“Mentre c’è chi insiste per “osservare” le liste di attesa -, attraverso l’istituzione, per l’appunto, di un ennesimo Osservatorio – c’è chi (Asp) vorrebbe scaricare ogni responsabilità sulle strutture sanitarie private accreditate “obbligandole” a fornire le prestazioni e al tempo stesso a rispettare i tetti di spesa assegnati. Per la sanità lucana, per gli utenti come per gli operatori, siamo ad un punto limite mai toccato prima”. E’ quanto sostiene il vice presidente nazionale di FederAnisap Antonio Flovilla in riferimento alla lettera-circolare inviata dall’Asp ai Centri-strutture accreditati nella quale si “impartiscono” indicazioni-obblighi.
Ritorna dunque al centro dell’attenzione la questione dei tetti di spesa. Si badi bene il Consiglio dei Ministri ha impugnato l’art.74 del Collegato alla Finanziaria con riferimento all’esclusione dai tetti di spesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, ex articolo 25 Legge 833/1978 – sottolinea Flovilla – non perché la Regione Basilicata, come del resto hanno già fatto altre, non possa rideterminarli in base alle esigenze di utenze e territori,, ma come spiega il documento ufficiale del Governo “al fine di garantire l’invarianza dell’effetto finanziario, le Regioni devono adottare misure alternative, volte, in particolare, a ridurre le prestazioni inappropriate di bassa complessità erogate in regime ambulatoriale, di pronto soccorso, in ricovero ordinario e in riabilitazione e lungodegenza, in misura tale da assicurare il rispetto degli obiettivi di riduzione della spesa”. Tradotto in parole più semplici dal burocratese questo significa che tagliando sacche di spreco e di prestazioni non appropriate è possibile ottenere significativi risparmi da investire proprio per il superamento delle liste di attesa.
E noi – evidenzia il vice presidente FederAnisap – abbiamo indicato dove si annidano gli sprechi, in primo luogo nella politica di ospedalizzazione, e quindi come risparmiare a vantaggio innanzitutto dei cittadini-utenti. Tra l’altro burocrati e politici regionali non dovrebbero dimenticare che le prestazioni erogate dai Centri-strutture accreditate costano al Servizio Sanitario Regionale meno di quelle erogate dalle strutture pubbliche.
Occorre privilegiare le esigenze dei cittadini senza ambiguità ed intruppamenti, figli dell’autoreferenzialità derivante da una anacronistica scelta ospedalocentrica con il solo risultato di appesantire ulteriormente le liste di attesa. No a criteri estemporanei: è giunto ormai il momento di abbandonare la logica di assegnare tetti costruiti a seconda l’esigenza di alcuni centri e non nel rispetto di criteri oggettivi riferiti ad una seria e reale valutazione dei fabbisogni. E’ giunto il momento che le istituzioni e la politica regionale – conclude Flovilla – dicano una volta per tutte, senza ricorso a programmi che contengono tutto e il contrario di tutto, se si vuole tenere in piedi il sistema sanitario ospedalicentrico o se si vuole cambiare davvero con la sanità sul territorio”.