“374 giorni di attesa per effettuare una visita reumatologica,191 giorni per una visita ortopedica o traumatologica pediatrica all’ospedale San Carlo di Potenza, 340 giorni di attesa per un test cardiovascolare da sforzo con pedana mobile, 355 giorni di attesa per una mammografia sempre al San Carlo, 119 giorni per effettuare una visita gastroenterologica al Madonna delle Grazie di Matera, 194 giorni di attesa per colonscopie sempre nel nosocomio di Matera: questi i dati record relativi ai tempi di attesa che i due maggiori ospedali lucani fanno registrare per visite mediche e prestazioni strumentali”.
Ad affermarlo è Michele Napoli, Presidente del Gruppo Consiliare Forza Italia di Basilicata, che sottolinea “come i dati ricavabili da apposita richiesta formulata al CUP regionale relativamente al San Carlo( l’ospedale,nonostante l’obbligo previsto per legge, non risulta abbia aggiornato il proprio sito con l’indicazione dei tempi di attesa delle prestazioni che è legittimato ad erogare) testimoniano come la lunghezza delle liste di attesasia uno dei nodi principali della sanità lucana che va sciolto per evitare che il riassetto organizzativo del sistema sanitario, preannunciato dalla Giunta regionale, si trasformi in una riforma virtuale, lontana dalla esigenze reali dei cittadini”.
Lo scorso annoera stato il CENSIS a pubblicare uno studio secondo il quale il tema dei lunghi tempi di attesa delle visite e degli accertamenti diagnostici veniva indicato dal 59% dei cittadini residenti al Sud come la priorità da risolvere, atteso che nell’ultimo anno ben 22 milioni di italiani hanno fatto almeno un accertamento specialistico (visita medica, radiografia,ecografia, Tac, risonanza magnetica ecc.).
Le liste di attesa spiega l’esponente azzurro ”sono il termometro dello stato di salute del nostro sistema sanitario ma anche elemento in grado di acuire, ulteriormente, divari sociali già di per se gravi in Basilicata considerato che sono sempre più numerosi i cittadini lucani che ritardano le cure o che sono costretti a privarsene perché impossibilitati apagare di tasca propria prestazioni sanitarie cui hanno diritto e che a causa delle liste di attesa sono divenute concretamente inaccessibili”.
Napoli scende quindi nel dettaglio “una colonscopia senza biopsia, che in una struttura pubblica costa mediamente 40 euro di ticket, richiede ben 119 giorni di attesa al San Carlo di Potenza e 210 al Madonna delle Grazie di Matera nel mentre lo stesso esame costa nel privatocirca220-230 euro con una sola settimana di attesa”.
Sono numeriche per l’esponente azzurro “mandano letteralmente a farsi benedire quel modello universalistico di sanità voluto dal legislatore statale per il quale tutti i cittadini hanno diritto alla stessa quantità e qualità di cure e che, al contrario, testimoniano forti discriminazioni tra i cittadini a seconda della regione di residenza degli stessi”.
Come Forza Italia conclude Napoli“abbiamo offerto una soluzione concreta al problema delle liste di attesa: aumentare l’offerta dei servizi, tenendo aperte le strutture sanitarie per l’erogazione delle prestazioni diagnostiche anche di sera, fino a mezzanotte, e anche nei giorni festivi fino alle ore 13, sbloccando il turn over e assumendo personale infermieristico e tecnici di laboratorio al fine di replicare in Basilicata il modello veneto della sanità by night, vero e reale antidoto al problema delle liste di attesa”.
Ott 28
GIUSTAMENTE ha fatto bene il nostro Marcello ad andare a Milano per farsi curare……………
Lo stato di salute (e non solo) in Basilicata è: COMA IRREVERSIBILE. La politica sanitaria nazionale è tendenzialmente rivolta verso le strutture private con tagli nel pubblico che non ha né un criterio né un senso. La sanità nella Regione Basilicata, rispecchia “fedelmente” quella nazionale con la differenza che riesce a fare ancora peggio. Faccio un esempio per chiarire le idee a qualcuno che crede di essere il “paladino” della Sanità Lucana. Come mai l’esodo sanitario dalla Basilicata verso altre Regioni è aumentato mentre prima accadeva l’esatto contrario? Quindi oltre al danno delle chiusure di presidi sanitari in Basilicata (con perdite di posti di lavoro, esodo di eccellenze ecc..) la beffa che la regione Basilicata deve pagare le prestazioni effettuate a Lucani, però in Presidi Sanitari fuori Regione. E’ come andare al supermercato e comprare l’offerta “PRENDI DUE E PAGHI TRE”. Matera ha un buon reparto di Cardiologia però mancante di un supporto di CARDIOCHIRURGIA. Se nell’infilare uno Stent attraverso le coronarie, dovesse succedere un inconveniente che fare? Prendere il paziente, intubarlo, metterlo in elicottero per raggiungere Potenza. In questo lasso di tempo diversi pazienti raggiungono prima il Paradiso perché si trovano ad una “quota più alta”. Ce ne sarebbe da dire ma, mi limito a commentare parte delle criticità di un sistema che fa acqua da tutte le parti tant’è che diversi personaggi (politici e non) preferiscono farsi curare altrove e quelle prestazioni le pagheremo noi.
nino silecchia