Un lungo applauso all’uscita del feretro dalla Cattedrale di Matera per l’ultimo saluto al medico materano Ignazio Olivieri, reumatologo materano di fama internazionale prematuramente scomparso venerdì scorso all’età di 64 anni dopo aver combattuto a lungo contro un male incurabile nella sua casa a Trivigno, in provincia di Potenza. I funerali sono stati celebrati non a caso nella Cattedrale di Matera. Era un suo desiderio, perchè sempre in questo luogo sacro era stato battezzato. Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia del San Carlo di Potenza e dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, Ignazio Olivieri è stato uno dei massimi esperti mondiali della sindrome di Behçet e ha partecipato ai lavori della Società Internazionale per la definizione delle linee guida per la diagnosi e la cura della malattia di Behçet. Il suo sogno è sempre stato la possibilità di realizzare a Matera un centro di ricerca per la Reumatologia. L’auspicio è che presto il suo sogno possa trasformarsi in un atto concreto per portare avanti la sua opera apprezzata da tutti, pazienti e medici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. La Santa Messa è stata concelebrata da Monsignor Pino Caiazzo e da don Antonino, parroco di Trivigno. Una Cattedrale gremita si è stretta attorno alla moglie di Ignazio Olivieri, la dottoressa Angela Padula e alla figlia Francesca. In prima fila il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, il vice Ministro Filippo Bubbico, il sottosegretario Vito De Filippo, il senatore Vincenzo Folino, il direttore della Asm Piero Quinto, il direttore della Asp Rocco Maglietta. Al termine della cerimonia è arrivata anche l’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi. La Santa Messa si è conclusa con i messaggi letti da Giovanni Minisola, past president della Società di Reumatologia, dalla cugina di Ignazio Olivieri, Mariangela De Bonis e da Michele Gilio, uno dei ricercatori del Dipartimento di Reumatologia diretto dal professore materano.
Con la scomparsa di Ignazio Oliveri la città di Matera perde un personalità dalle spiccate qualità umane e professionali. Orgogliosamente materano e tifoso del Matera Calcio, ha sempre seguito le partite della squadra biancoazzurra compatibilmente con i suoi impegni professionali. Nel settembre scorso aveva chiesto espressamente di organizzare a Matera, la sua città, il prestigioso 17th International Conference on Behçet’s Disease, (la conferenza internaziozionale per la cura della malattia di Behçet) e nella giornata conclusiva dei lavori al luminare materano era stato assegnato il Premio Hulusi Behçet. Il 1° dicembre 2014 il materano Ignazio Olivieri è stato nominato nuovo presidente della Società italiana di Reumatologia e ricopriva la carica di past president.
Michele Capolupo
L’omelia di Monsignor Pino Caiazzo.
Ho appreso del passaggio dalla vita terrena a quella eterna del Prof. Ignazio Olivieri in Terra santa, dove abbiamo concluso ieri sera il pellegrinaggio con un gruppo di fedeli della nostra Arcidiocesi e per la sua anima benedetta abbiamo pregato. Esprimo con queste poche parole, con profonda mestizia nel cuore, come Gesù davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, la mia vicinanza e partecipazione al dolore dei familiari che saluto con cuore paterno. Così come saluto le tantissime autorità qui convenute.
Non ho avuto modo di conoscere il Dott. Olivieri se non occasionalmente, ma tutti mi hanno detto la stessa cosa: è stato sottratto alla vista di tutto il popolo lucano un grande uomo, un luminare della scienza medica, un autentico maestro di vita e un sincero amico per tanti di voi presenti.
Per noi cristiani, riprendendo le parole del Card. Saldarini, “morire non vuol dire sparire; cambia solo il modo di vivere; dal modo di vivere terreno al modo di vivere eterno”. Questo significa che il nostro fratello Ignazio per quanto sia uscito per sempre dalla nostra vista, non lo sarà mai dalla nostra vita. Dio non toglie, dona sempre di più. Infatti, nella fede che professiamo, abbiamo la certezza che è passato dal buio della morte alla luce della vita eterna.
La nostra terra di Lucania, in particolare la nostra città di Matera, in questo giorno di mestizia, ma anche di festa, perché Domenica, quindi giorno del Signore Gesù, la Pasqua settimanale, deve sentire il bisogno di dire grazie a Dio che ci ha donato questo fratello e per quanto ha fatto a favore dell’uomo, nel curare il corpo e lo spirito.
Vogliamo dire che il nostro fratello Ignazio è stato per molti di noi un vero Buon Samaritano? Sicuramente si: con tutti i suoi ammalati che ha incontrato negli anni della sua professione medica, su questa strada della vita.
Quando si ama ciò che si fa non ci sono regole o limiti: l’unica legge è l’amore. Mi pare di aver colto che il Dott. Olivieri viveva per gli ammalati: erano il suo grande amore.
Se Platone diceva che possiamo affrontare il mare della vita con una “zattera” (che è la parola della sapienza umana), noi, ora, davanti al feretro di Ignazio, possiamo affermare di fare il viaggio in modo più sicuro e con minor rischio su “una più solida nave”, che le Sante Scritture ci rivelano.
E nella prima lettura abbiamo sentito come la grandezza di un uomo non sta nelle cose che predica, bensì nella sapienza che riconosce come dono che viene dall’Alto. Avere un posto importante nella vita, sedere su un trono reale come Salomone, o su una cattedra universitaria, potrebbe diventare l’anelito e il sogno per l’affermazione del proprio io. Il Re Salomone dice a Dio: “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Mi è stato detto che il nostro fratello Ignazio ha agito nella sua vita con questa saggezza.
Dio dice al Re: “Ti concedo un cuore saggio e intelligente”. La vera intelligenza e sapienza si manifesta nelle scelte di vita che siamo capaci di fare. Dare la vita per gli altri, sull’esempio di Gesù, vuol dire servire l’uomo nei suoi bisogni e necessità, nelle sue sofferenze e solitudini, consumandosi giorno per giorno. La propria professionalità, le conoscenze scientifiche e l’attenzione alla ricerca continua, per il bene dell’uomo, sono state caratteristiche che hanno contraddistinto l’opera, da tutti riconosciuta, di questo nostro fratello.
“Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici”. Queste parole del salmista, ne sono certo, saranno state rivolte, forse non espresse a parole, ma nella quotidianità e nell’impegno costante, da Ignazio, accanto ad ogni malato. Una fede che si è espressa nella carità, ora discreta, ora nascosta, di certo nota al Padre Celeste “che vede nel segreto del cuore”.
Ci ha detto S. Paolo, nella seconda lettura proclamata: “Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”. Per noi cristiani è fondamentale capire che ogni scelta che facciamo nella vita dev’essere risposta ad una chiamata precisa di Dio. La chiamiamo “Vocazione”. Riconosciamo l’opera di Dio nella vita di questo nostro fratello, da tutti amato. Ricordiamoci sempre che l’amore di Dio passa attraverso l’amore che siamo capaci di provare per gli uomini. Chi serve l’uomo agisce in nome di Dio anche quando non si ha la consapevolezza di essere uomo di fede o credente.
E’ così che si conquista il Regno dei cieli di cui parlava Gesù nel Vangelo: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
A che serve avere dei titoli onorifici, i primi posti nella vita, essere riveriti e importanti agli occhi degli uomini se non lo siamo agli occhi di Dio. Tutto ha valore, anzi diventa sempre più importante e prezioso, quando la vita di un uomo parla il linguaggio dell’amore. Significa che, mentre si cerca il volto dell’uomo, in realtà si cerca quello di Dio. Il nostro fratello Ignazio, nel momento in cui ha chiuso per sempre gli occhi a questa a vita, avrà sicuramente fatto sue le parole del salmista che dice: “il tuo volto, Signore, io cerco: non nascondermi il tuo volto”.
Scrutando e rileggendo la vita di questo nostro fratello abbiamo molto da imparare. Prima di tutto cercare il volto di Dio, navigando, con la zattera della sapienza antica, per il mare della vita, ma in particolare con la nave più sicura della Divina Rivelazione che ci porterà a desiderare il tesoro più prezioso, la perla più bella: la vita eterna, cioè vivere per sempre con Dio
E ora, caro fratello Ignazio, come direbbe Giobbe, “i tuoi occhi vedono il volto di Dio “faccia a faccia”, “non più da straniero ma da amico”.
E noi ci rivolgiamo a Dio pregando per te con le parole che la liturgia mette sulle nostre labbra: “mite e festoso ti appaia oggi il volto di Cristo, per essere per sempre con Lui nella pace”.
Ricordo del prof. Ignazio Olivieri dell’amico materano Mimmo Andrulli.
Una serata insieme aspettavo che il corteo partisse. Il carro trionfale era alle mie spalle, cittadini ed autorità in attesa, i cavalieri piroettavano con i cavalli. Il classico due luglio materano.
Ad un tratto scorsi tra la folla il prof. Olivieri, mi avvicinai a lui e lo salutai chiamandolo professore.
E lui: chiamami Ignazio, noi siamo amici.
Sono qui, mi disse perché voglio rivedere la festa della Bruna. E’ da tanti anni che, per impegni professionali, non assisto a questo evento.
Era solo e lo invitai a stare con me. Trascorremmo tutta la serata insieme, molte volte per non perderci ci tenevamo sottobraccio, arrivammo insieme al carro trionfale in piazza San Francesco contenti di avercela fatta.
Volevamo ancora di più, volevamo vivere quella magica serata fino in fondo e quando il carro ripartì tentammo di seguirlo per lo strazzo finale, ma fummo sopraffatti dalla folla.
Alla fine ci abbracciammo e ci salutammo. Era il due luglio del 2011.
Ignazio era molto legato alla sua città.
Qualche giorno dopo andai a trovarlo al suo reparto all’ospedale San Carlo e gli portai il DVD della festa della Bruna, in qualche fotogramma c’eravamo anche noi.
La fotogallery dei funerali di Ignazio Olivieri (foto www.SassiLive.it)