“Con l’approvazione, in Consiglio regionale, della legge sulle ‘Disposizioni in materia sanitaria’, che prevede l’istituzione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, è stato raggiunto un obiettivo su cui il nostro ordine professionale era concentrato da tempo. Il percorso, che ha portato all’approvazione in Consiglio, è partito dalla convinzione che fossero necessari un nuovo approccio, una nuova visione, una nuova strategia per valorizzare il lavoro degli infermieri e, al contempo, garantire una migliore assistenza ai cittadini lucani”.
È così che la presidente dell’Opi, Ordine delle professioni infermieristiche di Potenza, Serafina Robertucci, commenta l’approvazione della legge arrivata in Consiglio regionale dopo circa un anno di lavoro e confronti.
“Nell’ultimo anno abbiamo – ha spiegato Robertucci- sostenuto il percorso verso l’approvazione della legge, a partire dalla giornata internazionale dell’infermiere, il 12 maggio 2021, quando abbiamo incontrato interlocutori politici e istituzionali a cui abbiamo spiegato il bisogno di riconoscere l’identità professionale e offrire alla nostra categoria nuove possibilità per meglio garantire assistenza e presenza sul territorio. Altra occasione di confronto sul tema è stata offerta dal webinar sull’assistenza territoriale e dall’incontro tenutosi, nella sede della Regione Basilicata, con il Presidente Agenas sulla ipotesi di programmazione dell’assistenza territoriale, alla luce del PNRR. Noi non ci siamo mai sottratti al dialogo ed abbiamo portato all’attenzione non solo criticità ma soprattutto proposte”.
Robertucci ricorda che, in occasione della presentazione della pdl sulle “Disposizioni in materia sanitaria” nella IV Commissione del Consiglio regionale della Basilicata, l’Opi ha partecipato attivamente consegnando ai consiglieri regionali, Dina Sileo e Gianuario Aliandro, una relazione in cui sono stati messi in evidenza, tra l’altro, gli obiettivi strategici qualitativi e quantitativi da perseguire, i tempi, i costi, le azioni da prevedere insieme agli indicatori di performance.
“Partendo dall’idea di un infermiere care manager che, dopo la diagnosi e la definizione del piano terapeutico, prenda in carico il paziente, abbiamo evidenziato -sottolinea Robertucci- i diversi possibili benefici derivanti da una riorganizzazione della rete di assistenza e cura sul territorio: l’infermiere di famiglia, in collaborazione con i medici di riferimento, può coordinare l’assistenza in ambito familiare e di comunità, soprattutto rispetto alle malattie croniche e alle disabilità”.
Tra le proposte dell’Opi Potenza la creazione “di un modello unico di sviluppo delle cure primarie, strategico e funzionale con l’individuazione -continua Robertucci- di luoghi di assistenza primaria, di base e specialistica per favorire la gestione del paziente dal punto di vista clinico e relazionale, gestionale ed informatico, partendo dalla prevenzione, all’educazione sanitaria, all’adozione di stili di vita corretti e alla gestione delle cronicità, favorendo le azioni di continuità ospedale/territorio per consentire ingressi e dimissioni appropriate e protette. L’infermiere di famiglia e di comunità può rappresentare un importante riferimento anche per le cure palliative e la terapia del dolore e nella gestione delle malattie croniche. L’istituzione degli ambulatori infermieristici nei distretti sanitari sede di poliambulatori, rappresenta, inoltre, uno strumento nuovo per la gestione non medicalizzata di una parte di cure intermedie”.
Secondo Robertucci la legge sulle “Disposizioni in materia sanitaria” è un traguardo raggiunto ma soprattutto un punto di partenza “che offrirà non solo una migliore risposta alle esigenze della popolazione ma anche nuove opportunità di lavoro, mettendo freno all’emigrazione di tanti giovani infermieri lucani e favorendo il rientro di quanti sono stati costretti a cercare occupazione fuori dai confini regionali”.