Riportiamo di seguito la nota idel Coordinamento Donne, Gruppo Italia 301 – Matera e Gruppo Italia 308 – Potenza di Amnesty International in merito alla questione aborto che coinvolge in particolare la città di Matera. Di seguito la nota integrale.
L’accesso all’aborto sicuro è una questione di diritti umani, Amnesty International Italia chiede che questo diritto sia garantito anche a Matera.
Il Coordinamento Donne e i gruppi 301-Matera e 308-Potenza di Amnesty International si uniscono all’allarme lanciato da Chiara Prascina, Presidente del Collettivo Donne Matera, e dalla sezione lucana della Consulta di Bioetica onlus relativo all’impossibilità di praticare legalmente l’aborto a Matera.
Le donne di Matera e provincia che scelgono legittimamente di abortire, infatti, se si rivolgono al consultorio locale non ricevono alcun servizio e vengono spedite a Potenza, con tutte le difficoltà e i disagi del caso.
In questo modo, non solo si limita un diritto acquisito e tutelato dalla legge n. 194/78, ma si costringono le donne alla migrazione sanitaria, per di più nel pieno di una pandemia globale. Una migrazione non sempre agevole in una regione, come la Basilicata, che soffre di una endemica carenza infrastrutturale e che, soprattutto, viola il diritto alla riservatezza e alla privacy di queste donne, specialmente se minorenni.
Per tali ragioni, ci uniamo all’appello delle sopracitate associazioni affinché a Matera si ripristini immediatamente una situazione di legalità e sia consentito alle donne di esercitare la piena sovranità sul proprio corpo.
Amnesty International difende da sempre quei diritti sessuali e riproduttivi che riconoscono a ogni essere umano la facoltà di prendere decisioni autonome sul proprio corpo.
L’accesso all’aborto sicuro è una questione di diritti umani. Il diritto internazionale dei diritti umani chiarisce che le decisioni sul proprio corpo devono essere prese dal singolo nel rispetto del diritto all’autonomia e all’integrità corporea.
Costringere qualcuno a condurre una gravidanza indesiderata, o costringerlo a cercare un aborto non sicuro, è una violazione dei diritti umani, inclusi i diritti alla privacy, all’autonomia e all’integrità corporea.
In conformità con le leggi e gli standard internazionali per i diritti umani, la policy sull’aborto di Amnesty International si basa sulla piena depenalizzazione dell’aborto e sull’accesso universale all’aborto stesso, alle cure post-aborto e a informazioni relative all’aborto prive di pregiudizi e basate sull’evidenza dei fatti, libere da costrizione, coercizione, violenza e discriminazione.
Amnesty International infatti chiede ai governi di assicurare servizi accessibili e a costi contenuti per chi ha necessità di abortire, e anche cure post-aborto, servizi di buona qualità, e di affrontare i fattori socio-economici che possono influenzare la decisione di proseguire o meno una gravidanza (accesso a servizi sanitari di qualità, alloggio, istruzione, impiego).
Chiediamo, in definitiva, che le istituzioni provvedano immediatamente al ripristino del servizio del consultorio a Matera, garantendo a tutte le donne della provincia il diritto all’aborto sicuro, così come previsto dalla legge.