Chiediamo solo di adottare anche per il privato lo stesso metodo individuato per il riordino della rete dei laboratori di analisi pubblici con l’istituzione di un tavolo di confronto permanente, dopo la vicenda che ha riguardato il laboratorio di Tricarico. Lo afferma il presidente dell’ANISAP Basilicata Antonio Flovilla ricordando che nel corso dell’audizione in Quarta Commissione in relazione all’istituenda Rete dei Laboratori, in attuazione della Legge di Stabilità Regionale 2015, sono state motivate le perplessità e le contrarietà dell’associazione. Esse – precisa – riguardano il concetto di “soglia prestazionale”, tradotto numericamente solo nelle Linee Guida del 2011, che costituiscono una traccia del percorso da seguire; la fissazione di una soglia-prestazioni in 200mila prestazioni; l’illogicità dell’imposizione di un tale numero di prestazioni a soggetti che nell’ultimo decennio sono stati sottoposti ad ogni genere di contingentamento; le lacune in materia di service e di punti prelievo che hanno già cagionato, in molte Regioni dove sono stati introdotti, non sottovalutabili problemi alla corretta gestione aggregativa. Flovilla sottolinea in proposito che da oltre 8 anni giace presso il Dipartimento Salute un progetto di rete laboratori integrata pubblico-privato che per la sua realizzazione richiederebbe una modifica della LR 28/2000 ed un adeguamento del Nomenclatore delle prestazioni e risponderebbe alle esigenze di efficientamento dell’offerta di laboratorio salvaguardando le singole realtà produttive ed i relativi livelli occupazionali oltre che la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni. Inoltre – dice il presidente ANISAP – tale sistema garantirebbe un’assistenza qualificata dall’atto del prelievo all’atto della consegna del referto e realizzerebbe una ottimale riorganizzazione delle attività di diagnostica di laboratorio adeguata alla composizione territoriale della Basilicata e tale da assicurare una effettiva equità di accesso al cittadino utente. Al tavolo di confronto permanente, così come sarà data possibilità ai sindaci di Tricarico e Stigliano, ai funzionari dell’Asm e della Regione di un approfondimento, noi vorremmo riaccendere l’attenzione che l’Accordo nazionale cui il Presidente fa riferimento, che prevede in caso di inosservanza 20,5 milioni di euro di riduzione del fondo sanitario e la perdita della premialità , fa salva “l’autonomia delle singole Regioni in particolare di quelle che hanno già avviato il processo di razionalizzazione della rete delle strutture di laboratorio, sulla traduzione operativa degli stessi ritenuta più consona alle specifiche realtà territoriali”. Infatti – continua Flovilla – la Regione Campania ha adottato criteri diversi nella individuazione della soglia minima di efficienza ed ha previsto deroghe per particolari realtà territoriali molto simili alla Collina Materana al fine di non compromettere l’equità di accesso ai servizi sanitari su tutto il territorio regionale. Occorre considerare diversi ordini di motivi, ma soprattutto prima di attuare un completo stravolgimento delle metodologie di lavoro delle strutture che esse si traducono in siti produttivi solidi, sebbene per lo più di piccole e medie dimensioni, che non possono essere disattivate sic et sempliciter, costituendo, in quanto centri occupazionali ed assistenziali, una ricchezza per il Paese, che non può certamente essere sottaciuta o sottovalutata.