Il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (istituita nel 1981),per promuovere una più approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
In Italia vivono oltre 3 milioni di persone con gravi disabilità (Istat), ma solo 1,1 milioni percepiscono un’indennità di accompagnamento; 200 mila adulti vivono ancora in istituto o in una residenza sanitaria assistita. Lavora in media meno di un disabile su cinque. L’Italia per la disabilità spende: 430 euro a persona (dati Eurostat), posizionandosi al di sotto della media europea. La spesa media annua dei Comuni per disabile è inferiore ai 3.000 euro l’anno con una spesa giornaliera di 8 euro.
Gli alunni con disabilità nel sistema nazionale d’istruzione, sonopassati da 228.017 nel 2013-14 a 234.788 (+2,97%),rappresentano il 2,7% del totale degli alunni e si suddividono in: alunni con disabilità visiva (1,6%), uditiva (2,7%) e psicofisica (95,8%); tra questi ultimi, il 65,3% presenta una disabilità intellettiva, il 3,5% una disabilità motoria e il 27% altre disabilità (disturbi psichiatrici precoci, disturbi specifici dell’apprendimento in comorbilità con altri di-sturbi, ADHD). Nella nostra Regione: Totale Alunni 81.244 /- 1.317 alunni rispetto all’anno precedente; Totale Alunni Disabili 1.788 / +47 alunni con disabilità rispetto all’anno precedente; Ins. di sostegno 1051/ + 72 rispetto all’anno precedente.
Gli alunni con disabilità si concentrano soprattutto nella scuola primaria e secondaria di I grado:
il 9,5% di essi si colloca nella scuola dell’infanzia; il 37% nella scuola primaria; il 28,5% nella scuola secondaria di I grado; il 25% nella scuola secondaria di II grado. Nel passaggio dalla scuola secondaria di I grado a quella di II grado si registra dunque una diminuzione della percentuale di alunni con disabilità, passando dal 2,7% al 2,2% del totale degli alunni (si presume per abbandono).
Non sono disponibili dati aggiornatial 2014-15 sulla presenza di studenti con disabilità nel sistema d’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) gestito dalle Regioni, che nel 2013 rappresentavano il 7% degli studenti, con una netta prevalenza (41%) nelle Regioni del Nord-Ovest.
Si confermano disuguaglianze territoriali e di generenel godimento del diritto all’istruzione degli alunni con disabilità: gli alunni maschi con disabilità sono il 68,8%, rispetto a un’incidenza maschile indifferenziata (disabili e normodotati) del 51,7% (dati 9 rapporto CRC).
E la nostra Regione cosa sta facendo perché diventi sempre più inclusiva e coesa per le persone con disabilità?
E’ stato istituito, da qualche mese, l’Osservatorio Regionale sulla disabilità e finanziato un programma straordinario triennale di interventi, servizi e prestazioni volti a sostenere l’integrazione scolastica, sociale e lavorativa, l’autonomia personale dei disabili”.
Un Programma a cui va riconosciuto il merito di presentarsi come qualcosa di fortemente innovativo, perché impegna comunque ulteriori risorse finanziarie per affrontare note problematiche scolastiche ed extrascolastiche dei portatori di disabilità, ma anche perché si proietta in una prospettiva di medio periodo, tre anni, con l’orizzonte che può andare ben oltre.
Purtroppo presenta molte criticità e fragilità in una serie di “confuse indistinzioni” che segnano una sorta di frattura tra la vastità delle enunciazioni di principi e la minimalità degli obiettivi che si dichiara di voler conseguire nel programma: dal richiamo all’integrazione dei servizi scolastici, sociali, sanitari, di inserimento lavorativo, pienamente rispondente ai criteri della corrente programmazione comunitaria, all’assenza concreta di applicabilità non facendo alcun riferimento agli altri soggetti dell’amministrazione regionale responsabili delle politiche per i disabili;
eall’incomprensibile carenza di dati dal versante della domanda, su cui il Programma dichiara di trovare fondamento.
Se non si ha chiaro il quadro dei bisogni, l’offerta che si va a mettere in campo rischia di perdere ogni credibilità politica, in quanto l’obiettivo almeno tendenziale dell’intervento pubblico non può che essere la risposta all’universalità e generalità dei bisogni espressi da tutti i cittadini che si trovano in regione nelle condizioni di disabilità.
È quindi urgente un censimento porta a porta non solo sui soggetti destinatari ma anche sulle reali condizioni delle persone disabili e delle loro famiglie.
Un altro punto che si offre all’osservazione attiene ai caratteri che sono stati attribuiti al Programma: straordinarietà, addizionalità, coordinazione ed integrazione.
Per quanto riguarda il carattere della straordinarietà: si può definire straordinario un programma che interviene in un campo nel quale non si è riusciti ancora a dare l’ordinario a tutti gli aventi diritto?