“L’ordine del giorno approvato ieri all’unanimità dal Consiglio Regionale che impegna la Giunta “ad attivarsi senza indugio affinché , nelle more dell’approvazione dell’apposito piano regionale finalizzato alla riduzione delle liste di attesa e della emigrazione sanitaria” si favorisca il prolungamento dell’orario degli ambulatori e delle altre strutture deputate ad erogare prestazioni sanitarie, fine settimana e festivi compresi” va nella direzione che abbiamo indicato da tempo”. Lo sottolinea Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate lucane, in una nota a firma del Presidente Michele Cataldi che ribadisce l’impegno a tenere aperte le strutture anche in orari serali e la domenica. Ma – continua Cataldi – se non sarà affrontata prioritariamente l’emergenza, che se non risolta determinerà la sospensione delle prestazioni, è semplicemente impossibile che ciò si possa realizzare. Tra l’altro dire che questo dovrebbe avvenire attraverso gli ospedali e nell’ambito delle risorse disponibili equivale a buttare la cosa in vicolo cieco. Vale la pena ricordare che l’attuale emergenza si è verificata innanzitutto per l’inadeguato censimento dei fabbisogni operato dagli uffici del dipartimento regionale e per la sottrazione di risorse alle prestazioni specialistiche ambulatoriali da parte delle ASL.
La conseguenza inevitabile, negativa ed immediata ricade ovviamente sull’utenza, sul personale e sulle stesse strutture. E’ infatti una contraddizione che non sta in piedi: il Consiglio Regionale impegna la Giunta a combattere le liste di attesa chiedendo di prolungare l’attività dei poliambulatori e non affronta l’emergenza in atto.
Per noi il “bubbone” delle liste di attesa, un antico male che nuoce alla salute dei cittadini e all’attività delle strutture che si occupano di prevenzione e tutela della salute, si può sanare. E’ semplicemente assurdo infatti che la nostra Regione preferisca pagare le prestazioni che i nostri cittadini andranno a fare oltre confine perchè non potranno più riceverle qui. In sintesi, sarebbe utile intraprendere un’azione di ripulitura delle liste d’attesa attraverso il pieno utilizzo delle strutture sanitarie private accreditate, cosi che queste possano uscire dal rischio di chiusura. Sarebbe una soluzione a portata di mano, più economica, più veloce e più efficace. E’ da un decennio che chiediamo cose semplicissime che normalmente il buon senso dovrebbe assicurare in casi come questo, vale a dire: mettere a valore quello di cui già disponiamo.