I risultati del Rapporto Censis secondo i quali il 38,5% degli italiani (erano il 28,5% nel 2011) ritiene che la sanità della propria regione sia peggiorata negli ultimi due anni soprattutto a causa delle liste di attesa e la proposta definita “sanità by nigth” presentata dal consigliere regionale Michele Napoli per estendere l’orario di attività di poliambulatori e strutture pubbliche e private accreditate confermano la validità e l’attualità della strategia di Sanità Futura perché ridurre i tempi di attesa per analisi e visite essenziali a salvaguardare la salute e azzerare l’emigrazione sanitaria non sono obiettivi impossibili da raggiungere. Intanto i dati del Censis: per effettuare una prima visita oculistica in una struttura pubblica il ticket costa 30 euro e c’è da aspettare mediamente 74 giorni (due mesi e mezzo), mentre nel privato, pagando in media 98 euro, si aspettano solo 7 giorni. Per una prima visita cardiologica si pagano 40 euro di ticket e la lista d’attesa è di 51 giorni, nel privato con 107 euro si aspettano 7 giorni. Una visita ortopedica nel sistema pubblico costa 31 euro di ticket con 34 giorni di attesa, nel privato 104 euro e occorrono 5 giorni per avere l’appuntamento. Una visita ginecologica richiede 29 euro di ticket e 27 giorni di attesa, nel privato 100 euro con 5 giorni di attesa. In sintesi, se si vogliono accorciare i tempi di accesso allo specialista con 70 euro in più rispetto a quanto costerebbe il ticket nel sistema pubblico si risparmiano 66 giorni di attesa per l’oculista, 45 giorni per il cardiologo, 28 per l’ortopedico, 22 per il ginecologo. Naturalmente l’ammontare del ticket da pagare varia fortemente nelle diverse aree geografiche del Paese. E’ il caso comunque di ricordare che le proposte delle strutture sanitarie private accreditate (una cinquantina di poliambulatori specializzati con circa 600 unità lavorative) perché il CUP (Centro Unico di Prenotazione) funzioni sul serio rispondono alle esigenze di ridurre la “mobilità passiva” che pesa sul bilancio regionale per 40 milioni di euro l’anno, alimentando nuovi flussi di utenza lucana che per anni ha pagato il ticket più alto d’Italia verso altre regioni, di ridurre le liste di attesa che nonostante i passi in avanti delle Aziende Sanitarie. Il dato di partenza è che un paziente lucano su quattro si fa ricoverare in una struttura extraregionale, in molti casi anche per cosiddette operazioni “di routine”, con una percentuale che è tra le più alte d’Italia. Da una lettura più approfondita dei numeri si scopre poi come vi siano alcune realtà regionali dove il fenomeno della mobilità sanitaria, sia attiva che passiva è molto elevato. Noi emigriamo di più di quanto non immigriamo ed il saldo ci punisce severamente; regioni cosiddette virtuose fanno il contrario. E’ l’esempio che viene dall’intesa sottoscritta tra Regione Marche e strutture sanitarie private accreditate che contiene nostre antiche e sempre attuali rivendicazioni perché sana il pregresso, azzera i contenziosi e programma l’attività del prossimo biennio, introducendo, anche per il privato, modalità operative e di programmazione identiche a quelle già previste nelle strutture sanitarie pubbliche. Per noi la priorità è un riposizionamento delle politiche sanitarie e del welfare rapido, incisivo, serio, fortemente orientato alla risoluzione veloce dei punti di maggiore criticità. La nostra ricetta – 4 Torri, intese come strutture delocalizzate rispetto al centro della regione, per azzerare la mobilità passiva ed attrarre utenza extraregionale – si fonda sulla presa in carico di un problema più grande che chiede un approccio interdisciplinare, fatto di reale semplificazione amministrativa, di formazione professionale, di investimenti nell’implementazione di nuove tecnologie, di innovazione dei processi aziendali, di integrazione con altri mondi produttivi. Si pensi inoltre che è possibile offrire servizi “all in day”, in un solo giorno, soprattutto di prevenzione per evitare inutili e costose degenze ospedaliere. E in molti casi siamo già pronti alle prestazioni sanitarie by night, mentre in altre potremmo esserlo in poco tempo.
Michele Cataldi di Sanità Futura