Fp Cgil Potenza e Spi Cgil Basilicata: “In Basilicata comuni privi di assistenza sanitaria, emblematico il caso di Avigliano. Sempre più a rischio la tutela del diritto alla salute delle fasce deboli, in particolare degli anziani. Di seguito la nota integrale.
La grave carenza di medici di medicina generale è ormai diventata una ulteriore emergenza in Basilicata che mette sempre più a rischio la tutela del diritto alla salute delle fasce deboli, in particolare degli anziani. Già l’Agenas in un recente studio aveva segnalato che il numero di medici di famiglia in servizio nella regione è diminuito significativamente da 475 nel 2019 a 435 nel 2021. Questo calo è dovuto in parte al grande numero di medici che sono andati in pensione nel 2022 e a quelli che andranno in pensione nel 2023. L’analisi di AGENAS prevede che 148 dei 435 medici di medicina generale lasceranno la professione entro il 2025, con solo 112 nuovi medici in entrata, risultando in un saldo negativo di 36 unità. Un quadro basato sulla ottimistica ipotesi che tutti i 112 medici in formazione rimarranno in Basilicata. Intanto l’assegnazione delle zone carenti resta al palo con sole 19 delle 67 zone carenti assegnate e 48 ancora scoperte.
Un dato preoccupante. Ci sono comuni completamente privi di assistenza (Laurenzana, Vietri di Potenza, Monticchio bagni, Abriola, Spinoso, Baragiano, Missanello, Rotonda, solo per citarne alcuni) e comuni nei quali i medici di medicina generale presenti non sono sufficienti a coprire l’intero fabbisogno assistenziale della popolazione. Emblematico il caso di Avigliano, che conta un numero di medici assolutamente insufficiente in relazione alla sua alta densità abitativa. I residenti devono afferire ai medici delle frazioni circostanti e su un vasto e frastagliato territorio che conta ben 72 frazioni e grossi problemi di viabilità, è ben immaginabile quanto sia disagevole, soprattutto per la fascia più debole della popolazione, che deve avere la giusta assistenza.
L’accesso a diritti sanitari essenziali rischia di trasformarsi in una effettiva negazione del diritto alla salute. In un tale contesto i medici lucani, sempre più pochi, sfiduciati e delusi da una politica indifferente, non vengono più messi in condizione di garantire una effettiva sanità di prossimità. Il mancato rinnovo degli accordi integrativi regionali (per la medicina generale, la pediatria di libera scelta, la specialistica ambulatoriale, fermi al 2007/2008), ha di fatto reso la medicina convenzionata lucana meno attrattiva, generando una vera e propria fuga di professionisti.
L’assenza di un cambio di passo da parte della Regione Basilicata rischia di non mettere in grado la medicina convenzionata di affrontare le sfide future delineate dai programmi del Pnrr. Uno spaccato allarmante, che sollecita la Regione a mettere in atto interventi urgenti e mirati per rispondere al fabbisogno di cura dei cittadini.