Quando si parla di marijuana, non si parla di un’unica tipologia di erba. Ve ne sono almeno due tipologie, infatti: la canapa sativa, la canapa indica e la canapa ruderalis. Dalle infiorescenze della prima varietà, si ricava la cosiddetta cannabis light o canapa leggera, a contenuto ridotto di THC, tetraidrocannabinolo. Il THC e il CBD (cannabidiolo) sono le principali sostanze su cui si gioca il confine tra legalità e illegalità della cannabis, che dipende, nello specifico, dalla percentuale di tetraidrocannabinolo presente nell’erba.
Per parlare di marijuana legale abbiamo parlato con canapafarm.eu, rivenditore online italiano: è necessaria una concentrazione di THC minima, fissata per legge intorno allo 0,2% e in ogni caso inferiore allo 0,6%: una concentrazione di questo tipo non innesca alcun effetto psicotropo nel consumatore. In questo caso, dunque, non si può parlare della marijuana come di uno stupefacente, ragion per cui, anche in Italia, con la legge 242/2016, la canapa light e i suoi derivati sono stati dichiarati legali.
Gli effetti del tetraidrocannabinolo
A rendere illegale la pianta di canapa, solitamente, è proprio un’elevata concentrazione di THC, non bilanciata tra l’altro da una percentuale elevata di CDB, il cannabidiolo che – invece – provocherebbe anche delle reazioni mediche positive.
Il THC è una sostanza psicoattiva capace di alterare lo stato di coscienza del consumatore di marijuana, modificandone la percezione dello spazio e del tempo. In tal senso, la marijuana diviene a tutti gli effetti uno stupefacente, capace di intaccare il funzionamento del sistema nervoso centrale, provocando sensazioni di euforia o, al contrario, ansia e depressione. Il THC riesce, infatti, a stimolare i recettori legati alla motricità e alle percezioni sensoriali del consumatore, generando quelle sensazioni di “sballo”. È inoltre responsabile di alcune forme di dipendenza e assuefazione alla marijuana.
Per questo ancora oggi vengono condotti numerosi studi sugli effetti del consumo di THC sulla salute a breve e lungo termine: se da un lato è stato regolamentato un impiego terapeutico sotto controllo medico, dall’altro è bene conoscere eventuali rischi per la salute, soprattutto in caso di consumo da parte di minori.
Le applicazioni della marijuana senza THC
In caso di concentrazioni estremamente ridotte di THC, si parla di cannabis light: un prodotto perfettamente legale sul territorio italiano, venduto in appositi store fisici e online e dalle proprietà benefiche più disparate.
Appurato che la marijuana light, a più alto contenuto di CBD, dovrebbe garantire alcuni effetti benefici sull’organismo, la canapa legale è utilizzata anche per la creazione di alcuni prodotti per la cosmesi, quali oli per la pelle e creme antinfiammatorie.
Proprio le azioni antinfiammatorie sarebbero tra le applicazioni mediche della cannabis light più riconosciute: l’effetto rilassante e distensivo innescato dal CBD avrebbe portato studi medici ad affermare che questa particolare varietà di canapa potrebbe produrre interessanti azioni analgesiche e antinfiammatorie. Non a caso, la marijuana si legherebbe a degli interventi avanzati per lenire il dolore in alcuni malati sofferenti di patologie particolarmente gravi.
Altri effetti riscontrati in alcuni studi medici vorrebbero la marijuana light capace di placare e rallentare l’avanzamento del morbo di Parkinson, così come di altre malattie neurodegenerative, quali il morbo di Alzheimer, l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla. La prevenzione nella formazione di cellule tumorali sarebbe un’altra proprietà riscontrata nell’applicazione medica della marijuana senza THC, che quindi troverebbe un nuovo campo di intervento anche nella chemioterapia.
L’azione rilassante, inoltre, potrebbe portare all’applicazione della marijuana leggera in campi quali il controllo dello stress da disturbo postraumatico o, in forma più lieve, ansia e attacchi di panico, nonché depressione e insonnia. La stimolazione della cosiddetta fame chimica, in aggiunta, potrebbe aiutare a controllare disturbi e carenza dell’appetito.
Due avvertenze sul consumo di cannabis
Si faccia attenzione a non considerare le possibili applicazioni mediche della cannabis come effetto di un consumo immediato di marijuana: esiste una differenza considerevole tra consumo di marijuana light a scopo ricreativo e la sua applicazione in una terapia medica monitorata e costante.
Si tenga infine presente che non tutta la marijuana è legale: per avere certezza della qualità e della tipologia della marijuana acquistata bisogna rivolgersi solo a rivenditori autorizzati e mai al mercato nero (illegale, da un lato, e incapace di fornire garanzie circa la composizione chimica del prodotto, dall’altro).