Vincenzo Clemente, presidente regionale A.R.S.S.A.B (Associazione Regionale Strutture Socio Assistenziali della Basilicata) ha inviato una lettera aperta a tutti i sindaci lucani. Di seguito la nota integrale.
C’è una particolare categoria di amministratori, comunemente piuttosto amata e da me profondamente rispettata, composta da persone particolarmente volenterose e necessariamente pragmatiche, ben lontane dagli astrattismi della politica dei palazzi e più prossime, invece, ad avere i piedi ben piantati in terra: si tratta dei Sindaci.
I Sindaci sono i temerari guerrieri di prima linea, quelli che si assumono la responsabilità delle decisioni concrete, quelli chiamati per primi (e spesso gli unici) ad intervenire con soluzioni adeguate e rapide per risolvere problemi contingenti; sono quelli che guardano negli occhi i loro cittadini e si confrontano con il disagio in modo diretto, senza filtri. Sono i fautori della politica del fare, poche chiacchiere e tanta concretezza.
Nelle nostre piccole comunità, la responsabilità amministrativa si carica più che altrove di impegno etico: il primo cittadino è il riferimento di tutti e per tutto, con disponibilità spaziale e temporale ininterrotta; instancabile, vigila sulla comunità, la guida, la indirizza, se ne prende cura.
Ne ho conosciuti tanti, in questi lunghi anni di attività imprenditoriale, alcuni più attenti, altri più distratti, ma tutti seriamente concreti.
Con il rispetto sincero e ammirato che nutro per questa valorosa categoria, mi permetto di presentare ad essa un problema, dagli effetti sociali potenzialmente esplosivi. Uno di quei problemi che la politica di palazzo volentieri (e ingiustamente) scaricherà sui malcapitati amministratori.
In qualità di semplice cittadino e di rappresentante dell’Associazione di categoria che mi onoro di presiedere, mi rivolgo ai Sindaci e chiedo pareri e consigli, che vorranno eventualmente concedermi, in attesa di un confronto con la politica regionale, finora negatoci.
Vi sarà noto che la DGR n. 194/2017 prevede per le residenze Socio-Assistenziali una normativa autorizzativa dai contenuti estremamente penalizzanti: incremento del rapporto tra personale di assistenza ed ospiti (rapporto da noi ritenuto asimmetrico ed eccessivamente oneroso), inserimento in organico di figure professionali specialistiche. Inoltre, viene fatta passare l’idea che strutture di tipo Socio-Assistenziale debbano, a buon mercato, assumere caratteristiche di strutture Socio-Sanitarie, senza avere il riconoscimento di rilievo sanitario e la relativa assegnazione di quote di partecipazione alle spese di gestione di servizi, si ribadisce, di esclusivo significato Sanitario.
Il rispetto della suddetta normativa produrrà esiti devastanti sulla tenuta organizzativa, funzionale ed occupazionale delle Case di Riposo della Basilicata, perché imporrà due alternative: l’aumento esponenziale delle rette oppure la chiusura delle strutture, in ragione dell’antieconomicità della gestione.
In entrambi i casi, i Sindaci saranno chiamati a fronteggiare le ripercussioni sociali della crisi del settore.
In realtà, la prospettiva che appare più plausibile è la seconda, ritenendo poco praticabile la scelta di aumento delle rette.
E i risvolti della seconda ipotesi appaiono doppiamente gravosi: da una parte, una fascia debole e fragile della popolazione non avrà assistenza adeguata; dall’altra parte, gli spazi occupazionali del settore, si ridurranno; in una Regione con alto tasso di disoccupazione, soprattutto femminile e giovanile.
E, si badi bene, questo non è un meschino ricatto occupazionale posto in essere da una banda di sciagurati imprenditori, ma una prospettiva infelice quanto realistica, dato l’insostenibile costo del lavoro previsto dalla nuova normativa.
L’A.R.S.S.A.B., da tempo, chiede inutilmente un confronto con le istituzioni Regionali per trovare alternative più praticabili ed accettabili, volte ad evitare il collasso del settore.
All’ingiustificabile silenzio delle suddette istituzioni, si è aggiunto un inspiegabile silenzio da parte delle amministrazioni comunali, benché edotte sulle problematiche qui brevemente riassunte.
Con questa lettera aperta, si vuole fornire l’invito ad interrompere questo silenzio, in particolare a quelle amministrazioni direttamente interessate dalla questione, perché ospitanti Residenze per Anziani. E sollecitare un confronto, negli auspici produttivo di idee e proposte, con la parte più sana e concreta delle amministrazioni. Quella che piace a noi, a tutti.
Vincenzo Clemente, presidente regionale A.R.S.S.A.B (Associazione Regionale Strutture Socio Assistenziali della Basilicata)