Uno strumento di approfondimento per neuroscienziati, psicologi, psichiatri, neuropsichiatri, operatori dell’area psicologica. E’ “L’ombra dell’Autismo”(Franco Angeli editore, prefazione di Adolfo Pazzagli), il lavoro di Liliana Dell’Osso professore ordinario e direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, autrice di oltre ottocento pubblicazioni su riviste scientifiche, e saggi, scritto con Primo Lorenzi, psichiatra e psicoterapeuta che ha lavorato e insegnato presso la clinica psichiatrica dell’Università di Firenze e attualmente è docente a contratto presso l’Università di Pisa.
La Regione Basilicata è da tempo impegnata su questi temi e di recente ha aderito al progetto interregionale ‘Pensami adulto’ (capo fila la Regione Lazio) che, attraverso processi di inclusione scolastica e transizione scuola-lavoro, punta a migliorare la qualità della vita di giovani adulti affetti da disturbi dello spettro autistico. L’investimento complessivo richiesto all’Istituto superiore di Sanità è pari a un milione di euro.
Inoltre in un ospedale di periferia come quello di Chiaromonte, l’offerta specialistica della neuropsichiatria infantile, inaugurando il Centro di riabilitazione precoce dell’autismo, grazie alla proficua sinergia con la Fondazione Irccs Stella Maris, è una risposta che la Regione intende garantire alle esigenze di una fascia di popolazione particolarmente fragile, ovvero quella affetta da autismo e da disturbi dello spettro autistico (Dsa) e per andare incontro alle famiglie.
Il libro “L’ombra dell’Autismo” è per questo un nuovo importante contributo che viene dall’incontro fra due psichiatri che hanno avuto un percorso professionale decisamente diverso. E può anche essere considerato la dimostrazione di come il cammino della Psichiatria giunga talora a prospettive simili seguendo percorsi apparentemente assai divergenti. È pur vero che il contatto continuo con la clinica, con la persona sofferente, è stato un tratto comune ad entrambi i percorsi.
Cosa c’è sotto la punta dell’iceberg delle sindromi autistiche infantili?
Quali aspetti fenotipici può assumere l’autismo sottosoglia? È possibile usare questa dimensione per rivisitare l’intera nosografia psichiatrica? Magari in un’ottica continuista ed eziologica e non meramente attenta all’aspetto sintomatologico? In che rapporto sta quest’area, inesorabilmente legata al neurosviluppo, con alcune frontiere dell’esistere umano come l’uomo di genio e il delinquente?
Queste alcune delle domande a cui gli autori cercano di dare risposte, o almeno di indicare vie per trovare risposte, attingendo ai dati delle più recenti ricerche e anche alla loro specifica esperienza clinica. Nel volume viene proposto un paradigma teorico esplicativo teso a ripensare tutta la patologia psichiatrica: quella dell’adulto e quella del bambino.
I Disturbi del Neurosviluppo– sottolinea la prof. Dell’Osso – testimoniano le ricadute cliniche precoci e eclatanti di alterazioni a carico di queste strutture. Ma accanto e a latere di queste, esistono tutta una serie di manifestazioni subcliniche che fanno da collante e da retroterra, premorboso e postmorboso, a tante patologie mentali. È questa l’“ombra” autistica che noi cercheremo di tratteggiare e che viene, ormai sempre più costantemente, indicata come BroadAutismPhenotype (BAP) o anche Spettro Autistico Sottosoglia (SAS).
Una realtà preclinica capace di riunire il prima e il dopo della patologia conclamata, e di connetterla con quadri morbosi apparentemente (fenomenicamente) distanti. Questo approccio consente altresì di ampliare la griglia osservativa del ricercatore così da poter seguire il “fiume carsico” che sottende il molteplice manifestarsi di tanta patologia.
La scelta del termine “autistico” per indicare questo fiume carsico può suonare forte, ma serve ad indicare l’imprinting esercitato da quella “matrice” che, con una più o meno forte espressività, é caratterizzata dalla triade autistica: anomalie cognitive; difficoltà nella comunicazione sociale; restrizione e ripetizione di interessi e comportamenti.
Il lavoro aspira a coniugare l’attitudine osservativa con una forte tensione speculativa verso una sintesi senz’altro molto ambiziosa e di non facile attuazione. In quest’ottica, il volume si propone come strumento di approfondimento per neuroscienziati, psicologi, psichiatri, neuropsichiatri, operatori dell’area psicologica.
Liliana Dell’Osso, professore ordinario e direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa. Autrice di oltre ottocento pubblicazioni su riviste scientifiche, ha pubblicato i seguenti saggi: L’altra Marilyn. Psichiatria e psicoanalisi di un Cold case (Le Lettere, 2016), L’abisso negli occhi. Lo sguardo femminile nel mito e nell’arte (ETS, 2016), L’insopportabile genio. Il caso Coco Chanel (Giunti, 2018).
Primo Lorenzi, psichiatra e psicoterapeuta. Ha lavorato e insegnato presso la clinica psichiatrica dell’Università di Firenze e attualmente è docente a contratto presso l’Università di Pisa. Autore di oltre cento pubblicazioni su riviste scientifiche e di tredici monografie fra cui: con A. Pazzagli, Le psicosi bianche (Angeli, 2008), Margini (Angeli, 2013), Matti e mattoidi (SEID, 2015).