Liliana Dell’Osso – l’unica lucana fra le “Top Italian Women Scientists (TIWS), il club delle migliori scienziate italiane in campo biomedico, Presidente del Collegio dei Professori Ordinari di Psichiatria, direttore dell’Unità operativa di Psichiatria 1 dell’Aou pisana – ha concluso i lavori del terzo meeting nazionale delle TIWS. L’importante evento scientifico dal titolo “Nuove frontiere della ricerca biomedica” organizzato al Centro internazionale Loris Malaguzzi, si è svolto a Reggio Emilia. Le scienziate hanno tenuto comunicazioni sulle prospettive di sviluppo della medicina con un focus particolare sulle malattie croniche e sul ruolo delle donne nella ricerca scientifica. La Dell’Osso ha relazionato su un tema di forte attualità “Long Covid, la seconda pandemia: sequele a lungo termine dell’esposizione ad un trauma psichico”.
L’evento ha rappresentato inoltre un’occasione di confronto su ricerche di alta specializzazione, ma anche un’iniziativa per promuovere i percorsi di studio scientifici tra le giovani donne. Una sessione di mentoring ha permesso a studentesse e dottorande di incontrare di persona le studiose.
Le “Top Italian Women Scientists-Tiws”, è un club costituito nell’ambito della Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale salute della donna e di genere, che raggruppa le scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica e censite nella classifica dei Top Italian Scientists (Tis) di Via-Academy (censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo, misurato con il valore di H-index). Tra le proposte sostenute l’implementazione di programmi scientifici e sanitari, da parte di un gruppo di eccellenza di ricercatrici in campo biomedico, su quanto potrebbe oggi essere fatto a contribuire al controllo e arresto della pandemia da Covid-19, nella prevenzione e cura delle malattie cronico-degenerative (quali tumori, malattie cardiovascolare e diabete), la cui gestione in pandemia ha sofferto e dei danni psico-fisico-relazionali conseguenti alla pandemia, nonché in ambito materno-infantile, malattie rare, autoimmunità. Molte ricercatrici – come la Dell’Osso – hanno competenze in questi campi che intendono mettere a disposizione della comunità scientifica e del Ministero alla Salute. Di qui la sollecitazione a costituire una task force comprendente un ampio numero di donne scienziate che serva alle autorità nella promozione di progettualità tecnico- scientifiche, tenendo conto di uno scenario non solo nazionale, ma anche internazionale, che è poi quello nel quale noi le scienziate si muovono costantemente.