Nel corso di un incontro che si è tenuto a Potenza è stato presentato un progetto di sensibilizzazione sull’infarto promosso dal Dipartimento regionale alle Politiche della persona nell’ambito del programma “Basilicata in salute”: per l’assessore Franconi si tratta di “un’iniziativa unica in Europa”
Imparare a riconoscere i sintomi dell’infarto, partendo dal presupposto che possono essere diversi fra uomo e donna, ma anche intervenire nelle prime sei ore rivolgendosi al 118, per ridurre al massimo la mortalità o le eventuali successive disabilità: è questo lo scopo di una massiccia campagna di informazione e di sensibilizzazione nell’ambito del più ampio programma “Basilicata in salute”, che sarà avviata dal Dipartimento regionale alle Politiche della Persona. Oggi a Potenza, nella sala Inguscio della Regione è stata presentata la prima azione di informazione – nelle prossime settimane ne saranno avviate altre – dal titolo “Il cuore non aspetta, chiama subito il 118”, che ha proprio lo scopo di prevenire la mortalità post-infartuale nell’uomo e nella donna. L’iniziativa è stata illustrata da rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato l’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi, il dirigente dell’ufficio regionale Pianificazione sanitaria, Giuseppe Montagano, il coordinatore della Rete per l’infarto, Rocco Aldo Osanna ed il responsabile del 118, Diodoro Colarusso.
“Siamo qui per presentare – ha detto l’assessore Franconi – una campagna di promozione e di informazione sull’infarto, che è la prima attività di un più ampio programma che si chiama Basilicata in salute. Al momento attuale – ha spiegato – si tratta del primo protocollo diagnostico e terapeutico che parte dalla considerazione che i sintomi dell’infarto si differenziano fra donna e uomo: è una novità assoluta per l’Italia e per l’Europa. Con questa campagna cerchiamo anche di sfatare la ferma convinzione che l’infarto e le malattie cardiovascolari colpiscano gli uomini e non le donne. Le donne, che temono di morire per cancro alla mammella, in realtà molto spesso perdono la vita proprio per malattie cardiovascolari. L’intento della campagna di informazione – ha ribadito – è anche quello di aiutare il cittadino a riconoscere in breve tempo i sintomi dell’infarto, che nella donna sono molto più sfumati. Per salvare la nostra vita l’unica cosa da fare è chiamare e coinvolgere il 118: il 95 per cento delle persone che si ricovera in maniera precoce riesce a infatti salvarsi”. “Abbiamo svolto – ha commentato il dirigente dell’ufficio regionale Pianificazione sanitaria, Giuseppe Montagano – un lavoro di revisione del percorso diagnostico e terapeutico insieme al gruppo tecnico di cardiologia e al 118. Dopo aver valutato i dati a nostra disposizione abbiamo verificato che nonostante una rete di buon livello abbiamo una criticità: la maggiore mortalità avviene al di fuori dell’ospedale, a causa del mancato riconoscimento dei sintomi e del tempo che trascorre nel chiamare i soccorsi. L’intento è che uomini e donne non perdano tempo e che attivino l’intervento del 118 in un tempo giusto”.
“Non bisogna perdere tempo, la prima cosa da fare in presenza di sintomi di infarto è chiamare il 118”, – ha evidenziato Diodoro Colarusso. “Questa campagna di informazione – ha aggiunto il responsabile del 118 – non è un punto di arrivo, ma di partenza. Abbiamo adeguato la nostra rete a tutte le linee guida internazionali, per offrire alla popolazione della Basilicata la migliore cura possibile. Il nostro intento, è comunque quello di dare equità all’intervento, considerando anche l’orografia della nostra regione. Il servizio del 118 è attrezzato per farlo”. Il coordinatore della Rete per l’infarto, Rocco Aldo Osanna, dopo aver ringraziato “l’assessore Franconi, che ci ha indirizzato in un cammino che non è stato semplice, ma anche il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella per la fiducia accordata” ha affermato che “la campagna di informazione ha necessariamente l’obiettivo di capire cosa fare per ridurre la mortalità pre-ospedaliera, tenendo presente che ogni anno muoiono senza riuscire ad arrivare in ospedale, 44 mila persone in Italia e 500 in Basilicata”. Per avere tutte le informazioni della campagna di sensibilizzazione basterà collegarsi al portale tale internet www.basilicatainsalute.it “che si propone – è stato evidenziato – come uno strumento unico di orientamento attraverso il quale l’utente può partecipare attivamente, diventando egli stesso attore nel percorso di assistenza sanitaria”. La campagna informativa per l’infarto “ha l’obiettivo di ridurre i tempi di reazione delle persone al comparire dei sintomi di un infarto attraverso il tempestivo ricorso dei mezzi del pronto intervento sanitario (118)”. Le attività di sensibilizzazione serviranno ad aiutare il cittadino “a riconoscere i sintomi dell’infarto, che hanno alcune differenza tra donna e uomo” e proprio per questo “ad aumentare la consapevolezza sui rischi di sottovalutazione dei sintomi legati all’infarto nel genere femminile”. Nel corso dell’incontro è stato spiegato che “è fondamentale chiamare subito il 118 per rendere tempestivo l’intervento e per garantirsi così il massimo dell’efficacia delle cure nelle prime sei ore dal manifestarsi dei sintomi. Oggi – è stato evidenziato – si muore molto di più per il mancato arrivo in ospedale che nell’ambito dei processi di cura intraospedalieri”. La campagna “attraverso la declinazione fotografica di genere e con l’utilizzo di un linguaggio essenziale cercherà di coinvolgere anche emotivamente il targhet individuato di popolazione: ci si avvarrà di manifesti di diversa grandezza, locandine, materiali cartacei, spot video e radio di sensibilizzazione, link al sito web istituzionale del progetto. Saranno inoltre chiamate alla collaborazione per la massima diffusione tutte le associazioni di cittadinanza e professionali oltre le strutture sanitarie e di servizio”.