Il caso della donna potentina che dovrebbe aspettare due anni per un’ecografia alla tiroide, raccontato oggi da Il Quotidiano del Sud, rafforza la nostra sollecitazione a fare in fretta per avviare a soluzione, con il concorso delle strutture private accreditate, il “bubbone” delle liste di attesa, un antico male che nuoce alla salute dei cittadini e all’attività delle strutture che si occupano di prevenzione e tutela della salute. E’ il parere di Sanità Futura che aggiunge: ad una manciata di giorni dall’inizio del mese di settembre siamo in fiduciosa attesa di verificare l’attuazione degli impegni assunti in occasione dell’Assestamento di Bilancio perché è stato, solennemente, annunciato che il mese di settembre sarà il mese decisivo per accogliere le nostre ben note proposte, presentate solo di recente nell’audizione alla Quarta Commissione del Consiglio Regionale, tra le quali il superamento dell’attuale penalizzazione del budget assegnato ad ogni struttura che è strettamente correlato alle liste di attesa (più si restringe il budget e meno servizi-prestazioni si possono erogare per sopperire all’inadeguatezza del servizio pubblico). E’ il caso comunque, in sintesi, di ricordare che le proposte delle strutture sanitarie private accreditate (una cinquantina di poliambulatori specializzati con circa 600 unità lavorative) perché il CUP (Centro Unico di Prenotazione) funzioni sul serio rispondono alle esigenze di ridurre la “mobilità passiva” che pesa sul bilancio regionale per 40 milioni di euro l’anno, alimentando nuovi flussi di utenza lucana che per anni ha pagato il ticket più alto d’Italia verso altre regioni, di ridurre le liste di attesa che nonostante i passi in avanti delle Aziende Sanitarie. Il dato di partenza è che un paziente lucano su quattro si fa ricoverare in una struttura extraregionale, in molti casi anche per cosiddette operazioni “di routine”, con una percentuale che è tra le più alte d’Italia. Da una lettura più approfondita dei numeri si scopre poi come vi siano alcune realtà regionali dove il fenomeno della mobilità sanitaria, sia attiva che passiva è molto elevato. Noi emigriamo di più di quanto non immigriamo ed il saldo ci punisce severamente; regioni cosiddette virtuose fanno il contrario. Sanità Futura evidenzia i risultati del Rapporto Censis secondo i quali il 38,5% degli italiani (erano il 28,5% nel 2011) ritiene che la sanità della propria regione sia peggiorata negli ultimi due anni soprattutto a causa delle liste di attesa e l’attualità della strategia di Sanità Futura perché ridurre i tempi di attesa per analisi e visite essenziali a salvaguardare la salute e azzerare l’emigrazione sanitaria non sono obiettivi impossibili da raggiungere. Intanto i dati del Censis: per effettuare una prima visita oculistica in una struttura pubblica il ticket costa 30 euro e c’è da aspettare mediamente 74 giorni (due mesi e mezzo), mentre nel privato, pagando in media 98 euro, si aspettano solo 7 giorni. Per una prima visita cardiologica si pagano 40 euro di ticket e la lista d’attesa è di 51 giorni, nel privato con 107 euro si aspettano 7 giorni. Una visita ortopedica nel sistema pubblico costa 31 euro di ticket con 34 giorni di attesa, nel privato 104 euro e occorrono 5 giorni per avere l’appuntamento. Una visita ginecologica richiede 29 euro di ticket e 27 giorni di attesa, nel privato 100 euro con 5 giorni di attesa. In sintesi, se si vogliono accorciare i tempi di accesso allo specialista bisogna pagare: con 70 euro in più rispetto a quanto costerebbe il ticket nel sistema pubblico si risparmiano 66 giorni di attesa per l’oculista, 45 giorni per il cardiologo, 28 per l’ortopedico, 22 per il ginecologo. Naturalmente l’ammontare del ticket da pagare varia fortemente nelle diverse aree geografiche del Paese. La nostra ricetta – 4 Torri per azzerare la mobilità passiva ed attrarre utenza extraregionale – si fonda sulla presa in carico di un problema più grande che chiede un approccio interdiscilpinare, fatto di reale semplificazione amministrativa, di formazione professionale, di investimenti nell’implementazione di nuove tecnologie, di innovazione dei processi aziendali, di integrazione con altri mondi produttivi. Michele Cataldi, presidente Sanità Futura
Ago 22