Michele Cataldi e Giuseppe Demarzio di Sanità Futura Basilicata hanno inviato una nota per commentare la nomina del nuovo assessore regionale alla Sanità Francone.
Sanità Futura: svolta nelle relazioni con i soggetti sociali
“La regione e con essa la sanità lucana hanno bisogno di essere governate, di risposte concrete ed efficaci alle troppe problematicità e di una svolta nelle relazioni con i soggetti sociali ed imprenditoriali che hanno consentito sinora di mantenere servizi, prestazioni essenziali al diritto alla salute, posti di lavoro, attività produttive”. A sostenerlo a nome di Sanità Futura sono Michele Cataldi e Giuseppe Demarzio che hanno rivolto gli auguri di buon lavoro al Presidente Pittella e all’Assessore Francone auspicando “un riposizionamento delle politiche sanitarie e del welfare rapido, incisivo, serio, fortemente orientato alla risoluzione veloce dei punti di maggiore criticità”.
“La sanità privata lucana che, come conferma l’Atlante Istat 2013 è rappresentata da ambulatori e laboratori accreditati pari ad 8,3 ogni 100mila abitanti, vale a dire il 24,5% di tutti gli ambulatori e laboratori in attività nel SSR – evidenziano i dirigenti di Sanità Futura – intende dare il suo contributo riprendendo il dialogo interrotto con le elezioni regionali, in verità con pochi risultati di ascolto da parte dei precedenti consiglieri, a cominciare dalla modifica dell’attuale “sistema” di assegnazione dei tetti di spesa, facendo salvo il limite dell’attuale spesa complessiva, e realizzando così un metodo di finanziamento del SSN, che ne enfatizzi le componenti di solidarietà dal lato della copertura dei bisogni e quello della responsabilità sul piano del riconoscimento delle inefficienze e degli sprechi; la valorizzazione della competizione virtuosa e della libertà di scelta; la ristrutturazione veloce dell’appropriatezza di sistema; la costituzione di un organismo autenticamente terzo di vigilanza e controllo.
Per sintetizzare sono tre le macro-questioni che poniamo ai nuovi Presidente ed Assessore: l’importanza di lasciare campo libero alla autodeterminazione per garantire l’innovazione, in un ambito tanto cruciale come quello delle cure mediche e della salute delle persone (il potenziale dell’innovazione non deve e non può essere frenato dalle ingerenze della politica e delle amministrazioni); la necessità di superare i problemi indotti da un sistema che si basa sul pagamento a piè di lista è che è gravemente sperequato al proprio interno (in cui quindi una “domanda sussidiata” non necessariamente corrisponde ai bisogni effettivi); la necessità di ottenere il massimo dell’efficienza e della trasparenza nei fondi pubblici impiegati, utilizzando anche in quest’ambito strumenti partecipativi ed innovativi.
La ricetta, se così la vogliamo chiamare, non si fonda semplicisticamente su di una “questione delle strutture sanitarie”, anzi sarebbe tragicamente insufficiente metterla in questo modo. Si fonda sulla presa in carico di un problema più grande che chiede un approccio interdiscilpinare, fatto di reale semplificazione amministrativa, di formazione professionale, di investimenti nell’implementazione di nuove tecnologie, di innovazione dei processi aziendali, di integrazione con altri mondi produttivi”.
Michele Cataldi e Giuseppe Demarzio di Sanità Futura Basilicata