Un piccolo studio in tasca per medici e tecnici di radiologia: è la “rivoluzione” presentata a Matera durante le giornate “Imaging nei Sassi 2012” dedicate alle malattie articoloari reumatiche che si concludono in mattinata a Casa Cava e nella Chiesa San Pietro Barisano con la partecipazione di 120 medici chirurghi e medici in specializzazione e 80 tecnici sanitari di radiologia medica, provenienti da tutt’Italia. E’ sufficiente un tablet o uno smartphone per gestire la cartella di un paziente, guardare in alta definizione esami diagnostici eseguiti, trasferirli all’ospedale, consultare il collega che ha lo studio in Italia, in Europa o negli Usa, leggere il prontuario dei farmaci e l’atlante di patologia che non sta in tasca perché pesa 5 kg.
Così mentre è corsa all’ultimo Ipade per i nuovi usi di comunicazione sociale, il dottor Filippo Zerboni di Saronno ha illustrato i mille usi per medico e radiologo. La raggiunta maturità tecnologica di tali apparati – ha spiegato – si associa oggi alla progressiva tendenza alla digitalizzazione delle fonti di informazione mediche e non mediche, alla disponibilità di risorse web (internet) esponenzialmente sempre più numerose, accessibili in modo statico ma con la possibilità di interazione sempre maggiore, al trasferimento della comunicazione interpersonale o di gruppo (di tipo “social”) su canali che utilizzano computer. Nello stesso tempo l’attività del Radiologo di svolge naturalmente al crocevia di relazioni complesse (con colleghi radiologi e clinici e nei confronti dei pazienti) e per la natura intrinsecamente “multimediale” dell’oggetto del suo lavoro (sintesi di immagini e di interpretazione, alla luce di informazioni cliniche).
Opportunamente impiegate tali risorse sono in grado di favorire un accesso alle informazioni utili nel lavoro per il Radiologo come mai nel passato: si pensi ad esempio alla possibilità di dialogare con i referenti clinici e di condividere le informazioni cliniche del paziente, con le ricadute in termini di qualità della diagnosi che questo comporta; oppure alla disponibilità immediata di riferimenti scientifici, culturali, informativi attraverso la “rete” utili a dirimere anche problematiche diagnostiche nuove e/o di difficile interpretazione. Il concetto proposto di radiologo “always on” è la sintesi di tutto questo.
Tra le nuove tecnologie al servizio dell’imaging il dottor Michele Cataldi ha parlato di “cloud computing”: “è come se di fronte ad una tecnologia nuova – ha spiegato – ne facciamo un uso obsoleto. La questione è di ottimizzare i costi, evitare sprechi e quindi tenere conto delle reali necessità di server informatici”. Un’esperienza di servizi informatici utili a basso costo è rappresentato dal Progetto Salute che consente di prenotare in ricevitoria o al bar visite specialistiche e prestazioni in strutture sanitarie private (Polimedica Melfi) evitando liste di attesa.
Senza rinunciare ai più moderni strumenti in dotazione di ospedali quali il Madonna delle Grazie di Matera che secondo il primario di radiologia dr. Michele Nardella ha fatto passi da gigante negli ultimi anni con strumentazioni ad alta tecnologia.
L’evento scientifico – come sottolinea il dottor Giuseppe Demarzio componente del coordinamento scientifico insieme ai dottori Elviro Cesarano Carlo Faletti, Alessandro Beux, e Michele Nardella. – ha innanzitutto sfatato vecchi luoghi comuni. Quando pensiamo ai reumatismi crediamo di avere le idee abbastanza chiare: pensiamo che si tratti di malattie – non gravi, anche se accompagnate da un dolore cronico – che riguardano ossa e articolazioni, che siano legate all’invecchiamento che dipendano dal clima e che prima o poi ne andremo soggetti tutti.
Molti reumatismi invece sono malattie importanti, che possono portare a disabilità, perdita di autonomia funzionale, riduzione della capacità lavorativa e conseguente scadimento della qualità di vita. Alcuni reumatismi possono determinare anche una riduzione dell’aspettativa di vita legata sia all’evoluzione della malattia, sia agli effetti collaterali dei farmaci, sia al maggior rischio cardiovascolare che alcune di queste affezioni comportano.
Le malattie reumatiche sono patologie generalmente croniche, spesso ad alto potenziale invalidante, in molti casi caratterizzate da infiammazione, che possono colpire anche organi e apparati diversi, quali cute, cuore, polmoni, strutture nervose e cuore. le malattie reumatiche sono molto diffuse in Italia; si pensi che oltre il 10% della popolazione italiana ne è colpita, per circa 6 milioni di soggetti colpiti. Più in dettaglio, sono circa 4 milioni i pazienti con artrosi, la più diffusa malattia reumatica cronica di tipo degenerativo, circa 400.000 quelli con artrite reumatoide e almeno 600.000 quanti sono interessati da altre patologie di grande rilevo clinico, come artrite psoriasica, spondilite anchilosante, lupus e sclerodermia”. “Il dolore è un denominatore comune di queste patologie – ha proseguito – l’artrite reumatoide, la malattia reumatica immunoinfiammatoria più frequente, è una condizione fortemente invalidante, che può colpire anche in età pediatrica; la maggiore frequenza è tra i 35 e i 50 anni, con netta prevalenza nel sesso femminile. La malattia causa la perdita progressiva della funzionalità delle articolazioni. È alta la percentuale di coloro che sviluppano dopo alcuni anni dalla comparsa dei primi sintomi una forma grave di disabilità che può costringere all’abbandono dell’attività lavorativa”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito le malattie reumatiche come la prima causa di dolore e disabilità in Europa, sottolineando come queste, da sole, rappresentino la metà delle patologie croniche che colpiscono la popolazione al di sopra dei 65 anni. Il Sistema Sanitario, per erogare una buona qualità dell’assistenza per le persone con malattie reumatiche, deve avere come obiettivi: la centralità della persona, la sicurezza, l’efficacia, la tempestività delle prestazioni, l’efficienza e l’equità, nonché l’appropriatezza. Quindi l’approccio del Sistema deve tenere conto di un modello di sviluppo complessivo che comprenda la persona con patologia cronica, il professionista e l’organizzazione. Ed è proprio sull’organizzazione dell’approccio a queste malattie che si concentrano gli studi di economia sanitaria. Ma molta attenzione sulle sempre più limitate risorse di cui il Servizio Sanitario Nazionale dispone e che impongono a medici e tecnici scelte. Non sarà più possibile – è stato detto nella due giorni di Matera – fare il numero di Risonanze che ha caratterizzato gli ultimi anni e bisognerà scegliere quali sono realmente utili, quali possibili e quali non superflue. Se si vogliono impiegare in modo vantaggioso fondi e risorse, è necessario ricostruire in modo utile e reale il modello di assistenza, acquisendo consapevolezza – medici, tecnici, amministratori di Aziende ospedaliere e sanitarie, assessori alla Sanità – che prevenire e curare sarà molto più difficile con o senza smartphone o tablet.