Manca il personale sanitario per la somministrazione del vaccino antiCovid. A lanciare l’allarme è la Fials Basilicata che chiede all’assessore e al direttore generale del dipartimento Sanità un incontro urgente per affrontare e risolvere l’emergenza.
Per la segretaria regionale del sindacato autonomo della sanità, Luciana Bellitti, la soluzione più semplice e immediata è offerta dalla legge di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021” . Il comma 464 prevede, per il personale infermieristico e per gli assistenti sanitari, il ricorso alle prestazioni aggiuntive. Una modalità regolata dal contratto nazionale in vigore nel comparto sanità. Per la responsabile della Fials la tariffa oraria prevista (50 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione), va adeguata ai parametri economici aggiornati.
L’ex legge Sirchia rende però assai difficile per le Aziende sanitarie l’applicazione di questo istituto contrattuale. Perché ne limita il ricorso a due soli profili professionali (Infermieri e Tecnici di Radiologia) escludendo a priori gli operatori con prescrizioni. Inoltre non si può ricorrere alle prestazioni aggiuntive nel caso vi sia nel turno mensile una riduzione del debito orario, compresi i casi di malattia e infortunio.
La FIALS perciò chiede, in applicazione dell’articolo 6 del CCNL, l’emanazione di linee di indirizzo per regolamentare il ricorso alle prestazioni aggiuntive del personale. “Per le motivazioni su esposte – conclude la nota inviata da Luciana Bellitti ai vertici della sanità lucana – si chiede un urgente incontro al fine di stabilire i criteri di valorizzazione del personale coinvolti nel piano di vaccinazione anti-Covid”.
Gen 04