È operativa all’Irccs Crob la strumentazione di ultima generazione per l’esecuzione di biopsie prostatiche con tecnica fusion. Si tratta di un ecografo che, mediante l’ausilio di algoritmi e strumenti hardware, consente di fondere in tempo reale le immagini rilevate durante l’esecuzione dell’ecografia con quelle della risonanza magnetica già effettuata dal paziente. I vantaggi sono notevoli. Mentre in precedenza l’urologo eseguiva biopsie secondo uno schema random, utilizzando questa metodica si ha la possibilità di praticare una biopsia mirata sulle zone sospette rese evidenti dalle immagini della risonanza. La procedura è ambulatoriale e dura circa 20 minuti. Viene eseguita in anestesia locale e dopo un breve periodo di osservazione il paziente può ritornare a casa. La biopsia prostatica con tecnica fusion è indicata dall’urologo per i pazienti con sospetto di carcinoma prostatico e viene prescritta dopo una visita specialistica con valutazione del dosaggio del Psa, ovvero, l’antigene prostatico specifico rilevato attraverso un prelievo ematico e dopo aver eseguito una risonanza magnetica multiparametrica della prostata. “La metodica è estremamente utile perché il tumore della prostata è il primo per incidenza nell’uomo superando anche il tumore del polmone e costituisce il 20% di tutti i casi di cancro diagnosticati a partire dai 50 anni di età” spiega l’urologo Ferdinando Di Giacomo che prosegue “proprio per questo è fortemente consigliata una visita urologica annuale a tutti gli uomini dai 50 anni in poi”.
Questa nuova strumentazione rappresenta un ulteriore sviluppo che implementa l’offerta tecnologica al servizio dei pazienti lucani che, anche sulla prevenzione del tumore della prostata, sanno di poter trovare un punto di riferimento nell’Irccs Crob, commenta il direttore generale Massimo De Fino.