Annalisa Silvestro, Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, contesta l’intervento dell’onorevole Cicchitto relativo alla professione di infermiere. Secondo l’onorevole i giovani italiani non vogliono fare gli infermieri. Una dichiarazione discutibile se si considera che per 37 posti di infermiere alla ASM di Matera hanno presentato domanda 10 mila persone. Di seguito la nota integrale di Annalisa Silvestro.
Domenica 26 gennaio nel corso della trasmissione “l’Arena” di Massimo Giletti, andata in onda verso le 14.30 su RAI 1, l’On. Cicchitto ha fatto delle affermazioni sugli infermieri che hanno suscitato non poche polemiche nel gruppo professionale.
Secondo l’On. Cicchitto, gli infermieri nel nostro Paese sono soprattutto extracomunitari perché i giovani italiani non vogliono più intraprendere questa professione.
Le polemiche e le manifestazioni di contrarietà degli infermieri sono state numerosissime.
Di seguito pubblichiamo la nota di risposta a tale accadimento della Presidente della Federazione IPASVI, Annalisa Silvestro
Roma 29 gennaio 2014
Egr. On. Cicchitto,
ho ascoltato in differita la trasmissione “l’Arena” andata in onda nel pomeriggio di domenica 26 gennaio. Le sue affermazioni sugli infermieri mi hanno fortemente stupita. Lei ha affermato che i giovani italiani non vogliono fare gli infermieri. Evidentemente Lei ..non conosce la situazione dell’assistenza sanitaria, della categoria degli infermieri e la loro situazione occupazionale.
Non voglio qui riportarLe le numerose tabelle, gli studi e le analisi che evidenziano l’estrema necessità per i cittadini del nostro Paese di una risposta sanitario-assistenziale diversa da quella che fin qui abbiamo garantito. Abbiamo necessità di costruire un’offerta sanitaria che risponda all’aumento della cronicità, della fragilità, della non autosufficienza e che si impegni per garantire la continuità ospedale territorio e tra i servizi territoriali. Per garantire tale offerta sanitaria, abbiamo bisogno di aumentare il numero di infermieri in tutti i servizi sia di tipo ospedaliero sia – e soprattutto – di tipo territoriale e domiciliare.
Abbiamo bisogno di più infermieri oltre che per avvicinarci alla media europea anche per rispondere ad un diritto di civiltà: il diritto alla salute e ad un’assistenza dignitosa.
In Italia sono iscritti all’albo oltre 400.000 infermieri; oltre il 90% di loro sono italiani.
Le condizioni di lavoro degli infermieri nelle strutture e nei servizi dell’intero Sistema Salute italiano sono difficili. Tant’è che, pochi giorni fa, l’inserto di un noto quotidiano nazionale li ha definiti sull’orlo di “una crisi di nervi”.
É noto che le strutture e i servizi sanitari del nostro Paese reggono grazie all’impegno e all’abnegazione degli operatori e dei professionisti sanitari. È altrettanto noto che la parte prevalente dei professionisti sanitari è costituita da infermieri.
C’è bisogno di infermieri. È verissimo. Il fatto è che di giovani italiani che hanno la laurea in infermieristica, che sono pronti e che, soprattutto, sperano di poter cominciare a lavorare, ne abbiamo oltre 30.000.
Ma sono disoccupati. In sanità non si assume o si instaurano rapporti di lavoro su cui è necessario fare una approfondita verifica.
Gli infermieri italiani ci sono, dunque, e hanno scelto di essere e di fare gli infermieri. Hanno competenza, capacità, motivazione ed una preparazione professionale che li rende richiesti all’estero, dove molti di loro si stanno recando depauperando il nostro patrimonio umano e professionale.
Le cose non stanno come Lei le ha rappresentate.
I dati, con cui non la voglio sommergere ma che Le posso produrre in ogni momento, evidenziano una realtà ben diversa.
Sono più che disponibile a presentarLe tali dati ogni momento, sia nella mia veste di Presidente della Federazione nazionale dei Collegi provinciali degli Infermieri, sia nella mia veste di Senatore della Repubblica.