di 20 anni fa a Matera l’Associazione Amici del Cuore che complessivamente grazie a quattro cardiologi volontari ha visitato 1200 persone (in media 50 visite la settimana) venendo incontro ad un’utenza a disagio sociale e alleggerendo le liste di attesa dell’Ospedale di Matera. Il volontariato – ha detto – ha una funzione importante da svolgere al pari delle strutture sanitarie private accreditate che vivono la vigilia di una riforma nel rapporto con il pubblico. Gli altri consiglieri sia pure con ragionamenti diversificati hanno parlato del binomio riforma sanità-innovazione. I continui tagli – è il pensiero di Mollica – dovrebbero trovare terreno fertile nell’azione a favore delle strutture private accreditate che già assolvono alla riduzione dei tempi di attesa e al miglioramento delle prestazioni. Invece di concentrarci sui piccoli ospedali – ha detto Galante – faremmo meglio a programmare la telemedicina e la cartella elettronica. Ripensare il rapporto fra pubblico e privato in termini di collaborazione e innovazione – ha sostenuto Pietrantuono – soprattutto pensando alle nuove generazioni che hanno modi diversi di approcciare a usufruire dei servizi sanitari e non.
Cataldi, particolarmente soddisfatto per la presenza di ospiti e la qualità del confronto, traccia un primo bilancio: abbiamo avviato un processo di alta interlocuzione tentando di superare definitivamente pregiudizi e luoghi comuni. I policy maker e il management del SSR di una regione che registra 39 milioni di saldo passivo (emigrazione sanitaria) tendono da sempre a sottovalutare i “consumi sanitari privati” come possibile risorsa per una risposta ai bisogni collettivi. Ad esempio, quasi il 40% delle visite specialistiche (a livello nazionale) sono out of pocket: un mercato che spesso è totalmente scollegato dai percorsi dei pazienti che si trovano, quindi, ad auto-organizzarsi. Bisogna innanzitutto uscire dalla retorica politica e “sdoganare” il ruolo effettivo che i consumi sanitari privati hanno nel rispondere ai bisogni di salute. Al di là della qualità delle cure ricevute da chi riesce ad accedere al sistema, il tema dell’equità viene affrontato solo a livello superficiale nell’opinione pubblica e in maniera marginale nelle discussioni tecniche, dove prevale il tema della lotta alle inefficienze. Tante le ricadute su Matera Capitale Europea 2019. Marilena Antonicelli, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Matera propone un tavolo istituzionale e di coordinamento per affrontare, ottimizzando le risorse finanziarie sempre minori (la giunta regionale ha destinato 5 milioni di euro in vista del 2019 a cui si aggiungono 4 milioni per radioterapia-Madonna delle Grazie), due questioni prioritarie: dare risposte alle esigenze di salute delle famiglie a disagio sociale; migliorare i servizi di città accogliente per i turisti anche quelli a disabilità. In proposito un banco di prova nel mese di marzo prossimo quando Matera ospiterà il congresso nazionale Unitalsi con 1200 disabili. Interessante infine il progetto di Bradascio: “Matera cardiosicura”, 18 colonnine contenenti defibrillatori collocate in altrettante postazioni strategiche della città e collegate con sistema di allarme al servizio 118. Sanità Futura ritiene che le nostre regioni abbiano forti potenzialità di sviluppo e che sia ora che tutto ciò non solo accada, ma che parta da qui, perché non c’è più tempo, perché se ci crediamo e lavoriamo insieme, non avremmo nulla da invidiare a regioni del Nord spesso citate come esempio.
Dic 18