“Le politiche per la tutela della salute sono uno strumento fondamentale per la coesione sociale, un potente traino per l’economia e l’occupazione nonché un importante fattore di sviluppo di settori ad alta tecnologia e intensità di ricerca. Le restrizioni imposte alla sanità pubblica hanno contribuito dal 2010 ad oggi a contenere in modo significativo la spesa sanitaria, ma stanno producendo effetti preoccupanti sul funzionamento dei servizi e sull’assistenza erogata ai cittadini. Oggi il Servizio sanitario nazionale sta subendo un “lento logoramento che non può continuare ad essere ignorato e sottovalutato”. Sono queste alcune tra le considerazioni più significative contenute nella relazione sullo “stato e sulle prospettive del Servizio sanitario nazionale nell’ottica della sostenibilità del sistema e della garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità”, realizzata dalla Commissione igiene e sanità del Senato, al termine di un intenso lavoro di indagine.
Non possiamo non registrare una sintonia nella relazione della Commissione con la visione di Sanità Futura per un sistema sanitario finalmente equo, che rimuove situazioni privilegiate e bloccate. Noi di Sanità Futura abbiamo fatto la nostra parte presentando più volte la nostra piattaforma che trova un punto di riferimento nelle raccomandazioni prodotte dalla IV Commissione del Consiglio Regionale. Una sintonia che parte dall’analisi compiuta dalla Commissione del Senato: La crisi strutturale è dovuta, tra l’altro, alle grandi disuguaglianze nelle cure, perché in Italia ci sono ben 7 regioni al di sotto dei livelli di adempienza dei Lea, cosa che determina il drammatico fenomeno della mobilità passiva extra regionale. Il 10% dei cittadini italiani rinuncia a curarsi soprattutto per problemi economici, ma anche per tempi di attesa e difficoltà di accesso alle terapie. Il 75% delle famiglie si rivolge al privato soprattutto per porre rimedio alle mancanze del sistema pubblico. E dall’ indagine della Commissione del Senato è emersa, inoltre, una patologia tutta italiana: dei circa 30mld di euro di spesa nell’ambito sanitario l’80% è inintermediata. È, dunque, anche e soprattutto un problema di governance. E le Regioni, la nostra compresa, hanno una responsabilità non trascurabile.
Bene le conclusioni che provano a indicare la direzione che il Ssn dovrebbe seguire per non rinunciare alle sue caratteristiche di universalità, solidarietà ed equità: Stop ai tagli alla sanità, subito i nuovi Livelli essenziali di assistenza, ridare dignità alla sanità privata accreditata. E, ancora, meno differenze regionali nelle cure, revisione della colpa medica e dei percorsi di formazione. E poi innovazione e assistenza territoriale. E sempre in sintonia, è il caso di ribadire che Sanità Futura non chiede maggiori risorse finanziarie alla Regione, bensì una loro equa ed efficiente distribuzione, per offrire eguali servizi a tutti i lucani e per una questione di giustizia ed eticità, perché le medesime prestazioni costino la stessa cifra indipendentemente dal centro in cui vengono erogate.
Per questo ci battiamo contro una situazione che richiede una vera e propria rivoluzione, una “rivoluzione democratica”. Nella consapevolezza di aver trovato condivisioni istituzionali autorevoli a livello nazionale, Sanità Futura rilancia la propria iniziativa a livello regionale in tema di trasparenza, giustizia sociale, risparmio “intelligente”, attraverso una riformulazione del sistema sanitario secondo una logica di efficienza e non di tagli che colpiscono solo i più deboli in quanto tali e lasciano intatti vecchi privilegi. Stiamo parlando di come determinate scelte, operate secondo logiche che sembrano essere lontane dal buon senso e da qualsivoglia volontà di agire per il bene comune, ricadano su persone (non numeri) con nome e cognome, con famiglie, che vedono il loro diritto alla salute fortemente ostacolato e discriminato, nonché su persone e strutture che rischiano di vedere andare in fumo i sacrifici lavorativi di un’intera vita. Del resto la posizione della nostra associazione è ormai nota ed ufficiale, avendola resa nel corso di una formale audizione della Quarta Commissione che si è anche pronunciata sulla materia con proprie raccomandazioni. Noi riteniamo, infine. che quanto stabilito all’art. 12 della LR 5/2015 costituisca un’opportunità straordinaria per la Giunta regionale di mettere ordine in un “sistema” che presenta non pochi dubbi in ordine alla legalità e alla imparzialità delle sue attuali regole nonchè all’equità di accesso e ciò è confermato dallo stesso parere che la IV Commissione ha espresso sulla richiamata DGR adottata per all’assistenza riabilitativa ex art. 26.
Michele Cataldi, presidente Sanità Futura